Il Ministro Provinciale dei Frati Minori fr. Francesco Piloni ci porta con sé in questa sesta tappa della sua visita canonica a Cuba, in una narrazione che ha il respiro di un diario spirituale e il calore concreto dell’incontro umano. Cuba, in queste righe, non è soltanto un’isola, ma è un luogo che sfugge ai parametri abituali e costringe a guardare con occhi nuovi. Fr. Francesco non racconta semplicemente ciò che ha visto: dona ciò che ha vissuto, in un viaggio che è anche pellegrinaggio dell’anima.
Mattino: la Via Crucis degli adolescenti
La giornata di venerdì si apre come sempre con la preghiera, ma è nella chiesa di Sant’Antonio che accade qualcosa di particolare: con un gruppo di adolescenti cubani i frati hanno condiviso la Via Crucis fatta di immagini, parole, canti e silenzi.
«Abbiamo scelto di proporre questa esperienza nel tempo della Quaresima, di sabato, un giorno in cui i ragazzi solitamente sono più numerosi, e si riuniscono per giocare a calcio, che qui ha un fascino irresistibile» racconta Fr. Francesco. «Eppure, oggi, quei giovani hanno scelto di fermarsi, di ascoltare. Abbiamo mostrato scene, alcune tratte da The Passion, alternate a brevi riflessioni e canti guidati da Fr. Luis. È stato semplice, e anche profondamente coraggioso».
È una pastorale che osa e propone. «È questo il suo coraggio: non vogliamo solo essere una presenza sociale, ma cerchiamo di condividere ciò che siamo, cosa portiamo e cosa testimoniamo, perché siamo stati conquistati da un amore grande». I frati si sono fatti promotori anche di momenti aggregativi forti, come il calcio, affidando a un professore di educazione fisica il compito di insegnare la tecnica sportiva, ma anche di costruire legami.
Mezzogiorno: una mensa per il corpo e per l’anima
Il sabato, a Sant’Antonio, è il giorno della mensa per i poveri: uomini e donne segnati dalla povertà fisica e psichica, alcuni evidentemente malnutriti, trovano ristoro in questo spazio di accoglienza. «Non offriamo solo un pasto ‒ racconta Fr. Francesco ‒ ma anche la possibilità di lavarsi, cambiarsi, riprendersi un frammento di dignità. E lo facciamo insieme a volontari e terziari francescani, che qui sono una presenza viva, commovente». C’è una sacralità nascosta nella condivisione del cibo, specie quando questo atto si fa gesto fraterno, incarnazione di quella carità che «non ha bisogno di parole perché parla da sola».
Pomeriggio: silenzio e preparazione
Nel pomeriggio, lo spazio è dedicato alla preghiera e alla preparazione spirituale della Settimana Santa ormai alle porte. Fr. Francesco ci restituisce la bellezza di un momento silenzioso, ma necessario. «Il cuore ha bisogno di respirare, di rallentare il passo per ascoltare quello dello Spirito. Oggi ci siamo fermati a contemplare, per lasciarci plasmare in vista della Domenica delle Palme».
Nel ritorno in parrocchia, l’atmosfera si colora di fervore: le donne del luogo, con passione contagiosa, preparano la celebrazione del giorno successivo. Padre Matteo, il parroco, ha chiesto a Fr. Francesco di tenere l’omelia, che verrà tradotta da uno dei fratelli della comunità dei Focolarini, una presenza fraterna che abita una parte del convento insieme ai frati. «Con loro, in questa terra che superficialmente potremmo giudicare spoglia, cerchiamo di portare bellezza: atelier artistici per bambini, spazi di creatività, perché ogni essere umano ha diritto a incontrare la bellezza».
La visita a San Charbel
C’è poi un episodio che assume il tono del pellegrinaggio personale: Fr. Francesco, insieme a Fr. Gianluca, si mette in cammino - a piedi - alla ricerca della chiesa dedicata a San Charbel. Un luogo “nascosto e silenzioso”, ma che richiama interiormente entrambi. «Siamo arrivati lì quasi senza sapere bene dove fosse: abbiamo pregato, a lungo, in silenzio. E in quel luogo abbiamo chiesto un miracolo: la guarigione dei cuori di coloro che si credono potenti».
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