Eiko Massui, giapponese poco più che quarantenne, alcuni anni fa - nella celebrazione suggestiva della veglia di Pasqua, a Santa Maria degli Angeli - dopo un lungo cammino di ricerca spirituale, ha ricevuto i sacramenti del Battesimo, Cresima ed Eucaristia, passando dal buddhismo al cattolicesimo.
Ha preso i nomi cristiani di Maria Chiara Caterina. Il suo nome e cognome in giapponese significano qualcosa di bello, di gioioso, di artistico: pozzo, sorgente, composizione, recitazione, canto, bambino.
Le abbiamo rivolto alcune domande.
Eiko, quale strada hai percorso per cercare la verità nella tua vita?
Ho cercato di controllare i miei desideri per comportarmi in modo umano e giusto ma era molto difficile.
Nel periodo difficile i miei amici mi dichiaravano di praticare ogni religione e più volte mi avevano invitato a partecipare agli incontri di alcune religioni; in particolare a due-tre forme di buddhismo. Ma ho visto l’artificialità nel sorriso, l’infelicità, egoismi, orgoglio. Tecniche con le quali volevano coinvolgermi molto fortemente.
Come hai scoperto i cattolici?
In Giappone festeggiamo il Natale sia per i bambini sia per i giovani in forma molto superficiale e consumistica, come lo scambio dei regali o la prenotazione del ristorante. Si festeggia più l’aspetto esteriore e civile che il senso religioso. Siccome non mi piaceva questa situazione, volevo capire il vero significato del Natale quindi ho partecipato alla Messa nella chiesa cattolica a Kyoto. E ho visto ricevere la S. Comunione per la prima volta. Quei cristiani credevano veramente nella “Santa Comunione”. L’ho capito anche da lontano, pur non sapendo nulla della S. Messa e della S. Comunione. Ho scoperto un altro mondo. Era il 1994.
E come sei giunta a chiedere il battesimo?
In Giappone i non battezzati possono ricevere il segno di croce nelle chiese. L’ho ricevuto qualche volta e mi sono commossa fino alle lacrime.
Ho voluto approfondire la Bibbia, anche perché io suonavo musiche religiose e volevo capire meglio la musica. Mi piacevano i comportamenti dei cattolici in Giappone, specialmente quelli di una suora. Dall’aprile ‘98 a Kyoto un prete era disponibile a leggere la Bibbia insieme, ma mi ha mandato in Italia di cui non conoscevo la lingua.
Frequentavo la S. Messa, ma non era facile trovare un prete disponibile che mi potesse preparare. Volevo trovare Dio. A Bologna frequentavo la lectio divina, ma non parlavano di Dio secondo il mio bisogno e alla lectio non ho potuto capirlo non riuscendo a seguire il discorso, anche per la mancanza di conoscenza della lingua. Mi sono disperata e ho deciso di lasciare ogni cosa e mi sono sentita di imparare la pratica dello zen, smettendo di cercare Dio per la stanchezza.
Dieci giorni dopo, però, scoprii di essere figlia di Dio. Alla fine di settembre 2001 ho deciso di chiedere il battesimo. Ma non avevo nessuna idea né sapevo a chi rivolgermi. Poi mi rivolsi all’assistente spirituale dell’università che mi ha preparato e alla Parrocchia di S. Giuseppe di Bologna.
Perché il battesimo qui alla Porziuncola, in Assisi?
A Kyoto, prima di partire dal Giappone, nel marzo ’98, un prete italiano mi aveva consigliato di visitare Assisi. Solo Assisi, né Roma, né Firenze. Aveva un amico prete rimasto vittima del terremoto. Nello stesso tempo una suora giapponese che era sempre tranquilla e sorridente mi ha stimolato.
Da questo ricordo ho avuto quasi un sogno, chiedere di essere battezzata qui alla Porziuncola. Dopo aver cominciato a prepararmi al battesimo, la suora mi ha fatto sapere dei Corsi vocazionali che si tengono qui alla Porziuncola dai frati minori. Ho partecipato ad uno di essi.
Dove hai svolto la preparazione alla vita cristiana?
C’è una chiesa francescana vicino a casa mia a Bologna, la parrocchia di S. Giuseppe a cui mi sono rivolta per la preparazione. Il periodo della preparazione è molto importante perché le cose che imparo e assorbo all’inizio diventano abitudini per tutta la vita.
Allora ho chiesto di prepararmi per il battesimo a questa parrocchia. L’amore di S. Francesco alla natura e a tutte le cose create trova profonda sintonia nel mio cuore.
Tu hai praticato anche lo zen: quale differenza tra pratica dello zen, il cristianesimo e S. Francesco?
