Emiliano - ma sarebbe più corretto chiamarlo Miliano, come viene citato nei più antichi documenti e come è ancora chiamato correntemente in Trevi – venne a Spoleto dall’Armenia alla fine del IIIsec. Consacrato vescovo da papa Marcellino, fu inviato a Trevi dove già esisteva una comunità cristiana evangelizzata, ormai da un secolo, da Feliciano vescovo di Foligno. Fu messo a morte sotto l’imperatore Diocleziano il 28 di gennaio del 304, insieme a tre suoi compagni, dopo innumerevoli supplizi invano inflittigli per indurlo ad abiurare. Fu decapitato a tre chilometri da Trevi, in località Bovara, zona sacra per i pagani, legato ad una pianta di olivo (albero monumentale ancora esistente). Patrono della città e del comune di Trevi, di cui fu il primo vescovo, è oggetto di culto e di grande venerazione da 17 secoli.
Il martirio e la morte sono minuziosamente descritti nella "Passio Sancti Miliani". Ne esistono due codici, uno del IX secolo a Montecassino e uno del XII secolo nell'archivio del duomo di Spoleto. Si ritiene che siano copie di un altro documento più antico, del V o VI secolo. Nel racconto della sua passione sono narrati episodi del martirio che fanno esplicito riferimento ad importanti elementi del territorio evidenziando quanto indissolubilmente la figura del Partono sia legata alla stessa Trevi. Le reliquie, di cui non si aveva più memoria, vennero rinvenute nel 1660 durante l’esecuzione di lavori nel duomo di Spoleto, forse trafugate a seguito di oscuri episodi delle feroci lotte medievali.
Ora sono conservate nella chiesa, al Santo intitolata da sempre, sul punto più alto dell’abitato di Trevi. La festa, celebrata da tempi remotissimi, in antico era molto più solenne, contornata da numerose manifestazioni sacre e profane, venendo a cadere agli inizi del carnevale.
La cerimonia più significativa è la straordinaria processione notturna, detta “dell’Illuminata”, la sera della vigilia (27 gennaio). È una delle più antiche manifestazioni “in tempo reale” risalente all’alto medioevo o addirittura al tardo antico. Vi prendevano parte, oltre al clero secolare e agli ordini regolari, le autorità e le rappresentanze delle varie arti e corporazioni medievali, sostituite ora dalle varie attività industriali, artigianali e commerciali del comune. Segue un percorso inalterato da oltre sette secoli, poiché ricalca il giro interno della mura antiche, non tenendo conto degli ampliamenti successivi al 1264.

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