Con il cuore colmo di attesa e il volto rivolto al mistero pasquale, centinaia di fedeli si sono radunati presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli per celebrare la Domenica delle Palme, che introduce solennemente la Settimana Santa, culmine dell’anno liturgico e centro della fede cristiana. La giornata si è snodata attraverso momenti di intensa spiritualità, guidata dalla Parola, dalla liturgia e da una profonda comunione ecclesiale.
Alle prime luci del giorno, la benedizione delle palme nel sagrato
Alle ore 7:00, nel sagrato della Basilica, si è tenuta la prima benedizione delle palme, presieduta da fra Cornelio Pallares, della fraternità della Porziuncola. Un momento carico di simbolismo e semplicità, vissuto in silenzio e preghiera. I presenti, molti dei quali pellegrini giunti da varie parti d’Italia e del mondo, hanno accolto i rami d’ulivo, segno della pace che Cristo porta entrando a Gerusalemme. Al canto del "Hosanna al Figlio di Davide", il cuore della comunità si è aperto alla speranza che nasce dall’amore disarmato del Messia.
La comunità parrocchiale si raccoglie sulla piazza della Basilica
Alle ore 9:30, la piazza antistante la Basilica ha accolto la comunità parrocchiale per la seconda benedizione delle palme. Un rito semplice, ma denso di significato, che ha preceduto la consueta Messa parrocchiale delle ore 10:00. I parrocchiani, le famiglie, i bambini del catechismo con i loro rami, si sono stretti attorno a fra Saul Tambini, parroco di Santa Maria degli Angeli, e alle confraternite locali in un clima familiare, quasi domestico, ma non per questo meno profondo. Il canto e la Parola hanno introdotto l’assemblea a un ascolto attento della Passione, che già cominciava a delinearsi nel cuore di tutti.
Solenne celebrazione eucaristica alle 11:30 presieduta da fra Massimo Travascio
Il momento culminante della giornata è stato la Santa Messa solenne delle ore 11:30, presieduta da fra Massimo Travascio, custode della fraternità della Porziuncola. La celebrazione ha avuto inizio con la processione delle palme e l'ingresso liturgico, che rievoca l’entrata messianica di Gesù a Gerusalemme: un Re che cavalca un umile asinello, acclamato dal popolo ma consapevole del cammino di sofferenza che lo attende.
Durante l’omelia, fra Massimo ha invitato tutti a entrare con fede nel mistero della Settimana Santa:
“Entriamo nella Settimana Santa ascoltando il racconto della Passione di Gesù. Attorno a Lui si raduna una moltitudine: folle, soldati, donne... un’umanità variegata e confusa. Ma per comprendere in profondità questo tempo sacro, ci basta soffermarci su alcuni personaggi che ci aiutano a riflettere su noi stessi.
Giuda e Pietro, entrambi peccatori, tradiscono in modi diversi. Ma ciò che li distingue non è l’errore, bensì la risposta all’amore. Pietro, pur cadendo, si lascia salvare, accoglie il perdono di Cristo, più grande del suo peccato. È questo il passaggio fondamentale a cui siamo chiamati anche noi: lasciarci amare, nonostante le nostre fragilità.
Poi ci sono Pilato ed Erode, amici di convenienza, che preferiscono mantenere i propri interessi piuttosto che aprirsi alla verità. Anche oggi, tante volte, siamo tentati di barattare la Buona Notizia per un tornaconto personale. Ma il Vangelo ci chiama a fidarci e ad affidarci, senza calcoli.
Infine incontriamo Simone di Cirene e Giuseppe d'Arimatea. Il primo è costretto a portare la croce, il secondo chiede il corpo di Gesù per offrirgli sepoltura. Due gesti diversi, ma entrambi esprimono una scelta: accogliere Cristo nella concretezza della vita.
Possiamo vivere questa settimana in tanti modi, ma ciò che conta davvero è lasciarci coinvolgere dall’amore di Dio, alzare lo sguardo a quella croce che, da strumento di morte, diventa trono di gloria.”
Le parole del custode hanno trovato eco nella proclamazione della Passione secondo Luca, momento centrale della liturgia odierna. La narrazione sobria e potente del Vangelo ha accompagnato i fedeli nel mistero del dolore redentivo di Cristo, che si consegna, viene tradito, abbandonato e crocifisso, senza mai smettere di amare.
Un popolo in cammino verso la luce della Risurrezione
La celebrazione si è conclusa con un clima di silenzio e raccoglimento, segno della profondità vissuta da ciascuno. Le palme benedette, strette tra le mani, sono tornate nelle case come segno di pace, memoria viva di una liturgia che non resta chiusa tra le mura della chiesa, ma si fa seme di Vangelo nel quotidiano.
In questa Domenica delle Palme, la comunità di Santa Maria degli Angeli si è lasciata condurre dallo Spirito in un pellegrinaggio interiore: un cammino che passa per la Croce ma guarda già alla gioia pasquale, alla luce che nessuna notte può spegnere. È il cammino della Chiesa, è il cammino di ciascuno.
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