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A 38 anni dallo storico incontro voluto da Papa San Giovanni Paolo II, si è ripetuta ad Assisi l’invocazione per la pace 27 Ott 2024

Al Refettorietto si chiudono le celebrazioni dello Spirito di Assisi

Si sono concluse nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, nel pomeriggio del 27 ottobre, le celebrazioni per la memoria del 38esimo anniversario di un’esperienza che ha segnato una tappa fondamentale nel dialogo tra le religioni, e che nel tempo ha assunto il nome di ‟Lo Spirito di Assisi”.

38 anni dopo, la stessa invocazione per la pace

Era il 27 ottobre 1986, quando Papa San Giovanni Paolo II aveva avuto la profetica intuizione di invitare i rappresentanti delle varie religioni del mondo ad Assisi, perché si elevasse all’unico Dio, da tanti cuori e in diverse lingue, un solo canto di pace.

A 38 anni da quel giorno, si è ripetuta ad Assisi questa invocazione a più voci per un mondo migliore, rinnovato, profondamente fraterno e puramente umano. L’evento racchiude un messaggio importante e cioè il desiderio di pace, condiviso da tutte le persone di buona volontà, tendendo ben fisso lo sguardo sulla situazione del mondo e il rapporto tra i vari popoli.

L’unico vero Dio: il Dio della Pace

Lo Spirito di Assisi quest’anno ha preso avvio venerdì nella sala della Spoliazione del palazzo Vescovile, seguito dalla preghiera, il 26 ottobre, nella chiesa della Cittadella-Laudato Si’. Nella mattina della domenica, la solenne celebrazione liturgica nella Basilica Superiore è stata presieduta da Monsignor Domenico Sorrentino, Vescovo delle diocesi di Assisi - Nocera Umbra e Gualdo Tadino.

«Quello che San Giovanni Paolo II fece nel 1986, proprio qui dove ci troviamo – ha detto il Vescovo nell’omelia –, mettendo insieme tutte le fedi e le religioni, è stato testimoniare all'umanità che il nostro Dio, il vero Dio, l'unico Dio, perché non ce ne sono tanti, non è un Dio della guerra, ma un Dio della pace: è un padre che sente il bisogno di accarezzare i suoi figli e non vede l'ora di riabbracciarli. Gesù è il Dio che si è totalmente disarmato, come San Francesco, che si spoglia, si denuda».

Francesco resta un’icona immortale, sempre attuale, della pace: non da contemplare, ma da mettere nel cuore.

Al Refettorietto la preghiera di tutte le religioni

Nel Refettorietto della Basilica si è svolta nel pomeriggio la toccante preghiera interreligiosa, aperta dalle parole di accoglienza da parte di Don Tonio Dell’Olio, presidente della commissione “Spirito d'Assisi” e di fr. Danilo Tremolada, Vicario del convento Porziuncola.  «Siamo in un tempo in cui la guerra infierisce, insieme ad altri mali di questo mondo: abbiamo bisogno di appuntamenti come quello di oggi, per non perdere la speranza invocare insieme la pace», ha detto fr. Danilo.

Le preghiere sono state scandite dalla musica a cura di Arca di Nazareth in Nova Laude. Dopo la lettura del documento del 2019 sulla “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” di Abu Dhabi, Antonella Violi della Chiesa Valdese ha pregato con le parole del salmo 85. Brother Finnian della Chiesa Anglicana ha letto la preghiera ispirata alla versione aramaica delle Beatitudini di Gesù, mentre per quanto riguarda l’Islam, Judi Chahien ha invocato Allah di infondere sull’umanità l’amore per il Creato, la pace e la fraternità: Mohammad Bezzaz ha recitato cantando la prima sura del Corano, “Al Fatiha”, l’Aprente.

La “preghiera delle madri” della tradizione ebraica è stata letta da Thérèse Goshen-Gottstein in collegamento da Gerusalemme. È stato poi il turno della Chiesa ortodossa rumena con la preghiera di Padre Petru Heisu,  e di Erika Chierico, che ha condiviso uno stralcio degli scritti della tradizione Baha’i, facendo proprio il desiderio di pace dell’umanità intera.

La preghiera sia è conclusa con le parole di Monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi Nocera Umbra e Gualdo Tadino e Foligno invitando tutti i partecipanti al momento di fraternità  presso la sala San Giuseppe.



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