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La Festa di San Francesco 2021 alla Porziuncola 06 Ott 2021

Francesco, l'uomo della lode, canta la bellezza di Dio

I giorni appena trascorsi della Festa di San Francesco sono stati ricchi di appuntamenti e celebrazioni molto intense, arricchite dalla presenza di tanti pellegrini giunti da tutta Italia e, in particolare, dalla Sardegna, regione cui quest'anno spettava di offrire l'olio che arde nelle lampade delle Basiliche di Assisi.

La solennità del Santo Patrono d’Italia è stata preparata da un Triduo di preghiera, celebrato nelle sere dal 30 settembre al 2 ottobre alle h.21.15. fr. Mario Favretto, frate minore della provincia di S.Antonio del Nord Italia, ha guidato i fedeli nel percorso intitolato “Nell’ora della prova”, mettendo in luce come San Francesco abbia attraversato le tribolazioni e le sofferenze lungo il suo cammino sempre fidandosi di Dio e abbandonandosi alla sua volontà.

La grande Festa del Transito di san Francesco quest’anno è caduta di domenica. È così che già al mattino la Basilica si è riempita di pellegrini per le celebrazioni eucaristiche. Particolarmente suggestiva è stata la santa messa delle ore 8, presieduta da mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e vice presidente della conferenza episcopale italiana, accompagnato dal rettore del seminario regionale don Riccardo Pinna e tutti i seminaristi della Sardegna, che hanno eseguito la splendida melodia dell’Ave Maria in sardo. Alle h. 9.30 nella sala del Refettorietto del Convento si è tenuto il primo appuntamento del programma con la presentazione del riconoscimento “Rosa dArgento - donne del nostro tempo testimoni di fede, speranza e carità - Frate Jacopa 2021” conferito alla sig.ra Cecilia Mancone. La Conferenza Episcopale Sarda ha voluto così sottolineare la sua testimonianza, la sua forza morale e spirituale, evidente nella scelta - condivisa con la famiglia - di chiedere l’affidamento nel 2010 di una bambina di un anno di vita, affetta da un grave ritardo nello sviluppo psicomotorio, che non viene riconosciuta dal padre e viene abbandonata dalle persone tenute a provvedervi. Dopo la concessione dell’affidamento per alcuni anni, una disposizione del Tribunale dei Minori, nel 2013, sancisce l’adozione definitiva così che la bambina viene inserita pienamente nella famiglia, accanto al marito Pasquale e ai tre figli Luigi, Pierpasquale e Angelica. Oggi, Benedetta Gioia - questo il nome che le viene dato nel 2014, nel giorno del suo battesimo a Orgosolo - sta per compiere tredici anni.

Alle h. 10.30 è partito dal palazzetto dei capitani del popolo, accanto alla Basilica, il corteo civile che è entrato in Chiesa, salutato dal Custode della Porziuncola fr. Massimo Travascio, per prendere parte alla solenne celebrazione eucaristica nel “Transito di san Francesco” presieduta dal ministro provinciale della Provincia Serafica di Umbria e Sardegna, fr. Francesco Piloni. Il Ministro ha messo in risalto la pura e santa semplicità del Poverello, un segno che interroga ogni epoca. Durante la messa, frate Jacopa ha offerto il panno cenerino, i ceri, i mostaccioli e l’incenso in ricordo dei doni che l’amica portò al santo ormai all’incontro con sorella morte.

La Festa è entrata nel vivo nel pomeriggio con la celebrazione dei Primi Vespri ”nel Transito di san Francesco” presieduti da mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana alle h. 17.30. Il tradizionale ingresso in Basilica del corteo delle autorità civili e della processione dei frati, sacerdoti e vescovi è stato accompagnato quest’anno oltre che dal suono delle chiarine di Assisi anche da quello delle launeddas sarde. Il presule, nella sua meditazione, ha notato come la Chiesa sia sempre stata rigenerata da uomini che, come san Francesco, amano in questa maniera potente e profonda.

In serata, alle h. 21.30, la consueta veglia di preghiera è stata guidata da fr. Matteo Siro, Ministro Provinciale della nuova provincia religiosa dell’Immacolata Concezione dei frati minori Cappuccini di Abruzzo, Lazio e Umbria, che ha ricordato ai fedeli come la fatica, le paure e le angosce di questi tempi non possano impedire di incamminarci lungo il “santo viaggio” guidati dallo Spirito Santo.

Lunedì 4 ottobre 2021, le celebrazioni hanno avuto inizio molto presto in Porziuncola con la santa messa delle ore 6. Alle ore 7, come d’abitudine in segno di amicizia fraterna, è stato il Segretario Generale dei Frati Minori Conventuali, fr Tomasz Szymczak OFMConv, a presiedere la preghiera. Il Ministro Generale dei Frati Minori, fr. Massimo Fusarelli, dalla Cappella del Transito, luogo che ha visto il passaggio di Francesco dalla vita terrena a quella eterna, ha voluto indirizzare un messaggio di auguri e una benedizione all’Italia.

Fr. Graziano Maria Malgeri, Custode OFM della Sardegna, ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica delle ore 18, allietata dai magnifici canti proposti dalla Corale Porziuncola diretta da fr. Matteo Ferraldeschi. Nella sua omelia, fr. Graziano ha messo in risalto 3 tratti caratteristici che sono di Francesco e che vengono lodati da Gesù nel brano odierno del Vangelo matteano. Innanzitutto, il Poverello è un uomo della lode, intesa non come una tecnica ma come un atteggiamento del cuore. Egli è poi un piccolo: è cioè ancora in grado di stupirsi. Infine, Francesco è un uomo che ha attraversato il dolore, rendendolo fecondo.

La lunga giornata si è poi conclusa alle h. 19.00 con i Secondi Vespri della Solennità in Cappella Papale presieduti da fr. Francesco Piloni. Il Ministro ha esortato sì a guardare ai santi come rappresentanti della bellezza di Dio, ma ha anche ricordato ai fedeli che non è sufficiente fermarsi lì. È necessario, infatti, che ognuno faccia germogliare quel seme di santità che è stato seminato in lui nel giorno del Battesimo. Il passaggio che bisogna vivere è quello da erranti a pellegrini, che si attua attraverso le umiliazioni. Per Francesco, l’ultima umiliazione è stata vivere la stessa tentazione vissuta da suo padre Pietro di Bernardone: avere un figlio secondo il suo sogno. A La Verna, Francesco si libera dal suo progetto personale riguardo la fraternità, riuscendo infine ad accoglierla come dono da Dio.

“Si resta inquieti – ha concluso p. Francesco - ma non per i propri capricci, per i propri pensieri, le proprie ferite, le proprie fissazioni. Si resta inquieti perché mancano troppi fratelli alla gioia del Padre. Un inquieto esce, si mette in cammino, diventa testimone, non può tacere la bellezza che ha incontrato. Un inquieto sì che piange, ma non per i propri dolori o perché le cose non vanno come dice lui. Piange perché l’Amore non è amato; non ci sono più io, ci sono i fratelli. Il Signore ce lo conceda per non essere solo delle persone che celebrano la gloria degli altri, ma che si rendono conto che Dio vuole fare qualcosa di unico anche attraverso di noi”.



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