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Celebrato ad Assisi il 12° anniverasario della morte di Chiara Corbella Petrillo 16 Giu 2024

Chiara, grandissima gioia!

Proprio così, una grandissima gioia! Una gioia serena però, lieta, semplice: mai banale e nemmeno urlata o procurata da chissà quale artificio. Una grandissima gioia l'anniversario della morte di una giovane sposa e mamma di appena 28 anni?, Si, esattamente! Una grandissima gioia. Ingredienti? Lo Spirito del Signore, San Francesco e i frati suoi, la Porziuncola, Chiara Corbella Petrillo, Enrico, suo marito, i suoi genitori, la sorella, i suoi amici e un migliaio di giovani e giovani famiglie presenti e chissà quanti altri collegati e connessi... 

All'approssimarsi della chiusura dalla fase diocesana del Pocesso di beatificazione, prevista venerdì 21 giugno alla Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma (dove Chiara nacque il 9 gennaio 1984), si è voluto celebrare, per la prima volta in forma accessibile a chiunque, l'anniversario della sua morte avvenuta il 13 giugno 2012.

Sabato 15 giugno dunque, si è tenuta una giornata di gratitudine e memoria: la mattinana è iniziata al Teatro Lyrick di S. Maria degli Angeli con una sessione di canti e preghiere di lode, una catechesi tenuta da Fr. Graziano M. Malgeri, la testimonianza di  Enrico Petrillo. Apprezzate ed entusiate  le parole di saluto rivolte ai partecipanti dal Sidaco della Città Serafica, dott.ssa Stefania Proietti (Assisi ama Chiara Corbella Petrillo!). Nel pomeriggio è seguita, alla Porziuncola, la partecipatissima Eucaristia di suffragio, presieduta dal Ministro provinciale dei Frati di Umbria-Sardegna, Fr. Francesco Piloni.

Toccanti le parole della catechesi tenuta da Fr. Graziano che, a partire dal testo della Lettera di San paolo ai Romani al capitolo 12 Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione e perseveranti nella preghiera, ha mostrato come "Queste parole dell'Apostolo non sono anzitutto un imperativo categorico ma un'esortazione ad essere ciò che già si, è in forza della Risurrezione di Gesù. Lui, il Risorto, è la causa della letizia; in Lui possiamo essere già lieti, in Lui possiamo esultare perchè la sua risurrezione è fonte di vita e trasforma le nostre ferite in feritoie. Chiara, col suo percorso umano e spirituale, ripresenta, in qualche misura, le Stigmate di Francesco. Pazienti nella tribolazione attraverandola con la certezza che il Signore ci prende per mano e tale certezza da la forza di non soccombere di fronte alla tribolazione.  La perseveranza nella preghiera mantiene viva la scintilla della speranza mediante ovvero un diologo costante e personale con Gesù, vivo nello Spirito Santo. Maria, Madre della Speranza e ritta sotto la Croce è l'exemplum di tale preghiera . Promettenti le parole che Chiara ebbe a dire al marito Enrico negli ultimi giorni della sua vita terrena : Il giogo del Signore è davvero dolce, come dice il Signore nel Vangelo. E per me, Frate Graziano, Chiara rapprensenta la certezza granitica della vita eterna".

Al termine della catechesi ha stata data la parola ad Enrico Petrillo, marito di Chiara Corbella. Per l'ennesima volta, instancabilmente, ha dato la sua testimonianza di quanto accaduto attorno e insieme alla sua sposa e di quanto, soprattutto, è germogliato dopo la sua morte. "Chiara - dice Enrico - è un pungolo che mette in movimento il cuore di chiunque; la sua è una testimonianza autentica, profonda, che spiazza; la sua vita, la malattia e la morte non lasciano nessuno "in pace". Non tanto per l'eroicità dell'ultimo tempo della sua esistenza ma per il senso che riesce a dare a quanto le accade: affronta infatti il suo Calvario col sorriso e per questo è felice. Chiara sa infatti che quella è la via per la quale lei e il Padre diventano una cosa sola".

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Altrettanto parlante il commento al Vangelo della XI domenica Ministro provinciale (è possibile ascoltarlo nel video accluso). Particolare forza ha egli adoperato nel'accendere i riflettori sulla potenza intrinseca del seme: "Il seme è il vero protagonista di questo episodio raccontato dall'evangelista Marco. Il seme una volta affidato alla terra è sottratto al potere dell'uomo: tale seme è il Battesimo che è stato posto nel sottoterra nostra esistenza. In sè quel seme ha la potenza della Pasqua, della Pentecoste. E in tutto ciò c'è una parte che resta misterioso. Noi purtroppo, invece, vogliamo capire: cosa è successo nel cuore di questa giovane donna battezzata, nel cuore di Chiara? E tale mistero è e rimane in buona parte insondabile! A noi è dato il "solo" compito di assecondarlo. E non ce lo meritiamo, quel seme; e nemmeno l'assecondare il seme lo meritiamo: cresce spontaneamente e rompe con ogni logica dell'efficenze per aprire all'accoglienza. Assecondiamo la Grazia dunque! Non però assecondare come una furbizia per evitare i conflitti o un escamotage per dribblare le fatiche ma decidere di essere secondi a Dio Padre in sintonia con il vento dello Spirito santo. Assecondando lo Spirito noi abbiamo la possibilità di vivere qui, ora, meravigliosamente imperfetti. Macerati dalla terra che copre il seme con il calore; feriti dall'innesto portato da Gesù ferito per divenire pronti, liberi, semplici per accogliere la vita eterna che è qui, che il Vangelo è qui. Non sprecare più tempo, l'essenziale è oggi, è qui".    

Grande gioia dunque. Gioia per la vita semplice e la morte luminosa di Chiara. Gioia per la testimonianza di Enrico, l'amatissimo marito e Francesco il loro bellissimo figlio. Gioia per la bellezza dei volti di Anselma, Roberto ed Elisa (genitori e sorella di Chiara), Gioia perchè siamo soltanto all'inizio di tale percorso di grazia e di santità, solo ai primi passi. Intanto il prossimo appuntamento è per venerdì 21 giugno a Roma nella Basilica di San Giovanni in Laterano.

 



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