L'itinerario quaresimale guidato dai frati della comunità della Porziuncola continua. Come ogni anno, infatti, i frati invitano i fedeli a vivere in pienezza il tempo di Quaresima, tempo favorevole di rinnovamento personale e comunitario che conduce alla Pasqua di Gesù Cristo morto e risorto, attraverso questi momenti di preghiera e riflessione sulla Parola di Dio
Il 26 marzo è stato fr. Mirko Mazzocato a guidare la meditazione nella Basilica, dopo i vespri delle 19.
Fr. Mirko ha incentrato la sua riflessione sulla Parola "Oggi sarai con me in Paradiso" (Lc 23,43).
Dal Vangelo secondo Luca: "Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio vi crocifissero lui e i malfattori uno a destra e l'altro a sinistra uno dei malfattori appeso alla croce lo insultava: non sei tu il Cristo? salva te stesso e noi, l'altro invece lo rimproverava dicendo: non hai alcun timore di Dio tu che sei condannato alla stessa pena? noi giustamente perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male e disse: Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Gli rispose, in verità io ti dico, oggi con me sarai nel paradiso."
“Oggi con me sarai nel Paradiso” risuona un po' nel mio cuore in maniera amplificata, perché proprio questa mattina il nostro confratello fra Ermanno, con cui ho vissuto, è “andato avanti”, come dicono gli alpini, è salito al cielo, al Paradiso che ha atteso nell'ultimo periodo con fermezza, con costanza, con abbandono.
È importante che nel nostro cammino quaresimale non ci dimentichiamo della mèta: un viaggio senza una meta non è degno di essere chiamato tale, ma la nostra mente tende a rimuovere la meta del nostro viaggio, è come se non esistesse. Solitamente - anche per chi crede - si parte nella fede pensando che la salvezza di Dio coincida con uno star bene, Dio mi deve proteggere, mi deve dare la salute, mi deve dare l'amore, mi deve dare il lavoro, Dio mi deve salvare e viviamo una sorta di delirio di eternità, come se questo viaggio che è la vita, non avesse mai fine. Tutti concentrati su qui ed ora, ma un viaggio senza meta diventa un vagabondaggio; poi cosa succede? Succede che la vita di solito si incarica di ricordarci che abbiamo i giorni contati e ci penseremo con l'età, qualche malattia importante, una diagnosi infausta, una persona cara che muore in un brutto incidente e tutto questo ci fa fare i conti con la meta, come dice il salmo 90: “insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio”.
“Oggi sarai con me in paradiso”. “Oggi” e “paradiso”: un ossimoro apparentemente perché il paradiso per noi è domani, mentre oggi è il presente in cui vivo immerso senza prospettive, un eterno oggi dove chiediamo a Dio di realizzare il paradiso nel mio oggi, qui è ora, ma questa è un’ideologia che prospetta un paradiso senza eternità, un paradiso che non faccia i conti con la morte.
Il contesto di questa frase è in Golgota, per parlare di paradiso serve un Golgota, per parlare di vita eterna occorre la morte p, per parlare di resurrezione Gesù dovrà dire che il figlio dell'uomo verrà consegnato e morire. La morte o tutto ciò che profuma di morte, è per noi l'occasione per tematizzare il paradiso che è la grande promessa; Gesù è crocifisso con due ladroni e muore per davvero. L'evangelista Luca sta dicendo che Dio ha la stessa sorte nostra, mentre per noi è normale arrabbiarci con un Dio che non ci salva dalla morte e ci dimentichiamo sempre di un Dio che muore come noi e come il ladrone sulla croce gli gridiamo: "Salvaci!", "Se sei il Cristo salva te stesso e anche noi!".
Che cosa vuol dire salvare? Viviamo in una cultura dove l'oggi è l'unica prospettiva, invece è importante ricordare che la nostra vita ha una fine, recita il salmo: “insegnaci a contare i nostri giorni”. C'è un senso positivo in questa richiesta: ricordarci che solo l'oggi per noi è garantito, che il domani non è nel nostro potere deciderlo o di assicurarlo, sappiamo con certezza solo che ieri è passato e che abbiamo l'oggi per amare, per donarci. Che cosa aspetti? quali garanzie hai che oggi non sia l'ultimo giorno per amare, per riconciliarti, per parlare con quella persona, per avere il coraggio di quella scelta, per dire il tuo sì?
Noi rischiamo di vivere in una sorta di eterno “carpe diem”, cioè viviamo al momento, dove il mantra è "come mi sento ora".
