Continua il nostro cammino quaresimale e in particolare, in questa IV settimana di Quaresima, seguendo il tema della luce; lo facciamo con la seconda Riflessione, di fra Fabio Nardelli su Cristo, luce delle genti.
Nella prima Riflessione, di due giorni fa, era stato fra Georges a farci riflettere sul tema della luce, del suo irrompere nelle tenebre e - come per l'esperienza di s.Paolo - illuminare la cecità, fisica ma ancor più quella spirituale, di ogni uomo.
Sabato, nella terza Riflessione, vedremo come la luce ha fatto irruzione e cambiato la vita di Francesco d'Assisi.
Il brano della guarigione del cieco nato è una delle cosiddette “catechesi battesimali” che la liturgia ci propone in questo tempo quaresimale. Il cammino del cristiano e del catecumeno si snoda in tre passaggi:
1) la liberazione dalle cecità, dagli idoli;
2) l’accoglienza della Rivelazione di Dio in Gesù Cristo;
3) la fede che immette in un cammino quotidiano.
Nel percorso dell’iniziazione cristiana il catecumeno viene “gradualmente” liberato dalle schiavitù, dalle cecità, dagli idoli attraverso una preghiera di “liberazione”; viene preparato ad accogliere la Rivelazione di Dio attraverso la consegna della preghiera del Padre nostro e del Credo; viene invitato a camminare nella luce in novità di vita. Questo percorso è metafora della nostra vita cristiana! La guarigione che Gesù opera nel brano del Vangelo di san Giovanni (cfr. Gv 9), secondo l’interpretazione di sant’Agostino, si può intendere come una sorta di “nuova creazione” in forza della potenza della risurrezione di Cristo. Nell’anno 2000 il Papa Giovanni II, in un suo scritto, affermò: «A Gesù non si arriva davvero che per la via della fede»1.
In questa ottica battesimale siamo invitati a riscoprire la dimensione della nostra fede, e soprattutto a cogliere la novità d’imparare “non solo a guardare a Gesù”, ma imparare a guardare “dal punto di vista di Gesù”, dalla Sua prospettiva2. Il cieco è liberato nella sua cecità fisica per essere condotto a “vedere in Dio”. Ogni battezzato è liberato dal peccato, è strappato dalle tenebre per essere immerso nella grazia e nella luce. Accogliere la luce nella vita cristiana significa accogliere la Rivelazione di Dio che si manifesta mediante un incontro: il dialogo, infatti, tra l’io e il tu di Dio si esplicita attraverso la categoria della reciprocità, del dialogo d’amore. «La Rivelazione e la fede sono dunque essenzialmente interpersonali»3.
Nel cammino di vita cristiana non basta accogliere la luce e rimanere nella luce, bensì è necessario diventare continuamente luce per gli altri, attraverso una testimonianza viva e credibile. L’esperienza della luce e della fede non hanno un carattere esclusivamente individuale e personale, ma certamente anche comunitario. Si può parlare, infatti, della “forma ecclesiale della fede”. La fede nasce da un incontro puntuale che accade nella storia e illumina il nostro cammino nel tempo; allo stesso tempo essa deve avere anche una natura dinamica, attraverso la trasmissione del depositum fidei. Aderire alla fede, al Signore della luce è un atto ecclesiale ed esprime il noi dell’intero soggetto ecclesiale.
La Chiesa illuminata da Cristo diventa mediatrice della Sua luce per ogni uomo. La Costituzione Lumen gentium al n.1 afferma che «Essendo Cristo la luce delle genti […] ardentemente desidera con la Luce di Lui splendente sul volto della Chiesa, illuminare tutti gli uomini annunziando il Vangelo a ogni creatura»4.
Alcuni padri della Chiesa, sia orientali che occidentali, associano alla Chiesa l’immagine della luna che non ha da se stessa luce propria, ma rimanda alla luce del sole che è Cristo. Il messaggio centrale della nostra fede, specialmente in questo particolare momento storico, si può riassumere attraverso questi tre verbi: accogliere, aderire e seguire. Il cristiano – uomo “illuminato” da Cristo è chiamato – ad accogliere nella sua vita quotidiana Cristo Gesù che è la vera “luce” che illumina ogni uomo, le genti, il mondo intero.
1 GIOVANNI PAOLO II, Lettera apostolica Novo millennio ineunte, giovedì 6 gennaio 2000, n.19.
2 Cfr. FRANCESCO, Lettera enciclica Lumen fidei, sabato 29 giugno 2013, n.18.
3 R. LATOURELLE, Teologia della rivelazione. Mistero dell’epifania di Dio, Cittadella, Assisi (Pg) 1983, 376.
4 CONCILIO VATICANO II, Costituzione dogmatica Lumen gentium n.1.
Fabio Nardelli IV Domenica di Quaresima Luce Porziuncola Quaresima Riflessione San Damiano Tenebre
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