ePrivacy and GPDR Cookie Consent management by TermsFeed Privacy Policy and Consent Generator
Il cardinale Tettamanzi per il vescovo cappuccino Luigi Padovese 07 Ago 2017

Chicco di grano francescano seminato in Turchia

Il cardinale Dionigi Tettamanzi va ricordato anche per aver voluto celebrare solennemente nel Duomo di Milano i funerali di monsignor Luigi Padovese, Vicario Apostolico dell’Anatolia, ucciso in Turchia giovedì 3 giugno 2010. Durante la celebrazione con le esequie, il card. Tettamanzi – che da Arcivescovo di Milano ebbe modo di ascoltare gli esercizi che nel 2004 Padovese predicò ai vescovi lombardi – pronunciò la seguente omelia:

Siamo onorati di accogliere nel grembo della nostra Chiesa Ambrosiana, per l’ultima volta, il corpo di mons. Luigi Padovese, questo figlio della nostra terra e della nostra Chiesa che, per chiamata di Cristo, è divenuto figlio e padre della Chiesa di Turchia. Ora, raccolti attorno alle sue spoglie mortali, abbiamo ascoltato con commozione tutta particolare le parole di Gesù che fra poco rivivremo nel rito eucaristico: “Questo è il mio corpo che è dato per voi! Questa è la nuova alleanza nel mio sangue che viene versato per voi!” (Lc 22,19s). In queste parole c’è tutta la potenza dell’amore di Cristo che ha stretto con noi un’alleanza perenne nel suo sangue. Così le commentava padre Luigi: “L’alleanza nel sangue di Cristo è del tutto diversa dai riti antichi. La vita non viene più dalla morte e dal sacrificio di altri, ma piuttosto nell’offerta di sé, dalla morte di sé per la vita di altri. È la fine della violenza! È una offerta volontaria! E al principio della selezione, proprio degli uomini, subentra il principio di solidarietà” (20 ottobre 2009). Queste parole di Gesù sono la vita quotidiana di ogni sacerdote; ma ascoltandole oggi risuonano di intensità straordinaria e diventano come un potente fascio di luce che illumina tutta la vita di mons. Padovese. “Vero discepolo di Cristo”: anche il vescovo Luigi ha dato il suo corpo e ha stretto un’alleanza nel suo sangue, offrendo tutto se stesso per l’annuncio del Vangelo e per la vita di coloro che gli erano stati affidati.

Nell’esistenza di questo nostro fratello e padre si è realizzata la parola di Gesù che ha paragonato la vittoria della sua Pasqua al mistero del seme che porta frutto nel suo morire: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto” (Gv 12,24).

Chicco di grano caduto in terra è stata la vita di padre Luigi, che ha accolto come una chiamata della Provvidenza di Dio il suo ministero di Vescovo di Anatolia. In questa terra turca, che aveva tanto studiato, mons. Padovese ha voluto inserirsi e lasciarsi macerare, amando questo nobile popolo.

Chicco di grano si è fatto padre Luigi diventando guida della Chiesa di Anatolia, una Chiesa di minoranza, spesso sofferente e provata. Nella lettera pastorale del 2007 mons. Padovese scriveva alla sua Chiesa: “Posso dirvi che sono felice di essere con voi e ringrazio Dio del privilegio di fare parte della nostra chiesa di Anatolia. Le difficoltà che ho sperimentato erano forse una prova per vedere se veramente amo questa nostra comunità” (Siamo successori di Paolo e dei primi cristiani, 2). Chicco di grano, che silenziosamente porta frutto, è stato padre Luigi nei suoi incessanti sforzi di costruire spazi di dialogo e di incontro tra culture, tra religioni, tra gli stessi cristiani. Ogni uomo di buona volontà riconosce in questo Vescovo mite e sapiente un vero costruttore di riconciliazione e di pace, a partire dal rispetto reciproco e dall’ accoglienza fraterna.

Chicco di grano, infine, padre Luigi lo è stato in quell’ultimo drammatico istante della sua vita, mentre era accanto a un fratello che considerava amico e figlio. Il suo corpo e il suo sangue sono davvero caduti sulla terra di Turchia e, pur nel dolore e nelle lacrime, ci appaiono per quello che sono davvero: non più segni di una vita strappata da violenza insensata e tragica, ma offerta viva di sé che padre Luigi ha vissuto in ogni giorno della sua missione di Vescovo, di amico della pace, di fratello di ogni uomo per amore di Cristo Signore.

