Nella meditazione per il secondo giorno del Triduo in preparazione alla solennità di San Francesco (vedi I serata) ci hanno guidato il Vangelo di Luca, 4, 1-13: “le tentazioni di Gesù nel deserto”, e lo Specchio di perfezione, dalle Fonti Francescane: “grave tentazione di Francesco per oltre 2 anni alla Porziuncola”. Fr. Mario ha iniziato la meditazione ricordando come il servizio al Signore espone sempre alla tentazione, e ogni cristiano lo sa: chi segue Gesù deve prepararsi a questa battaglia, come ci ha detto il vangelo di Luca, che viene proprio proclamato all’inizio della Quaresima.
Anche san Francesco vive questa esperienza, tanti episodi delle Fonti raccontano ciò, ma il racconto delle fonti letto questa sera ci racconta di una lotta ben più grande e lunga. Se ieri la prova è stata quella della spogliazione quella di oggi è la “grande tentazione” della vita di san Francesco, come dicono alcuni biografi. Proprio lui, che diceva ai frati di essere sempre lieti, vive la prova di essere triste a causa dei frati e delle diatribe con loro. Questa crisi avviene verso la fine della vita di san Francesco, in un momento in cui l’Ordine minoritico era fiorente e in espansione, e ciò pare paradossale, ma in realtà sono dinamiche tipiche di una famiglia che si ingrandisce e si istituzionalizza.
Sono diverse le situazioni che deludono san Francesco: la Regola diversa dall’idea iniziale, la richiesta di privilegi e di abitazioni e di strutture, uno stile di vita poco evangelico, episodi che confluiscono in diversi testi delle Fonti, tra i quali è emblematico quello della “perfetta letizia” laddove si immagina di venire rifiutato dai suoi fratelli proprio alla Porziuncola. Francesco vede l’intuizione di una vita che segue solo il Vangelo inserita man mano in una struttura che non vede sua e che di conseguenza lo fa soffrire. Francesco si sente abbandonato dai suoi frati e anche da Dio che in un momento di intimità gli rivela che non è lui ad aver piantato la famiglia francescana, ma il Signore stesso, che la ama a tal punto che non la lascerà mai, rimanessero anche solo tre frati!
È una tentazione questa che tocca quindi anche la fede di Francesco e non solo le relazioni con i fratelli. Francesco deve spogliarsi della sua idea di fraternità, deve maturare e conoscere una rinnovata fiducia in Dio che lo condurrà a una fede più matura e salda. Il passaggio di farsi da parte per far sì che l’altro cresca è sempre difficile e fonte di difficoltà, ma è necessario per essere liberi e non possessivi ed egoisti appropriandosi dei doni di Dio che, attraverso di noi, ha voluto dare al mondo intero.
Francesco sperimenta la paura del fallimento e si fa vicino a noi che, in questo tempo di pandemia, abbiamo vissuto e viviamo questa angoscia e una certa mancanza di fede. Come Abramo, Francesco alla fine credette in Dio e continuò il suo cammino con speranza maggiore e una fede più salda. La letizia predicata ora si può dire anche vissuta e così la testimonianza diventa più credibile ed efficace.
Ci aiuti san Francesco a restare nella prova più grande della vita guardando al Signore, confidando in Lui, chiedendo la perseveranza nelle scelte e la grazia di essere fedeli al progetto di Dio sulla nostra vita.
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