Il canto orante dell’inno Akathistos è un appuntamento molto atteso e partecipato del calendario della Porziuncola: sono infatti più di 25 anni ormai che ritorna nella Veglia dell’Immacolata Concezione. Pur in mezzo ai ponteggi (che presto però lasceranno definitivamente la basilica), anche quest’anno ha riempito di voci gli ampi spazi della basilica, la sera del 7 dicembre, alla presenza di numerosissimi pellegrini, religiosi, fedeli.
Tale inno è così chiamato perché generalmente si canta in piedi (appunto non seduti); è un inno catechetico-liturgico che nasce nella tradizione delle Chiese bizantine ortodosse ed è tuttora pregato dai russi, dai greci, dai rumeni e da coloro che si rifanno a tale tradizione.
Si tratta di una composizione in cui, al contempo, si annuncia, si insegna e si loda ora la Santa Trinità, ora il Nome di Gesù, ora la Vergine Maria Tuttasanta, come pure un santo, un evento liturgico. Suddiviso in 24 stanze proclamate alternativamente nel canto e nella lettura, viene intercalato da ritornelli gioiosi o meditativi: il racconto dei misteri divini procede quindi allo scopo di insegnare lodando e di cantare apprendendo. E si conclude immancabilmente con un tonante Alleluia alla Madre di Dio, Vergine e sposa!
La celebrazione di quest’anno è stata presieduta da S.E. Mons. Andrea Andreozzi, Vescovo di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola; hanno sostenuto il canto alcuni membri della Corale della Porziuncola e i giovani delle nostre case di formazione sotto la direzione di p. Matteo Ferraldeschi; la signora Isabella Giovagnoni e frate Dante Serra le due voci narranti. Come a tutti gli altri appuntamenti della Novena hanno partecipato anche i fratelli e le sorelle della confraternita dell'Immacolata.
Dopo la proclamazione del Vangelo dell’Annunciazione il Vescovo ha tenuto una breve omelia in cui ha dato a Maria e alle stanze della sua casa alcuni titoli:
“Porta del Cielo: Maria ci invita ad aprire le stanze più buie del nostro cuore affinché lei ci raggiunga, ci prenda per mano ed ci accompagni nell’attraversare quei limiti difficili da passare; Porta di Speranza: citando una profezia di Osea che dice ‘Trasforma la valle di Acor in Porta della Speranza’, Maria diviene fattrice e annunciatrice di nuove cose, insperate; Porta della Pace: guardando i fatti di cronaca mondiale di questi ultimissimi anni chi, se non da lei, possiamo supplicare ed attenderci la fine di ogni tragedia e, finalmente, la pace; Porta dell’Ospitalità: l’invito è ad accoglierci come fratelli e sorelle, a raccontarci le personali esperienze di fede per poi uscire a raccontarle e far entrare molti nella comunità, nella Chiesa”.
Molti sono i titoli cantati durante il canto dell’Inno Akathistos; vogliamo riproporne una decina per riprendere l’invito che il Vescovo Andrea che, terminando l’omelia, ha rivolto a tutti i numerosissimi presenti: “Tra i tanti titoli sceglietene uno e da domani, Solennità dell’Immacolata Concezione, ripetetelo, cantatelo come una giaculatoria”:
Ave, tu vetta sublime a umano intelletto
Ave, la scienza dei dotti trascendi
Ave, tu campo di ricchissime grazie
Ave, tu madre dell’Agnello Pastore
Ave, per te fu spogliato l’inferno
Ave, o Madre dell’Astro perenne
Ave, ministra di sante delizie
Ave, bell’albero ombroso che tutti ripari
Ave, tu barca di chi ama salvarsi
Ave, o tu che annientasti il gran seduttore
Ave, o coppa che versi letizia
Ave, tu farmaco delle mie membra
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