Cari fratelli, questo chicco di grano caduto sulla terra porta e porterà molto frutto! Il corpo dato e il sangue versato, in virtù della Pasqua di Cristo, non sono sacrificio vano, ma sono un rinnovarsi dell’Alleanza e un progresso nel cammino incontro al Regno di Dio che viene.

Un ultimo pensiero voglio rivolgere in modo particolare ai fratelli della Chiesa di Turchia così duramente provati dall’uccisione del loro Vescovo. Da oggi la Chiesa di Milano si sente legata a voi in modo ancora più profondo e particolare. Già l’amore di padre Luigi per voi e la sua passione per la Chiesa di Anatolia ci avevano coinvolti nella vostra storia di fede e nel vostro arduo e coraggioso cammino: ora il suo sacrificio ci unisce più intimamente.

Vogliamo raccogliere il grido, o meglio il lamento, che si leva da voi e dalla vostra terra. Vogliamo, come Chiesa ambrosiana, insieme a tutte le comunità cristiane, accogliere e affrontare la sfida di essere sempre più coscienti della nostra identità cristiana e di saper offrire, senza alcuna paura, sempre e dappertutto, la testimonianza di una vita autenticamente evangelica: amando Cristo e ogni uomo “sino alla fine”.

Siamo grati a Dio per la speranza che voi, suo piccolo gregge, comunicate a tutti noi che troppo spesso dimentichiamo il “martirio” quotidiano della vostra fede e della vostra vita. La speranza è il primo frutto che fiorisce dal chicco di grano morto nella terra; perché la speranza è la vita del Risorto in noi. La speranza è il riverbero di quella esplosione di luce che, il mattino di Pasqua con la risurrezione di Cristo, ha rinnovato la terra. La speranza ha guidato ogni giorno il vescovo Luigi. La speranza è la parola di vita che possiamo riascoltare da lui, come l’estremo e definitivo messaggio che ci viene dal suo corpo dato e dal suo sangue versato su quel piccolo lembo di terra turca: “Ora voglio invitarvi a guardare in alto e a vincere la tristezza e lo scoraggiamento, dal momento che la nostra speranza cristiana è più forte di ogni certezza, perché fondata su Cristo, morto e risorto per noi. Voglio tuttavia aggiungere che questa speranza va nutrita ed alimentata vivendo nelle nostre comunità, perché è una virtù che cresce per contatto. È nella Chiesa e attraverso la Chiesa che impariamo a sperare. Sono i nostri fratelli e sorelle – quelli già in paradiso ma anche quelli che vivono con noi – ad aiutarci a sperare. Cristo si serve di loro, di tutti loro, anche di quelli che con il loro comportamento cattivo servono non a darci la speranza, ma a provare la sua solidità” (Lettera pastorale 2006-07, Siate sempre pronti a testimoniare la speranza che è in voi).

Vescovo Luigi, fratello nostro, Angelo della tua Chiesa, insegnaci a sperare! Amen.

 

Per un approfondimento cfr. PAOLO MARTINELLI, Mons. Luigi Padovese, uomo di comunione, Ed. Velar, Gorle 2012, p. 48, euro 3,50.



Dionigi Tettamanzi Funerale Luigi Padovese Omelia Turchia

Articoli correlati

16 Ago 2023

Con lo sguardo verso il Cielo

Solennità dell’Assunta alla Porziuncola
12 Ago 2023

Chiara, la sposa pura e bella di Cristo

Solennità di Santa Chiara ad Assisi
02 Ago 2023

L’amore che salva

Omelia di S.B. Mons. Pierbattista Pizzaballa nella Solennità del Perdono 2023
02 Ago 2023

La sovrabbondanza di Grazia del Perdono

Primi Vespri e Veglia di Preghiera
01 Ago 2023

Creati ancora una volta per essere figli di Dio

Omelia del Ministro Generale OFM nell’Apertura del Perdono di Assisi 2023
22 Giu 2023

Pasqua di fr. Agostino Pirri

Le esequie si terranno venerdì 23 giugno alle ore 15.30 nella parrocchia di Sant’Antonio di Padova a Quartu Sant’Elena
22 Giu 2024

Chiara: chiaro segno di risurrezione

Nella Basilica romana di San Giovanni in Laterano la Chiusura dell'Inchiesta diocesana sulla Serva di Dio Chiara Corbella Petrillo 



  • 23 Mag 2024

    Carlo Acutis presto santo!

    Oggi, 23 maggio 2024, Papa Francesco ha promulgato il Decreto in cui è attribuito un miracolo all'intercessione del Beato Carlo