Pubblichiamo l’omelia del Ministro generale OFM, fr. Massimo Fusarelli, per l’apertura del Perdono alla Porziuncola
Cari fratelli e sorelle, il Signore vi dia la sua pace! Eccoci di nuovo davanti al segno forte di una porta chiusa, oggi quella della Porziuncola. Cosa c’è di più brutto e di più imbarazzante di una porta chiusa? Credo poche cose. Pensiamo a quando ci tocca aspettare, suonare ripetutamente e non vedere quella porta aprirsi. Pensiamo a quando diciamo “buongiorno” a qualcuno e non riceviamo risposta, se non un muso lungo. Pensiamo a quando cerchiamo di entrare in quell’ansia, in quelle paure che portiamo dentro, senza riuscire a fare un passo in avanti: niente in noi sembra volersi aprire. Pensiamo alle porte che oggi sono chiuse per la pace, per l’accoglienza dei migranti che attraversano la terra e il mare, per gli scartati e gli esclusi delle nostre società; porte chiuse alla comunicazione e nelle famiglie, tra generazioni diverse, tra gruppi sociali. Tra poco aprirò una porta, quella della Porziuncola. Basterà il tocco della mano perché questa si spalanchi. Sembra fin troppo facile, non è reale. Le porte di cui ho parlato prima non si aprono, sono pesanti, sono serrate da catenacci visibili e invisibili. Perché questa invece si apre subito? Qual è il suo segreto? Proviamo a entrarci.
Noi faremo un piccolo cammino per arrivare ad aprire la porta di questa chiesetta; mentre tanti che arriveranno fino a domani, soprattutto giovani, avranno fatto un lungo cammino. Allora il primo segreto per vedersi aprire una porta che sembra sprangata è quello di mettersi in cammino. Nessuna porta si apre da sola. Non riesci a parlare con qualcuno, a perdonare? Riesci a sapere cosa c’è veramente dentro di te, dentro quella paura, quella distanza che provi? Mettiti in cammino. Fai almeno qualche passo. Non restare fermo. Non si deve fare per forza, non è una tassa da pagare. Solo se ci mettiamo in movimento qualcosa comincia a cambiare dentro di noi perché sulla strada vediamo le cose in modo diverso, cambia l’orizzonte la prospettiva, noi stessi cominciamo a cambiare. Noi cristiani chiamiamo questo cammino conversione e non è solo un atto, il gesto di un momento. Piuttosto è un cammino a tappe, una trasformazione graduale, un cambiamento che ci viene incontro perché non lo causiamo solo noi. Aprirò quella porta perché moltissimi possano entrarvi, a patto di stare in cammino. Se siamo venuti qui solo per “prendere” il Perdono, senza dei passi concreti di cambiamento, di spostamento, di cammino possiamo anche tornare a casa. Vi prego, chiediamoci qual è il passo di cammino che posso fare quest’anno per attraversare quella porta, quale terra abituale posso lasciare alle mie spalle ed entrare in una nuova. È possibile, il Signore ci attira, lo Spirito ci dona questa possibilità, non abbiamo paura.
Arrivati alla porta dobbiamo semplicemente bussare: non la possiamo sfondare, perché il perdono non si strappa, bensì si riceve. Bussiamo con forza e con delicatezza. Fidiamoci. C’è qualcuno che vuole aprirci, che ha già aperto, ma chiede il gesto della nostra disponibilità e apertura. Abbiamo ascoltato il Vangelo dell’Annunciazione: l’angelo ha fatto un cammino per arrivare da Maria. Qualche artista rappresenta l’angelo quasi atterrato davanti alla Vergine, quasi alla fine di un volo, di una corsa. Ha camminato. E poi con una mano sembra bussare al cuore di Maria, chiederle il permesso di entrare. In un altro quadro dell’annunciata quello di Antonello Messina, Maria stessa porta avanti la sua mano destra quasi a chiedere il tempo di una risposta, di una decisione, di un’apertura. Quante volte non riusciamo entrare nel perdono degli altri e di Dio, semplicemente perché non lo chiediamo, non ce la facciamo. Ci vergogniamo, oppure pensiamo che ci venga così addosso, mentre invece ci è chiesto un passo, un gesto, una disponibilità interiore, il desiderio e la volontà di entrare nel perdono. Infine, quando la porta si apre attraversiamo la soglia ed entriamo in una casa nuova per noi. Cercare la soglia è un altro simbolo potente. Vuol dire che posso fidarmi, che là qualcuno ci attende, che possono sentirmi accolto.
La Porziuncola, questa piccola casa, è un segno del grembo di Maria, del corpo della Vergine fatta Chiesa. Ci accoglie “la madre del bell’amore e del timore, della cognizione e della santa speranza” (Sir 24,22). Maria ci accompagna a scoprire ancora la tenerezza e la misericordia del Padre. Possiamo entrare in questa casa e sentirci a casa, finalmente. Sosteremo pochi secondi, penseremo con il capo basso come chi sa di non essere degno, ma poi lo alzeremo il capo e lo volgeremo con fiducia all’altare, segno di Cristo, alla Vergine che ci attende e potremo finalmente sorridere e sperimentare il perdono. Non appena un sentimento di sollievo e di benessere psicologico. Questo dura poco, svanisce presto. Bensì come ad essere veramente liberati e riconciliati, fatti nuovi, creati ancora una volta per essere figli di Dio, vivere come fratelli di Gesù e tra di noi e testimoniarlo con gioia e con audacia. Così la vita diventa nuova e diffonde una novità. Non teniamo la porta chiusa, mettiamoci in cammino, abbiamo il coraggio di bussare alla porta e finalmente attraversiamo la soglia, calpestiamo questa casa con gli occhi bassi, sostiamo lì e riceviamo il Perdono. Infine, usciamo da questa casa non solo per tenerci stretta la piccola gioia sperimentata, piuttosto per diffonderla con la nostra vita rinnovata.
La Vergine Maria, Regina degli Angeli, ci sostenga e chieda per noi al Signore che possiamo fare questo passo. Questo tempo che viviamo conosce tante porte chiuse, tante durezze… tante porte sbarrate e allora quanto ha bisogno di questi passi di questa apertura! Con Maria cantiamo: “ha disperso i superbi nei pensieri dei loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi”. Ecco la vera apertura, quella che Dio stesso opera, con la sua logica. In questo spirito auguro un buon Perdono di Assisi a tutti, soprattutto a chi forse ha paura di non vedere aprire questa porta e non crede che sia possibile per lui. Venite, entrate nella festa, la tavola è pronta, il Padre ci ama e ci accoglie e offre il suo perdono a tutti coloro che lo accolgono e aprono la porta della loro volontà, del loro cuore, della loro ragione. Diamo al Signore questa possibilità anche oggi! Buon Perdono a tutti!
Massimo Fusarelli Ministro generale Omelia Perdono Perdono di Assisi Porziuncola
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