Il 16 gennaio nella parrocchia di Sant'Antonio e santuario dei Protomartiri a Terni mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Gubbio e Città di Castello, ha presieduto la Celebrazione eucaristica nel giorno dedicato alla memoria dei Protomartiri Francescani alla presenza di numerosi fedeli.
Tutto il territorio di Terni è santificato dalla presenza di questi santi francescani, le cui reliquie sono giunte il 13 giugno 2010 dalla Diocesi di Coimbra, in Portogallo, nella Chiesa di Sant’Antonio.
I cinque protomartiri furono decapitati in Marocco il 16 gennaio 1220: il suddiacono Berardo, i sacerdoti Ottone e Pietro, i fratelli laici Adiuto e Accursio (provenienti da Calvi, San Gemini, Stroncone e forse da Narni) erano stati inviati tra i Saraceni da Francesco, con l’intento di predicare il Vangelo e diffondere il messaggio cristiano.
Francesco, all’annuncio dell’uccisione dei suoi frati esclamò: «Ora posso dire con sicurezza di avere cinque Frati minori».
«Protomartiri – ha esordito Mons. Luciano Bedini – significa che sono i primi e vuol dire che dopo loro ce ne sono stati molti altri. Tutta la storia della Chiesa e anche la storia dell'Ordine Francescano è piena di frati che sono andati ad annunciare il Vangelo e per questo sono stati addirittura puniti o uccisi».
«Questi giovani avevano nel cuore lo stesso desiderio di Francesco – ha detto il vescovo – cioè raccontare il Vangelo a tutti quelli che incontrava. Il Vangelo è un tesoro così ricco, porta in sé un messaggio così grande, senza il quale la nostra vita sarebbe piccola, addormentata, perché solo attraverso Vangelo possiamo conoscere l'amore di Dio immenso, inesauribile, eterno che ci ha raccontato Gesù».
«Ma questi cinque giovani – ha continuato Mons. Luciano – avevano capito anche che non si può annunciare il Vangelo se non si vive come fratelli perché siamo tutti figli dello stesso Padre».
Eppure il bene, l'amore, l'annuncio della fraternità in Dio Padre sono messaggi scomodi per il mondo: «Quando incontriamo qualcuno che vive nel bene, che ha il suo cuore pieno d'amore e lo condivide con gli altri, questa cosa ci scomoda, perché ci costringe a fare un esame di coscienza, ci costringe a guardarci dentro e chiederci come davvero stiamo vivendo».
«I cinque missionari francescani stasera ci insegnano che il Vangelo è un tesoro prezioso di cui non possiamo fare a meno. E allora chi lo ha conosciuto e lo ha accolto non può che diventare come Francesco "missionario" e come questi cinque giovani: annunciatori del Vangelo. E sapete qual è il segreto per farlo tranquilli e sereni? Farlo insieme, come fratelli e come sorelle, rimanendo uniti, dando la testimonianza che questo amore, prima di tutto, funziona tra di noi».
© credits foto e video: ©Elisabetta Lomoro Diocesi Terni-Narni-Amelia
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