Ieri sera, durante la celebrazione dei secondi vespri, è iniziato nella Basilica di santa Maria degli Angeli, il Triduo in preparazione alla solennità del Perdono di Assisi. A guidare la preghiera con le sue meditazioni quest’anno è S.E. Mons. Vittorio Viola, Vescovo di Tortona, frate minore della provincia Umbra che ha accolto l’invito dei suoi confratelli a vivere con loro, con i fedeli e i pellegrini una festa del Perdono che sarà ricordata a lungo a causa dell’emergenza Covid-19.
P. Vittorio ha iniziato la sua meditazione ricordando che “Perdono” vuol dire vivere un’esperienza pasquale di riconciliazione, come accaduto a Francesco più di 800 anni fa. Non deve limitarsi ad essere solo un ricordo, seppur gioioso, ma abbiamo bisogno di fare esperienza viva di perdono per rinnovare la grazia del nostro battesimo, per una riconciliazione più piena. In questo senso Francesco ha avuto lo sguardo di Dio, uno sguardo in avanti, pensando agli uomini di ogni epoca.
Per queste sere, il desiderio di mons. Viola è quello di ripercorrere i giorni del “Triduo pasquale” di Gesù per disporre il cuore alla celebrazione della Pasqua nel giorno della festa del Perdono (quest’anno cade proprio di domenica) chiedendo a Francesco di prenderci per mano e di accompagnarci nell’evento di grazia che sta per accadere. A questo proposito sono stati letti il Vangelo di Giovanni, della Lavanda dei piedi (13, 1-5) e la Vita Seconda di Tommaso da Celano (FF 808).
Nella Vita Seconda di Tommaso da Celano vengono narrate le azioni di Francesco prima della sua morte. Francesco torna in Porziuncola e vuole compiere alcuni gesti: fa proclamare il brano del capitolo 13 di Giovanni, la lavanda dei piedi, spezza il pane a memoria dell’ultima cena con lo scopo di mostrare quanta tenerezza d’amore portasse ai frati nel momento in cui erano affranti per la sua dipartita. Nel gesto del pane spezzato contempla e gusta la tenerezza d’amore di Dio e vede nell’eucarestia il manifestarsi pieno del mistero dell’incarnazione. L’amore di Dio si manifesta a noi nell’offerta del Figlio, continuamente presente nel pane spezzato.
Questo sguardo di amore di Dio ci permette di guardare il nostro peccato con verità, solo così possiamo vedere il nostro peccato e comprenderne la gravità e chiedere quindi perdono.
La voce di p. Vittorio trema un poco quando il suo pensiero va alla Porziuncola, vedendo la piccola chiesa infatti Francesco contempla la piccolezza, l’umiltà che è la stessa che avviene nell’eucarestia. La Porziuncola è un “sacramento” che contiene la grandezza del mistero di Dio, sono mura che contengono la Pasqua di Gesù, per dono suo ci ha regalato questo luogo dove sperimentare la sua Pasqua in maniera concreta.
“E noi cosa dobbiamo fare?” Si interroga mons. Viola: “è semplice, (non facile!), guardare l’umiltà di Dio e aprire i nostri cuori, umiliarci per essere da lui esaltati come ci ha insegnato nell’ultima cena, lavando i piedi agli altri”.
Affidiamoci alla Vergine degli Angeli e al nostro padre san Francesco affinché questo Triduo in preparazione al Perdono possa portare frutto nella nostra vita.
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