In occasione della visita pastorale alla parrocchia di San Massimiliano Kolbe, il vescovo Giuseppe Piemontese ha incontrato e conosciuto le varie realtà associative e gruppi parrocchiali che si occupano di vari ambiti della pastorale: l’Azione cattolica adulti, il gruppo di preghiera Padre Pio, Apostolato della preghiera, gruppo per il decoro interno ed esterno della chiesa, altri operatori pastorali e volontari della Caritas, piccolo coro di San Massimiliano Kolbe.
Il vescovo ha invitato i vari gruppi a ritrovarsi per fare un cammino comunitario di fede attorno alla Parola “perché si ha il bisogno di essere accompagnati in un cammino di fede”. L’invito di padre Piemontese è stato quello di lavorare per la comunione in ogni ambito della vita, ad essere promotori di esempi di santità e avere misericordia gli uni per gli altri. “Nella realtà amerina c’è tanto bene e bisogna lavorare perché ce ne sia di più, cercando di superare i limiti e difficoltà” – ha concluso. E’ stato ricordato il percorso di catechesi avviato da tre anni e che ha avuto il suo sviluppo nel cammino dei Dieci comandamenti avviato da marzo da padre Stefano Nava con 130 persone che partecipano agi incontri tra venerdì e domenica.
Nel secondo giorno della visita pastorale il vescovo ha incontrato gli anziani, i catechisti e i giovani con i quali si è intrattenuto in dialogo approfondendo aspetti della spiritualità e di esperienza di fede. Sono state presentate le diverse realtà di catechesi presenti in parrocchia a cominciare dalla preparazione al battesimo curata da tre famiglie, per passare ai “pulcini” (il gruppo di bambini dai 4 ai 6 anni seguito da quattro catechisti e fra Andrea), al primo annuncio e la catechesi dell’iniziazione cristiana con tre gruppi per la comunione e tre per la cresima e il gruppo degli Araldini dei ragazzi dai 12 ai 16 anni. “Ringrazio i catechisti per quello che fanno e per il cammino di crescita personale che seguono regolarmente – ha detto il vescovo –. È importante che facciate formazione dei catechisti in parrocchia. Ed è importante anche l’aspetto della catechesi per la famiglia cercando di inserire i genitori in un cammino parallelo rispetto a quello dei figli in un percorso di fede condiviso. In questa parrocchia dedicata a San Massimiliano Kolbe vi invito a valorizzare il fascino di San Francesco e San Massimiliano Kolbe, cogliere gli aspetti della consacrazione al Signore, dell’apostolato, di missione, della vita francescana di san Massimiliano”.
Un secondo momento è stato quello vissuto con i giovani della Gioventù Francescana che il vescovo ha incoraggiato a proseguire nel camino sulle orme di San Francesco. Un’attenzione particolare ai giovani da parte della Chiesa viene dal prossimo Sinodo dei vescovi sui giovani. “Ad Amelia la realtà giovanile è presente – ha ricordato il vescovo – fatta di ragazzi che vivono la loro esperienza all’interno della comunità. Giovani che hanno incontrato Gesù e l’amicizia di Gesù. Voi dovete coltivare questa amicizia con il Signore per vivere con gioia l’esperienza cristiana. Questa è già una testimonianza che deve sollecitare anche ad invitare altri ad incontrare Gesù per non perdere la ricchezza e bellezza che Gesù dà e che solo chi lo ha incontrato può gustare. Tutto questo aiuta a guardare la realtà con occhi diversi”.
Nella terza giornata della visita pastorale nella parrocchia di San Massimiliano Kolbe il vescovo ha incontrato i ragazzi del catechismo e i loro genitori. I ragazzi hanno presentato i vari gruppi di catechesi e dei cartelloni di benvenuto da loro realizzati. Mons. Piemontese, dialogando con i genitori, ha sottolineato l’importanza del ruolo della famiglia nella trasmissione della fede, nella pratica religiosa. “E’ fondamentale che si dia un aiuto per crescere nella vita cristiana, nell’inserimento nell’iniziazione cristiana e preparazione ai sacramenti. E’ fondamentale fare insieme l’esperienza di chiesa e continuare in un percorso di formazione e crescita continua, che sia accompagnata da un cammino formativo parallelo anche per i genitori che hanno così la possibilità di divenire esempi e testimoni per i loro figli”.
Altro incontro è stato quello che il mondo del lavoro, con imprenditori, artigiani e commercianti della zona in cui insiste la parrocchia. Il vescovo ha parlato del grave problema della crisi occupazionale e del lavoro. “Il lavoro aiuta l’uomo a realizzarsi e forte è il disagio creato dalla carenza di lavoro che impedisce di avere prospettiva. I cristiani devono far sentire la loro voce. Come chiesa abbiamo bisogno di entrare di più nelle dinamiche del lavoro. Aprirci di più alla promozione dei diritti del lavoro. Spesso il ruolo dei laici è sbiadito su questa aspetto sociale”.
Con la bella e partecipata celebrazione della domenica della Santissima Trinità, presieduta dal vescovo Piemontese, si è conclusa il 27 maggio la visita pastorale nelle parrocchie di San Massimiliano Kolbe ad Amelia. Il vescovo ha ringraziato tutti per l’accoglienza e in particolare il parroco padre Alfredo Bucaioni e la comunità dei frati francescani, padre Stefano, padre Rocco e fra Andrea, che si cura della comunità della parrocchia e che anima la pastorale dei giovani e delle famiglie. “Abbiamo vissuto insieme giorni intensi nell’accoglienza e condivisione – ha detto il vescovo – e ringrazio il Signore per la presenza dei religiosi in questa parrocchia, che è un dono per la vostra comunità e per la diocesi, nel segno del carisma francescano e della testimonianza di San Massimiliano Kolbe”.
Una parrocchia estesa, una comunità numerosa, variegata, dinamica, dove è presente un bel cammino di catechesi che coinvolge i bambini, ragazzi e adulti, i gruppi delle famiglie, la carità vissuta attraverso la Caritas e in tanti altri gesti, dove si manifesta una adesione e apertura alle proposte per la catechesi dell’iniziazione cristiana e della pastorale familiare. Una ricchezza che spinge a continuare il cammino verso nuove méte che sono state indicate dal vescovo: “Le belle iniziative di evangelizzazione per gli adulti sono da promuovere per tutta la comunità. Questa comunità insieme ai francescani sia strumento di promozione della comunione all’interno della parrocchia, della forania, della città e della diocesi, superando diversità di vedute, ma camminando insieme alla Chiesa. Conto su di voi per questa opera di comunione. Inoltre, invito ad maggiore opera e inventiva a servizio degli adolescenti e giovani, i più fragili in questi nostri tempi, e il prossimo sinodo sia da stimolo per questa sfida. Un pensiero per la Comunità Incontro che va considerata come cittadella della speranza, di cui la parrocchia e la comunità pastorale non può non avere a cuore e per la quale vanno individuate modalità possibili di relazione e di cura pastorale”.
Testi da: www.diocesi.terni.it
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