“La Parola di Dio proclamata non ci narra la nascita di Gesù ma ce ne fa approfondire il mistero, il valore profondo, rispondendo alla domanda: chi è Colui che è nato? Chi è quel Bambino?”. Ha esordito con queste parole S. Em.za Card. Agostino Vallini, Legato pontificio per le Basiliche papali di Assisi, l’omelia tenuta nella solenne celebrazione “nel giorno di Natale” alla Porziuncola.
La Basilica di Santa Maria degli Angeli, gremita di fedeli fin da ieri, in particolare dal Canto dei Primi Vespri con l’Annunzio di Natale e durante la Veglia “nella Notte di Natale” (vedi in fondo a questa pagina il video con l’omelia tenuta dal Custode p. Giuseppe Renda), ha accolto per la prima volta il Card. Vallini in qualità di Legato pontificio. P. Giuseppe, presentando il presidente della celebrazione, ha indicato sommariamente alcuni incarichi svolti o ancora a lui affidati. A quegli impegni per volere di Papa Francesco si aggiunge, dal 4 novembre, quello di essere il rappresentante stabile dello stesso pontefice presso le Basiliche papali di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola e di San Francesco in Assisi. Con alcune parole di saluto e di auguri si è concluso il caloroso benvenuto sottolineato dal sincero applauso dei fedeli presenti.
Proseguendo l’omelia, il Cardinale ha risposto, a partire dal Prologo di Giovanni e dal Credo che insieme professiamo in ogni celebrazione, a quella domanda iniziale: “il Bambino è l’Unigenito Figlio di Dio … con quello che segue, una formula ben conosciuta ma probabilmente non sempre ben compresa. La venuta nel mondo del Figlio di Dio è fonte di consolazione e di speranza: il Signore consola il suo popolo e ciascuno di noi venendo a stare con noi! In tal modo il Figlio di Dio ci introduce in una vita nuova, cioè un modo nuovo di vivere, di pensare, di amare, di sperare, orientati non al nulla della morte ma alla Vita eterna”.
“Il Bambino di Betlemme – ha proseguito – è la Parola ultima e definitiva di amore e di speranza di Dio per l’uomo, non dobbiamo attendere altri messaggi: tutto si è compiuto in Gesù Cristo fatto uomo per la nostra salvezza! Questa è la nostra fede. Accoglierlo vuol dire entrare nella Luce di Dio che è Lui stesso, luce che rischiara il nostro destino. Non accoglierlo equivale a voler rimanere nelle tenebre non solo del peccato ma anche di ogni nostra domanda profonda. A questo punto la domanda si pone a ciascuno di noi: accogliamo davvero il Bambino di Betlemme? Che tipo di relazione abbiamo con Lui? Ci lasciamo illuminare dalla fede in Lui nella vita quotidiana? Le nostre scelte Cristo le farebbe? Se sono cristiano desideroso di rimanere nella gioia e nella pace devo avere il coraggio di non fare le scelte che Cristo non farebbe. Quanta consolazione nelle parole del Vangelo ‘a quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio’! Non celebriamo, dunque, solo il Natale di Gesù, ma anche il nostro Natale avvenuto nel giorno in cui abbiamo ricevuto il Battesimo”.
Il Cardinale ha concluso esortando a prendere “coscienza di questo dono immenso. Non diamo per scontato di essere cristiani, ma scegliamo di esserlo, imparando a vivere il Vangelo giorno per giorno, rinnovando consapevolmente la nostra fede in Gesù Cristo, così da diventare davvero uomini di pace e di amore, protagonisti – non rimorchi – di un mondo che vogliamo migliore: non dipende solo dagli altri … chiediamoci ‘io cosa posso fare? A casa mia? Al lavoro e tra gli amici? Questo fece Francesco d’Assisi: incarnò Gesù! Come lui contempliamo anche il presepe e scopriamo in noi la gioia e l’amore di Dio che ci invita a ricominciare, a partire da questo Natale, con una fede più sincera e più profonda per una vita più bella”.
Segue l’omelia tenuta dal Custode della Porziuncola, p. Giuseppe Renda, durante la Veglia nella Notte:
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