“Semplice, intensa e che continuamente sollecita domande” Con queste parole Fr. Francesco Piloni riassume la sua quinta giornata nell'isola di Cuba (qui il quarto giorno). Giornata che, apparentemente, sembrerebbe scorrere senza grandi eventi, ma che come sempre si fa densa di riflessioni e incontri che scuotono il cuore e la fede. Ogni passo su questa isola carica di contrasti è un invito a decifrare la presenza di Dio in ogni piccola cosa, dentro ad una comunità che resiste e spera.
Il mattino: mare e memoria
La giornata è iniziata con la preghiera comunitaria, come ogni giorno. Poi, un piccolo intermezzo di contemplazione della creazione: tre ore accanto al mare, poco distante dalla comunità, quello che per tanti è la prima immagine che affiora pensando a Cuba.
«Abbiamo fatto qualche foto – racconta Fr. Francesco con semplicità – in un posto qui vicino, molto bello. La stagione è ormai finita, eppure c’era ancora quel fascino che attira i sogni. È stato un momento rilassante, ma anche utile per vedere l’altra Cuba. Quella che l’immaginario turistico associa a vacanza, a evasione. È vero, esiste anche questa Cuba, ma è solo una parte, e in fondo anche un po’ artificiale. La vera Cuba si trova altrove: nei volti, nei sorrisi, nella fatica quotidiana delle persone».
La vivacità della vita in parrocchia
Intanto la vita nella parrocchia – cuore pulsante della comunità – continua tra tante attività: l’atelier di cucito, gli esercizi di Tai Chi per le persone del luogo. «Mi colpisce - dice ancora il Ministro, - vedere come la parrocchia diventa un vero laboratorio, uno spazio in cui le persone si esprimono ma soprattutto imparano a prendersi cura gli uni degli altri. Non è solo attività: è relazione. È attenzione agli altri». E queste immagini raccontano una Chiesa viva, creativa, che non aspetta ma agisce, anche nelle condizioni più fragili.
La Via Crucis: il grido silenzioso della testimonianza
Il momento più forte del giorno arriva nel pomeriggio: la celebrazione della Via Crucis, preparata e vissuta dai parrocchiani. «È stato un momento di rara bellezza e intensità, – racconta Fr. Francesco, – perché la Via Crucis qui è davvero un cammino di testimonianza. Ogni stazione è animata dalla volontà di portare su di sé il dolore degli altri, dei soli, degli abbandonati, dei dimenticati.». Il Ministro condivide un detto cubano che lo ha profondamente colpito: “Ciò che sei parla così forte che copre ciò che dici”. «La vita di Cristo parla nei nostri gesti: nella Via Crucis c'è il testimone per eccellenza, colui che ha gridato forte con la sua vita attraverso i gesti e la testimonianza. Gli sguardi, le cadute, la condivisione con Simone, il silenzio di Gesù sono così forti che raccolgono ancora tutto il dolore del mondo. I poveri subito lo comprendono, i superbi si ribellano, i ricchi scappano».
Serata a Sant’Antonio: la musica che consola
A chiudere la giornata, un’altra tappa al Santuario di Sant’Antonio, dove vivono altri tre frati. Due cantanti del posto, molto conosciute, offrono un concerto gratuito alla comunità. Un gesto semplice ma profondissimo. «Sono donne della nostra parrocchia – spiega Fr. Francesco – credenti, e nonostante la notorietà, scelgono di rimanere qui, accanto alla gente. Offrono la loro voce come un dono nei tempi forti, a Natale e a Pasqua. In una terra dove la fatica del vivere è evidente, questo dono di bellezza, gratuito, aperto a tutti, è un segno concreto di vicinanza e consolazione».
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