In un pomeriggio di sole ancora caldo, che non sembrava nemmeno ottobre, sono stati accolti gli oltre 250 pellegrini valdostani, preceduti dai labari dei 74 comuni della Valle d’Aosta, guidati dal Vice-Presidente della piccola Regione Luigi Bertschy e dal Vescovo di Aosta, Mons Franco Lovignana.
Dopo il Transito del 2022 in cui la CEI, come segno di gratitudine per quanti si erano prodigati nel far fronte alla pandemia, aveva voluto, insieme, rappresentare tutta la Nazione, riprende in questo più sereno 2023 la turnazione di una Regione a nome di tutta l’Italia.
La preghiera è stata presieduta da S. Ecc.za Mons. Franco Lovignana, Vescovo di Aosta e Presidente della Conferenza episcopale piemontese. Il canto dei salmi, le letture bibliche e la proclamazione dello splendido e struggente racconto del beato Transito del Serafico Padre Francesco hanno preparato le brevi e apprezzate parole del pastore della piccola comunità cristiana della Valle d’Aosta.
“Francesco, icona perfetta di Gesù, spogliò sé stesso della sua umanità affinché potesse divenire trasparente. E, di spogliazione in spogliazione (malattie, fatiche, incomprensioni…), il Cristo cresceva fino alla perfetta identificazione col dono delle Stimmate. Ma, insieme alle sofferenze sgorgò, pure, la gioia per abbracciare tutte le creature, come testimonia il toccante Cantico di Frate Sole, ascoltato come inno di questi luminosissimi Vespri. Questa umanità trasfigurata di Francesco, crocifissa e gioiosa, entra nella gloria di Dio e diventa un dito puntato e rivolto a noi: come siamo e come viviamo in quanto cristiani?”.
Citando San Francesco Mons. Lovignana termina ricordando come sono beati e benedetti coloro che amano Dio; adoperando le parole stesse di San Francesco invita ad amarlo con cuore puro e rivolgere a Lui lodi e preghiere e fare frutti degni di conversione. “Siate caritatevoli, umili e fate elemosine. Non siate sapienti secondo la carne ma, piuttosto, semplici umili e casti: mai sopra gli altri bensì servi di tutti e sottomessi. Auguro ad ognuno che il Signore ci conceda di essere così, in compagnia di Francesco”.
Segue poi la processione dei doni in cui, oltre agli eccellenti prodotti enogastronomici della benedetta terra valdostana, si fa notare una graziosa scultura in legno di noce offerto dal Presidente della Regione dr. Alberto Bertin, raffigurante un San Francesco e il lupo, opera dell’artista Giangiuseppe Barnasse. Il canto del Magnificat e alcune intense parole di ringraziamento del Ministro generale dei Frati Minori, p. Massimo Fusarelli, chiudono la toccante celebrazione: “La morte, ultima solitudine, estranea, nemica... è per Francesco il luogo in cui si rendono manifesti legami, relazioni, lode, benedizione. Per Francesco la morte (già chiamata da lui sorella) è la sua la penultima parola; egli non le va contro ma incontro”.
Quando poi l’oscurità aveva ormai coperto con le sue ombre il dolcissimo Transito di Francesco, il piccolo luogo dove tutto si è compiuto si è nuovamente riempito per la consueta Veglia di preghiera presieduta da M. R. P. Roberto Genuin, Ministro Generale dei Frati Minori Cappuccini.
Partendo dalla piazza alla luce delle tremolanti fiammelle delle candele, la processione si è svolta pregando inni, salmi e cantici di lode di intercessione... e la notte è parsa più luminosa dl giorno. A seguire la proclamazione delle due letture dell’ufficio vigiliare (San Paolo ai Romani e Prima regola di San Francesco) e quindi la meditazione del Ministro generale cappuccino di cui riportiamo alcuni brani.
“Stiamo compiendo un ideale pellegrinaggio. Siamo partiti dalla nostra terra deserta, arida e senz’acqua… E camminiamo in questo ideale pellegrinaggio perché Dio Padre ha verso di noi un’amorevole tenerezza. La meta di tale pellegrinaggio non la conosciamo ma l’abbiamo già scorta. Già abbiamo scorto quanto sono amabili le sue dimore. E questo è accaduto ogni volta che abbiamo aperto il cuore ai fratelli. Questo pellegrinaggio ci chiama e ci porta a riparare la Chiesa, costruire vicinanza, costruire ponti, costruire dialogo… Come potrà avvenire con gente come noi, peccatori… infedeli e inaffidabili? Solo con la forza del Signore e non invece contare troppo sulle nostre forze capacità e competenze. E come ogni pellegrinaggio anche il nostro chiede delle regole da rispettare. Per noi oggi come fu per Francesco allora la regola insopprimibile era è e non potrà che essere il Vangelo”.
Col canto solenne del Te Deum si conclude la veglia e ugualmente termina la densa giornata del Transito.
Massimo Fusarelli Ministro generale Porziuncola Roberto Genuin San Francesco Transito di San Francesco Vescovo
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