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Meditazione conclusiva della Novena e canto dell'antico inno alla Madre di Dio, Akathistos 08 Dic 2019

L’essenza e l’azione di Maria è la mediazione fra Dio e il mondo, fra Cristo e la Chiesa

La Novena che ci ha condotto fino all’odierna solennità dell’Immacolata Concezione di Maria si è conclusa ieri sera con la nona meditazione tenuta da p. Renato Russo ofm. Il percorso, introdotto dalla prima riflessione di p. Alessio Mecella, ci ha portato poi a seguire il cammino fisico e spirituale di Maria. L’ultima tappa su cui abbiamo posto la nostra attenzione si svolge dopo l’Ascensione di Gesù e la sua promessa che sarebbe tornato così come l’avevano visto salire al cielo.

Cosa avranno pensato gli apostoli tornando a Gerusalemme? Il mistero della morte e risurrezione del Signore era avvenuto così in fretta che non avevano avuto il modo di capire cosa stava succedendo. L’avevano visto subito vivo ma in un modo diverso eppure anche molto simile dal momento che si era fermato a mangiare con loro una porzione di pesce avanzato. Quando tornano, cominciano a rendersi conto che hanno partecipato a qualcosa di unico e irripetibile, che desta in loro meraviglia.

Gesù, salendo in cielo e portandosi dietro la natura umana che aveva assunto, ci aveva lasciato la sua divinità. Gli apostoli, allora, capiscono che la patria dell’uomo non è qui sulla terra ma lassù nei cieli. Resta in loro un profondo desiderio di Dio e della vita divina, il gemito di tutta la creazione che anela ad una libertà e una felicità assoluta. Questo desiderio, però, non porta ad una fuga dalla realtà terrena; anzi, li rende consapevoli dell’urgenza della missione: far conoscere agli uomini questo desiderio d’eternità che tutti portano nel cuore.

La condizione esistenziale di Maria in questa fase è molto misteriosa ma esemplare. Il suo ruolo è lasciare aperto questo canale che congiunge Dio con gli uomini. Sa che quel gruppo dovrà diventare la Chiesa, che un giorno sarà anche gloriosa. “Maria, che è la Madre, sta in mezzo alla comunità cristiana – afferma p. Renato – e rappresenta esattamente questo momento in cui c’è il già, ma non ancora definitivamente. L’essenza e l’azione di Maria è la mediazione fra Dio e il mondo, fra Cristo e la Chiesa, fra lo spirito e la carne, fra il mondo dei santi e quello dei peccatori, passa tutto attraverso di lei.”

“Senza di lei l’ingresso di Dio nella storia non poteva accadere – continua p. Renato – ma, attraverso la sua libertà e dedizione totale a Dio, senza la più piccola macchia di peccato per opera della Grazia, rende questo stato vivibile, offerto al mondo di allora e ancora oggi attraverso la gloria.”

Il Vespro è terminato, come nelle precedenti sere della Novena, con la processione all’altare della Madonna, la preghiera delle litanie lauretane e il canto del Tota Pulchra. Il giorno della vigilia dell’Immacolata non si è, però, concluso qui. Alle ore 21:15, infatti, la Basilica ha accolto numerosi pellegrini giunti per innalzare a Dio l’antico inno dell’Akathistos.

Canto liturgico della Chiesa bizantina del secolo V, Akathistos indica in realtà in che modo eseguire ed ascoltare l’inno: «non-seduti», perché la Chiesa ingiunge di cantarlo o recitarlo «stando in piedi», come si ascolta il Vangelo, in segno di riverente ossequio al Vangelo compiutosi nella Madre di Dio.  
L’inno è stato introdotto da due gesti: l’accensione della luce e l’infusione dell’incenso. Il primo gesto richiama Cristo, Luce del mondo venuto ad illuminare le tenebre. L’incenso è un atto di venerazione a Dio che ha mostrato, nella Vergine Maria e in Gesù Cristo, la sua misericordia per il mondo intero. 

La celebrazione è stata presieduta da p. Renato Russo che, al centro delle “24 stanze”, di cui è composto l’inno, e dopo la proclamazione del Vangelo dell’Annunciazione, ha recitato la seguente preghiera alla Vergine Immacolata, pronunciata da papa Benedetto XVI nella solennità dell’Immacolata Concezione del 2006: 

“Piena di grazia” Tu sei, Maria, colma dell’amore divino dal primo istante della tua esistenza, provvidenzialmente predestinata ad essere la Madre del Redentore, ed intimamente associata a Lui nel mistero della salvezza. Nella tua Immacolata Concezione rifulge la vocazione dei discepoli di Cristo, chiamati a diventare, con la sua grazia, santi e immacolati nell’amore (cfr Ef 1,4). In Te brilla la dignità di ogni essere umano, che è sempre prezioso agli occhi del Creatore. Chi a Te volge lo sguardo, o Madre Tutta Santa, non perde la serenità, per quanto dure possano essere le prove della vita. Anche se triste è l’esperienza del peccato, che deturpa la dignità di figli di Dio, chi a Te ricorre riscopre la bellezza della verità e dell’amore, e ritrova il cammino che conduce alla casa del Padre.

“Piena di grazia” Tu sei, Maria, che accogliendo con il tuo “sì” i progetti del Creatore, ci hai aperto la strada della salvezza. Alla tua scuola, insegnaci a pronunciare anche noi il nostro “sì” alla volontà del Signore. Un “sì” che si unisce al tuo “sì” senza riserve e senza ombre, di cui il Padre celeste ha voluto aver bisogno per generare l’Uomo nuovo, il Cristo, unico Salvatore del mondo e della storia. Dacci il coraggio di dire “no” agli inganni del potere, del denaro, del piacere; ai guadagni disonesti, alla corruzione e all’ipocrisia, all’egoismo e alla violenza. “No” al Maligno, principe ingannatore di questo mondo. “Sì” a Cristo, che distrugge la potenza del male con l’onnipotenza dell’amore. Noi sappiamo che solo cuori convertiti all’Amore, che è Dio, possono costruire un futuro migliore per tutti.

“Piena di grazia” Tu sei, Maria! Il tuo nome è per tutte le generazioni pegno di sicura speranza. Sì! Perché, come scrive il sommo poeta Dante, per noi mortali Tu “sei di speranza fontana vivace” (Par., XXXIII, 12). A questa fonte, alla sorgente del tuo Cuore immacolato, ancora una volta veniamo pellegrini fiduciosi ad attingere fede e consolazione, gioia e amore, sicurezza e pace.

 Vergine “piena di grazia”, mostrati Madre tenera e premurosa per gli abitanti di questa tua città, perché l’autentico spirito evangelico ne animi ed orienti i comportamenti; mostrati Madre e vigile custode per l’Italia e per l’Europa, affinché dalle antiche radici cristiane sappiano i popoli trarre nuova linfa per costruire il loro presente e il loro futuro; mostrati Madre provvida e misericordiosa per il mondo intero, perché, nel rispetto dell’umana dignità e nel ripudio di ogni forma di violenza e di sfruttamento, vengano poste basi salde per la civiltà dell’amore. Mostrati Madre specialmente per quanti ne hanno maggiormente bisogno: per gli indifesi, per gli emarginati e gli esclusi, per le vittime di una società che troppo spesso sacrifica l’uomo ad altri scopi e interessi. 

Mostrati Madre di tutti, o Maria, e donaci Cristo, la speranza del mondo! “Monstra Te esse Matrem”, o Vergine Immacolata, piena di grazia! Amen!       



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