La solennità di Tutti i Santi è iniziata nella notte del 31 ottobre con la Veglia di preghiera alla Porziuncola, presieduta da fr. Carlo Maria Chistolini, Ofm Capp.
La meditazione di fr. Carlo è scaturita dal versetto del Libro del Levitico “Siate santi” (Lv 19, 2) attraverso il quale il frate cappuccino ha offerto la sua riflessione tracciando il cammino verso la santità, meta di ogni cristiano.
I santi: coloro che hanno trovato il senso della vita
Fr. Carlo Maria Chistolini ha esordito con il testo di una famosa canzone di Vasco Rossi: «”Voglio trovare un senso a questa vita. anche se questa vita un senso non ce l’ha”… Queste parole sono cantate spesso da tanti giovani - e meno giovani... Invece questa sera la liturgia ci fa guardare la moltitudine di tanti fratelli e sorelle che un senso lo hanno trovato, anzi, più che un senso, hanno trovato colui che ha dato senso alla loro vita: Gesù Cristo».
«Sarebbe davvero bello – ha continuato fr. Carlo Maria – se questa sera ciascuno di noi tornasse nelle proprie case, nelle proprie comunità con questo desiderio nel cuore: essere santi. Perchè c'e una sola tristezza nel mondo, ed è quella di non essere santi. La vita è pesante quando è vuota, ce lo ricorda don Tonino Bello, mentre dobbiamo riempirla di qualcosa di importante, così come hanno fatto i santi. Per questo noi ora faremo la cosa più vera e essenziale che è quella di metterci in adorazione, stare davanti a Lui, che è il Santo dei Santi, il tre volte Santo: il Santissimo Sacramento».
Dopo l’adorazione eucaristica, una processione si è avviata verso la Cappella del Crocifisso, in cui sono state esposte alcune delle numerosissime reliquie dei santi, conservate nel deposito della Basilica. Qui è stata letta la preghiera per i santi, prima della conclusione della veglia.
Le reliquie nella Cappella del Crocifisso
« È un patrimonio inestimabile – spiega fr. Cornelio, che ha allestito la Cappella con le reliquie – che annovera reliquie dei santi di secoli fa, come San Francesco, Santa Caterina, San Bernardino da Siena, San Bonaventura, fino a quelli più recenti, come i pastorelli di Fatima, Carlo Acutis che presto sarà santo, e le reliquie di Jerzy Popiełuszko, martire polacco».
I quadretti stati confezionati proprio da fr. Cornelio attraverso una tecnica antica: «Si chiama filigrana di carta, è un’arte antica che consiste nell'uso di strisce di carta che vengono arrotolate, modellate e incollate insieme per incastonare e valorizzare le reliquie».
“Limitati e fragili come noi”
La cappella con le reliquie rimarrà allestita e visibile fino alla fine delle festività legate ai Santi e ai Defunti.
«Le reliquie sono importanti – continua fr. Cornelio – non soltanto perché ci possono fare emozionare, ma perché aiutano la persona a desiderare la santità. Infatti la preghiera che sta lì esposta, nella Cappella, sottolinea come questi Santi siano stati uomini limitati e fragili, eppure sono arrivati a diventare Santi: “limitati e fragili come noi”».
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