Non abbiate paura!
Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso.
È risorto, non è qui.
(Marco 16,6)
L’annuncio della Pasqua è giunto nella Basilica di Santa Maria degli Angeli in tutta la sua potenza ieri sera. Dopo più di un anno in cui tutto il mondo lotta contro il COVID-19, l’orario di inizio anticipato alle 19 ha permesso a tanti fedeli di partecipare in presenza quest’anno alla più importante delle veglie per i credenti. La processione del cero attraverso la Basilica al buio ha simboleggiato l’arrivo della Risurrezione di Cristo nelle tenebre che avvolgono il mondo.
Il Canto dell’Exultet, eseguito da p. Matteo Ferraldeschi, ha accolto la luce del cero sul presbiterio; quindi, nella prima parte della Liturgia della Parola, vissuta nella penombra, si è ripercorsa la storia della salvezza attraverso i testi del Primo Testamento. Il canto del Gloria, il suono delle campane e la sequenza dell’Alleluia hanno introdotto l’annuncio del Vangelo di Pasqua: “Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui.”
P. Luca Paraventi, parroco dell’unità pastorale di Santa Maria degli Angeli, Costano, Castelnuovo e Tordandrea, che ha presieduto il rito, ha quindi offerta la sua meditazione. Egli ha sottolineato come Gesù non abbia voluto essere anestetizzato con l’aceto sulla croce, ma abbia vegliato su ognuno di noi, consegnandoci il grido “Dio mio perché mi hai abbandonato?”, cioè la certezza della presenza del Padre in ogni luogo dove tu ti senti abbandonato. Ci ha consegnato anche l’implorazione “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno”, per farci cogliere che siamo perdonati perché saremo con lui in paradiso.
Gesù non muore solo sulla croce, ma è vivo perché dentro il suo cuore c’è ognuno di noi, la nostra vita; entrando nel sepolcro, ha portato quel profumo di nardo di Betania proprio lì dove c’è il silenzio, dove tutto è interrotto e la solitudine regna. Lì il Signore Gesù Cristo ha portato il profumo di vita nuova. Quando anche noi saremo in quel silenzio e ci affideremo a Lui, inizieremo a sentire anche noi il profumo di Betania, che ha inondato di aria fresca i nostri sepolcri.
La presenza di Dio ha trasformato quel luogo in una sorta di stanza nuziale, dove Egli ci attende e noi potremo incontrare finalmente lo sposo. Ogni nostra morte sarà allora il grembo fecondo dove è possibile veramente cantare “Gloria a Dio”. In forza di questa speranza in Cristo Risorto, abbiamo anche la grazia di accompagnare e sostenere l’attesa di tutti coloro che, da soli, non riescono a farlo, perché la loro sofferenza è tanto grande in questo tempo.
“Le donne vanno al sepolcro, tra le mani portano i vasi dell’unguento – ha concluso il parroco - Ma è un profumo che non hanno potuto usare. È un profumo che rimane loro come sacramento del vivente, è il suo profumo, il profumo di Cristo, il profumo dell’invisibile. È segno di colui che è passato tra noi e la cui presenza non ci abbandona più. Non c’è più nessun morto da ungere. Quel profumo è per noi. È per me, è per te. Quell’unguento ora unge ognuno di noi, ogni creatura, che nasce per morire, ed è amata dal Signore Gesù in modo da non morire più”.
L’augurio di tutti i frati minori di Umbria-Sardegna è, allora, che il profumo della Risurrezione di Cristo possa permeare la vita di tutti: Buona Pasqua!
Exultet Luca Paraventi Matteo Ferraldeschi Pasqua Porziuncola Veglia
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