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I serata del Triduo in preparazione al Perdono di Assisi 30 Lug 2023

Accogliere il dono della fede ci rende responsabili dei nostri fratelli

Sua Beatitudine mons. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme ha presieduto ieri sera il primo momento di preghiera del Triduo in preparazione alla solennità del Perdono di Assisi in Porziuncola. Il filo conduttore delle sue meditazioni in queste 3 sere verterà sulle domande: “Come è diventato un uomo di preghiera e di misericordia Francesco d’Assisi? Come è guarito da quella malattia, tanto diffusa ai suoi tempi ma anche ai nostri, che porta a vivere solo per sé stessi?”. Per rispondere a queste domande, mons. Pizzaballa ha scelto di farsi guidare dalle 3 icone bibliche dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe e di affiancarli a tre esperienze che hanno trasformato il cuore di san Francesco.

Nella prima meditazione, l’attenzione si è allora concentrata su Abramo, la cui vita è stata una vita di preghiera perché tutta spesa per stare di fronte al Signore. In particolare, nell’episodio dell’intercessione a favore delle città di Sodoma e Gomorra, è interessante notare che non è sufficiente la preghiera di Abramo, ma serve anche la presenza di 10 giusti. Ciò che salva una situazione è la presenza di un piccolo resto, luogo benedetto dalla presenza di Dio, una comunità che sappia stare di fronte alla presenza del Signore. Il segno di una vita che è stata toccata dalla misericordia è proprio la capacità di tenere insieme, di creare unità.

Anche Francesco d’Assisi si sente responsabile, come Abramo, verso chiunque perché nessuno sprechi la grazia di Dio. Leggendo infatti il capitolo 23 della Regola non Bollato possiamo notare come il Poverello includa ogni categoria di persone. Ci sono tutte le persone che formavano la società del tempo, nessuna esclusa, perché, in fondo, pur nelle differenze che non sono annullate, c’è qualcosa che accomuna tutti ovvero che tutti siamo ugualmente salvati e che solo se perseveriamo nella fede, cioè se accogliamo questa salvezza, che è gratuita e per tutti, diventiamo veramente persone. Accogliere il dono della fede allora ci rende responsabili dei nostri fratelli. Il desiderio che nasce dall’esperienza dell’incontro con il Signore ci spinge sempre fuori verso l’incontro con l’altro.



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