Ho praticato lo zen a Kijoto nell’esercizio della cerimonia del tè per circa 7 anni. I santi dello zen sono bravi, ma è molto severa la strada e umanamente non è facile “amare” gli altri. Però è lungo il periodo prima di arrivarci. Un livello alto dell’umanità. Ma ho imparato ad essere “vuota” e l’importanza di concentrarmi sul momento. Se sono vuota, cioè libera da qualsiasi cosa dentro il cuore, lo Spirito Santo mi può riempire al massimo. In agosto 2001 ho trovato la tesi di un gesuita in cui paragonava San Francesco a un prete dello zen e la somiglianza dello zen al cristianesimo.
Me ne sono convinta e i dubbi che avevo si sono risolti uno alla volta.
Avevi fatto qualche altra esperienza prima di chiedere il battesimo nella Chiesa cattolica?
Prima di arrivare alla Chiesa cattolica ho frequentato qualche chiesa protestante in Giappone, ma mi sembrava che era molto difficile dedicarsi totalmente a Dio, come i sacerdoti, avendo la famiglia. Il celibato è una grande testimonianza. Comunque anche i protestanti sono cristiani.
Entriamo in un discorso più vivo e più pratico: chi è Gesù Cristo per te?
È Dio vivente che opera in me. Ha una relazione che non finisce mai, anche quando sono stanca e non posso interrogarmi. Non mi fa mai male, ma mi vuole sempre bene. Mi aiuta sempre, come mi ha aiutato fino adesso. Insegna ad amarci. Mi dà la risposta a tutto quello che cercavo fin da piccola nella Bibbia. Ha pazienza con me; mi chiama e mi fa realizzare le sue opere su di me al momento giusto donandomi grande gioia. Sono molto felice nel profondo del cuore, ma in modo molto tranquillo.
Chi è Dio per te?
Dio è amore, mi dona gratuitamente, mi educa. Ci aspetta, mi ha aspettato per 17 anni, a Mosé per 40 anni. Non mi invade, non insiste. Il tempo giusto di Dio non lo sappiamo; so, però, che Lui fa tutto per il nostro bene. Qualsiasi cosa che accada a me anche se potesse sembrare male, alla fine, nel tempo, il Signore mi porta alla felicità, se lo ascolto, lo accetto e mi fido di lui.
Quale significato ha per te diventare cristiana?
Farmi adottare come figlia da Dio. Diventare una sorgente di amore in questo mondo che ha sete di amore. Ascoltare in silenzio Gesù Cristo, seguire la sua strada per testimoniarlo: “Che cosa vuoi che io faccia?”. Fidarmi di Dio e imparare ad aspettare anche nei problemi e nelle difficoltà. Essere portatore della pace per i popoli.
Come intendi praticare la vita cristiana?
Questa ha bisogno della sorgente spirituale che è Dio. Se chi sta vicino a noi o lontano da noi, a casa nostra e fossimo tutti felici, ci sarebbe la guerra? Ma, senza la sorgente spirituale che è Dio, anche in mezzo a noi, a casa nostra, troviamo chi sta morendo nello spirito. Ci sono tante cose nel mondo che arricchiscono materialmente, ma spiritualmente no. Personalmente cerco di stare vicino alle persone che soffrono nella vita quotidiana senza andare a cercarle lontano. Il prossimo sta proprio vicino a noi, perché la verità è nella vita quotidiana.
Vorrei dare speranza ai giovani, ex-giovani, educarli alla gioia di stare con il Signore. Chiedo al Signore il modo migliore di praticare il cristianesimo nella vita quotidiana stando in mezzo alla gente. Vorrei aprire la bocca per chi non parla.
Il 27 ottobre 1986 gennaio Assisi ha accolto religioni diverse. Adesso è l’era dell’unità del mondo. L’era della divisione è finita. Come una persona che ha fatto esperienze in due mondi diversi, Italia e Giappone, vorrei far capire le diversità e farle convivere in armonia, se il Signore vuole.
Eiko, tu hai ricevuto il Battesimo, la Cresima e la Prima Comunione nella grande veglia di Pasqua alla Porziuncola: qual è il messaggio della Pasqua per te?
Ci sono alcuni che si sacrificano per gli altri, che soffrono. E anch’io soffro quando li vedo. Gesù morì per i miei peccati. Se Gesù non fosse risuscitato, avrei dovuto soffrire umanamente per tutta la vita per colui che è morto per me. È la mia salvezza. Risuscitò. Non devo soffrire più e sono nel Paradiso. Adesso ho davvero tutto. Il battesimo è la partenza. Vorrei crescere sempre di più con voi, fratelli, agli occhi di Dio.

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