Qual è allora l'oggetto della speranza cristiana? Che cosa, se non il Paradiso? Quest'anno è l'anno in cui il Papa ha indetto il Giubileo della Speranza. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, questo compendio importante della nostra fede, al numero 1817, ci ricorda che "la Speranza è la virtù teologale per la quale desideriamo il Regno dei Cieli e la vita eterna come nostra felicità".
Appoggiandoci sulle promesse di Gesù Cristo che dice: “Oggi sarai con me nel paradiso”, la promessa più grande che Dio ha fatto a me e a te, non è stare bene (questo non l'ha mai promesso!) quello che Dio ti ha promesso è la vita eterna, è la meta del viaggio, è il luogo della dolcezza, della pace, della luce, della verità, della comunione, della libertà, dove staremo tutti. Ma non è solo qui ed ora.
Ma perché l'evangelista Luca sottolinea “oggi”? perché se la promessa fosse soltanto quella del paradiso, del premio finale sarebbe ben poco questa vita! Come posso dire che Dio è amore se l'unica cosa che promette è un premio nell'aldilà? ma non è neppure amore, è quell'amore che si concentra sull'oggi e non sulla meta vivi bene adesso, mangiamo e beviamo che domani moriremo. Che cos'è la cura, l'amore di Dio per noi? se non dirci che il paradiso può essere oggi?
Nel Vangelo di Luca la parola “oggi” è una parola chiave, è uno scrigno, è un tesoro che dice l'urgenza di sperimentare una salvezza nella mia vita personale e non soltanto una salvezza collettiva escatologica. “Oggi è nato per voi un salvatore che è Cristo Signore”. Quella notte a Betlemme per quei pastori, per tutti gli uomini. “Oggi si è compiuta la scrittura che avete ascoltato” in luca 4 nella sinagoga di Nazareth. È nell’oggi che la parola si compie, sennò i grandi maestri del sospetto della filosofia avrebbero ragione a dire che il paradiso è l'oppio dei popoli!
“Oggi sarai con me nel paradiso”! La parola il paradiso, lo dice il buon ladrone, è il Regno di Dio, il luogo dove Dio regna, è il luogo dove io do le chiavi della mia vita, del mio cuore a Dio, è quando io con san paolo nella seconda e la prima lettera ai corinzi dico: “Gesù è Signore” . Oggi nella mia vita forse noi stiamo di fronte a Dio chiedendogli di scendere dalla croce e non capiamo che il Regno dei Cieli è il luogo dove Dio viene a regnare con me. Fino a dove? fino alla morte.
Il Regno di Dio è il luogo dove io gli permetto di stare con me e io desidero stare con lui; il Paradiso sarà la relazione con colui che è il mio Signore, lì dove saremo in comunione tutti uno in Cristo e sarà gioia piena e sarà bellezza.
Come faccio ad anticipare il Paradiso e viverlo oggi? Vivrai qui e ora il Paradiso se in quella situazione precisa che stai vivendo adesso e non un'altra, tu dici: “Gesù tu sei il mio Signore, resta con me e fa che io resti con te”: allora capirai che è bene che Gesù non scenda dalla croce.
Oggi possiamo dirGli: “Signore ricordati di me, non dimenticarmi, non scendere dalla croce”, perché se starò con il Signore, sarò io che scelgo di stare con Lui in Paradiso tutte le volte che diventa l'Emmanuele, il Dio con noi nella mia vita. Quanta paura fa questo canale del parto stretto che è la morte che sta di fronte a noi come un grande spauracchio, ma è proprio da lì che dobbiamo essere partoriti, noi non vorremmo eppure è questa vita eterna che ci aspetta che deve illuminare il presente.
Diceva Benedetto XVI nella “Spe Salvi”, che "è l'attesa di un avvenire sicuro che illumina il mio presente", che non sia un vagabondaggio, un viaggio, che la meta sia Gesù Cristo. Gesù Cristo è il futuro di ogni uomo. Gesù è il tuo futuro e può essere il mio e il tuo presente.
Oggi scelgo di stare Signore con te in Paradiso, scelgo di dirti che tu sei il Signore della mia vita, in questa giornata, in questa sera, in questa relazione, in questa malattia, in questa morte, in questo lutto resta con me, non scendere dalla croce e allora sentiremo dolci al nostro cuore le parole di Gesù che si compiono per noi: “io resto con te”. Resta con noi Signore perché questa vita diventi un Paradiso anticipato e ci ricordi la meta di questo viaggio che è una meta di luce, di gioia, di pienezza, di pace, di consolazione.
Giubileo della Speranza 2025 Mirko Mazzocato Paradiso Porziuncola Quaresima Speranza
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