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Fr. Matteo Curina guardiano dell’Eremo delle Carceri ha presieduto la solennità dell’Epifania 06 Gen 2025

Epifania all’Eremo delle Carceri: il Signore continua a manifestarsi nella nostra vita

L’Eremo delle Carceri, sito alle pendici del Monte Subasio, luogo di riflessione e silenzio, fu rifugio per san Francesco e i suoi seguaci che vi si ritiravano per praticare la preghiera e la penitenza nelle grotte naturali del monte, nel cuore della fitta boscaglia. Il nome stesso, "Carceri", evoca il desiderio di distacco dal mondo per una vita ascetica.

Nella mattinata del 6 gennaio qui si è fatta memoria dell’Epifania e la festa, che commemora la manifestazione di Gesù Cristo ai Magi, si è rivelata un momento di riflessione e raccoglimento per la comunità e per i pellegrini convenuti, invitati a riflettere sul significato dell’evento.

La visita a Betlemme dei tre sapienti, spinti dalla stella cometa, è stata riletta come un invito a mettersi in cammino alla ricerca di Dio perché «il Signore si è manifestato – ha esordito nell’omelia fr. Matteo Curina, guardiano dell’Eremo, che ha presieduto l’eucarestia – ma oggi desidera continuare a manifestarsi nella nostra vita».

«I Magi si mettono in cammino dall’Oriente, da lontano – ha continuato fr. Matteo Curina – perché hanno visto spuntare una stella. Come può essere riletto per noi questo segno? In latino stella si dice siderum, ed è molto vicino a una nostra parola italiana, desiderio: un modo in cui il Signore si manifesta nella vita delle persone spesso è a partire dai loro desideri più veri, dalle loro domande, da quello che cercano nel profondo».

Fr. Matteo ricorda ai fedeli la storia di San Francesco legata a questo particolare luogo: «Anche Francesco viene qua perché è spinto da un desiderio. “Signore che cosa vuoi che faccia?”. È questo è il desiderio che lo muove. E quando i Magi arrivano a Gerusalemme per sapere dal re Erode dov'è nato il Re dei Giudei, lui va a consultare gli scribi, i sacerdoti, la parola di Dio. Ecco, ciò ci indica veramente dove sta il Signore: nella Parola. È la Parola di Dio che guida i Magi a Betlemme, ed è la parola di Dio che veramente illumina le profondità della nostra vita. Perché la vita è il Signore Gesù».

«Erode non si mette in cammino perché ha paura che il Signore, il Re dei Giudei, venga a detronizzarlo. Facciamo molta attenzione, perché c'è un nemico della vita spirituale e sono le nostre paure: il Signore invece ci vuole dare la pienezza, non viene a toglierci niente. Andiamo senza indugio, come i Magi, ad adorare quel Bambino che nell’Eucarestia si farà nostro cibo e nostra bevanda».

Al termine della celebrazione, il bacio del bambinello, un rito che si ripete ogni anno e che riesce sempre a coinvolgere con partecipazione la devozione dei fedeli presenti.



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