Ai piedi di Assisi si erge solenne e maestosa la Basilica papale di Santa Maria degli Angeli, costruita per volere di papa Pio V tra il 1569 e il 1679: il progetto architettonico venne affidato all’architetto perugino Galeazzo Alessi. Proprio qui, il 25 marzo, prenderà vita un evento importante per la storia della Basilica: "Così abbiamo salvato la Porziuncola” – evento a conclusione dei lavori di consolidamento e restauro post-sisma del 2016.
Scrigno per la Porziuncola
L’edificio funge da scrigno sacro posto a protezione della Porziuncola, piccola e umile cappellina dove Francesco d’Assisi, dopo aver compreso la sua vocazione, fondò l’Ordine dei Frati Minori nel 1209 e nel 1211, con la vestizione di Chiara d’Assisi, vi fu istituito anche l’Ordine delle Clarisse. Alla Porziuncola, il Cristo apparso a Francesco concesse per l’intercessione della Vergine Maria la straordinaria Indulgenza del Perdono di Assisi (1216). Presso l’abside della Basilica, all’interno, si trova la Cappella del Transito, ove San Francesco “accolse la morte cantando” la sera del 3 ottobre 1226.
La missione dei frati: tutelare questo luogo, seguendo l’imperativo di Francesco
«Guardatevi, figli miei, dall’abbandonare mai questo luogo. Se ne foste cacciati da una parte, rientratevi dall’altra, perché questo luogo è veramente santo e abitazione di Dio! – cita fr. Saul Tambini, parroco di Santa Maria degli Angeli e direttore del Museo della Porziuncola –. Queste sono le parole di San Francesco, come ci sono state tramandate dalle fonti. Ecco perché tutelare questo luogo per noi è una missione: la sua importanza storica si lega inevitabilmente con quella artistica, considerato lo sviluppo nei secoli e la devozione di questo luogo, che oggi racchiude e tutela, oltre la Porziuncola, anche opere d’arte, dipinti, affreschi, pale d’altare, vasi sacri, ostensori, reliquari.
Tracce indelebili dei più importanti artisti italiani
«Non tutti sanno – continua la Dott.ssa Donatella Vaccari, curatore del Museo della Porziuncola e referente per i Beni Culturali della Provincia Serafica – che sono passati per la Basilica di Santa Maria degli Angeli un susseguirsi di maestranze, pittori, scultori, scalpellini - uno più importante dell’altro nel panorama artistico italiano - lasciando tracce indelebili. Grazie a pittori come Cimabue, Pietro Perugino, il Maestro di san Francesco, Pomarancio, Sermei, Andrea della Robbia, lo Spagna, Providoni, Overbeck… questo luogo, oltre che delle storie personali dei tanti pellegrini, può essere considerato anche un percorso privilegiato per la storia dell’arte».
I lavori: un’occasione per il restauro delle opere
Quando si è reso necessario un intervento importante sulle strutture della Basilica, compromesse dal sisma del 2016, si è aperta l’opportunità di poter intervenire anche sul recupero degli apparati decorativi delle dieci Cappelle delle due navate laterali, i dipinti murali, i grandi teleri, gli arredi lignei.
«E tutto questo – chiarisce Donatella Vaccari – è stato possibile grazie alla sinergia tra la proprietà, la Soprintendenza dell’Umbria e le due ditte di restauro».
«Oggi, finalmente, possiamo dire – conlcude fr. Saul Tambini – che restituiamo alla città e al mondo uno scrigno di arte e spiritualità imprescindibile per comprendere san Francesco e il movimento che ha preso il via proprio da questo luogo, ma anche per capire quanto l’arte abbia da Assisi fatto un passo deciso in avanti nel descrivere il senso dell’uomo e il suo destino nel mondo».
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