Anche questa sera S.E. Mons. Vittorio Viola ci accompagna nella terza e ultima meditazione del Triduo e ci ricorda che tra poche ore entreremo nel “fatto” del Perdono che la misericordia di Dio ha pensato per noi e per la nostra vita. Ci stiamo preparando a tale ingresso pensando a questo giorno come alla Pasqua resa presente per noi ripercorrendo quindi il Triduo pasquale. Abbiamo contemplato con Francesco morente la dolcezza d’amore del pane spezzato nel gesto della lavanda dei piedi, sempre con Francesco abbiamo riconosciuto, di fronte alla tentazione, che è meglio sperimentare la passione di Cristo piuttosto che ascoltare il tentatore.
Questa sera ci lasciamo illuminare da quella tenebra fitta del Sabato santo, dal mistero della discesa agli inferi del Signore, il luogo più lontano da Dio, dove c’è tutto ciò che si oppone al Padre. La discesa di Gesù è stata vertiginosa e il Suo intento è chiaro: la salvezza del mondo, vuole svuotare gli inferi. Accade che il Figlio di Dio abita il luogo più lontano da Dio e anche lì risplende la Sua presenza, è un movimento incredibile!, Dio non ci osserva dall’alto, distante da noi, ma il Suo è un movimento a scendere, Egli ci ha raggiunto per vedere come “si sta” in questa distanza da Lui: è questo il mistero d’amore di Dio. Non c’è un luogo così lontano da Dio che Lui non possa visitarlo, è questo il senso della Sua discesa agli inferi.
Mons. Vittorio ci esorta chiedendo dove ci troviamo in questo momento, dove ci coglie il perdono del 2020? Ecco, dovunque noi siamo, non potrà mai essere un luogo così lontano da Lui da impedirGli di raggiungerci in questa festa!
Il peccato apre gli inferi nella nostra vita e stiamo certi che il Signore vuole entrarvi per tirarci fuori, ma come ci raggiunge? Con la Sua misericordia. Ma cos’è questa misericordia? P. Viola cita le parole di san Giovanni Paolo II nella Dives in misericordia:
Il significato vero e proprio della misericordia non consiste soltanto nello sguardo, fosse pure il più penetrante e compassionevole, rivolto verso il male morale, fisico o materiale: la misericordia si manifesta nel suo aspetto vero e proprio quando rivaluta, promuove e trae il bene da tutte le forme di male esistenti nel mondo e nell’uomo. Così intesa, essa costituisce il contenuto fondamentale del messaggio messianico di Cristo e la forza costitutiva della sua missione.
È un’azione che Lui compie in noi traendo il bene da tutto il male esistente in noi! Questo vuol fare la festa del Perdono, una rigenerazione. Il Perdono è un fatto, l’Indulgenza è sovrabbondanza di grazia, amore nell’amore, è una possibilità di essere raggiunti dalla Sua misericordia che opera in noi quella rigenerazione.
Francesco cercava luoghi dove innalzare la sua supplica al Padre, la Porziuncola è “il luogo” di tutto questo. Francesco ha avuto la certezza di essere perdonato da Dio, nasce tutto da questa esperienza travolgente, dal suo cuore riconciliato, così può riconciliarci con noi stessi, con gli altri, con Dio, con il Creato.
S.E. Mons. Vittorio conclude lasciandoci una domanda: “Come vogliamo entrare in questo giorno del Perdono? Usiamo le parole di Francesco: “O Dio sii propizio a me peccatore”, perché da qui nasce la vita nuova”.
Ebbene, cari fratelli e sorelle, che il nostro caro padre san Francesco e la beata Maria Vergine degli Angeli ci aiutino ad entrare in questa festa del Perdono con tali sentimenti.
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