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Apertura dell’VIII centenario del Perdono della Porziuncola 03 Ago 2016

Misericordia, carezza di Dio

A Santa Maria degli Angeli, si sa, il 2 Agosto è una grande festa e la gente, sia del posto che da fuori, accorre sempre numerosa. Il giorno feriale però lasciava pensare ad un’affluenza meno intensa rispetto all’anno passato dove il Perdono era caduto di domenica. La scena che è apparsa al frate che ha aperto la Basilica alle 6.15 è stata di tutt’altro tenore invece, più di 250 persone si erano già assiepate fuori dai cancelli per potersi confessare di prima mattina e poter così vivere la giornata del Perdono in grazia di Dio, la fede del popolo di Dio stupisce sempre!

Sì, è vero, tutto l’anno si può ricevere l’Indulgenza della Porziuncola, ma ieri la ricorrenza era del tutto straordinaria: nell’anno giubilare della Misericordia, aperto da papa Francesco, cadeva l’VIII Centenario della concessione dell’indulgenza da parte di papa Onorio III a san Francesco. I fedeli e i pellegrini hanno percepito l’importanza di questo evento di popolo e di fede e già dalle prime ore del mattino hanno affollato la Basilica per partecipare alle messe.

Alle 11.00, all’inizio della solenne celebrazione eucaristica presieduta da S.Em. Cardinal Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, insieme agli altri 7 vescovi dell’Umbria e a mons. Vittorio Viola Ofm, ogni angolo della chiesa era occupato dalle persone che volevano partecipare alla messa e vivere in prima persona l’apertura dell’anno centenario del Perdono. La processione delle autorità civili prima, e quella dei sacerdoti e dei vescovi dopo, ha dovuto farsi largo tra due ali di pellegrini per poter attraversare la Porziuncola e prendere posto in presbiterio, immagine questa che dice camminare insieme, come popolo vario, ricco e fecondo: bellezza nella differenza.

Il cardinale, da poco ritornato dalla GMG di Cracovia, ha ricordato nella sua omelia l’importanza e la carica spirituale che l’indulgenza ha anche oggi per tutta la Chiesa. Una preghiera per sé o per i defunti che attinge dai tesori inesauribili di grazia di Cristo, della santissima vergine Maria, dei santi e delle preghiere e delle sofferenze dei giusti. Un’indulgenza che Francesco ha voluto per tutti i poveri e i semplici come fonte di una grazia speciale per guarire totalmente il nostro cuore dalle scorie del peccato. Il Poverello d’Assisi percepiva che la misericordia unisce Dio e l’uomo in maniera profondissima, andando oltre il cuore ferito dell’uomo, ristabilendo quella relazione d’amore originaria.

Negli occhi di S. Em. Gualtiero ancora c’erano le immagini dei giovani di Cracovia radunati in una grande moltitudine come i fiori su un prato che guardano alla luce del cielo, ed ecco che a questa si unisce la, certo più piccola, ma sincera, folla assisana. Immagini che dicono speranza di un presente che va oltre le difficoltà e di un futuro che può nascere radioso se sappiamo vedere nei fratelli, anche corrotti, quel prossimo ferito in cui farsi vicini come ha fatto Gesù con la gente del suo tempo. Come Francesco è stato uomo di pace e di dialogo con la fede e la misericordia, così anche noi possiamo andare oltre le trincee della paura e aprire varchi di speranza nel mondo di oggi.

Alla fine della messa ci si è poi portati in processione davanti alla Porziuncola dove si è ripetuto il gesto dell’incensazione della chiesina. L’incenso che saliva in alto, verso la sommità della cupola, avvolgendo la piccola chiesa benedettina pareva portare con sé le migliaia di preghiere che in questi giorni sono state affidate a Gesù, attraverso Maria e Francesco, all’interno di questi muri che hanno quel calore accogliente tipico del grembo di una madre.

Durante il resto della giornata le confessioni sono continuate senza sosta e i pellegrini, provenienti da tutto il mondo, si sono accodati in preghiera per entrare in Porziuncola. Il pomeriggio ha poi visto la celebrazione delle 18.00 presieduta da S.E. Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino. Il pastore di Assisi ha da sempre a cuore il santo Poverello e avverte su di sé la bellezza, ma anche la responsabilità di essere il successore di quel vescovo che aiutò Francesco nel suo cammino. Così il Perdono della Porziuncola è sinonimo di comunione ecclesiale, di quel camminare insieme che può solo giovare alla Chiesa locale prima, e alla Chiesa universale poi. In Porziuncola si percepisce la presenza di Dio come una carezza che è per tutti, alla stessa maniera, fonte di amore e di conforto.

La giornata si è poi conclusa con la celebrazione dei secondi vespri della solennità presieduti da S.E. Mons. José Carballo Ofm che ha voluto farsi vicino ai frati tutti e al popolo di Dio in questa giornata indimenticabile ed unica.

La forza che scaturisce dall’essere uniti, in Cristo, attorno alla Porziuncola, sinonimo di Perdono per tutte le persone dal cuore aperto, possa essere la luce che ci guida durante quest’anno specialissimo non solo per i francescani, ma per tutta la Chiesa. Dall’Indulgenza abbiamo compreso che non siamo soli nella lotta di tutti i giorni contro il male, il peccato e le difficoltà, non cadiamo allora nell’errore di voler fare tutto da noi, ma affidiamoci con fiducia e coraggio a Dio, nei nostri fratelli.

L’invito caloroso di Francesco: “Voglio portarvi tutti in paradiso” risuoni ancora forte per noi, e non sia solo un incoraggiamento personale, ma ci aiuti a pensarci tutti insieme in cammino verso il cielo e ad aiutarci a santificarci l’uno con l’altro.

Buona festa del Perdono, buon anno centenario!



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