La domenica, la partecipazione all’Eucaristia ha un’importanza particolare. Questo giorno, così come il sabato ebraico, si offre quale giorno del risanamento delle relazioni dell’essere umano con Dio, con sé stessi, con gli altri e con il mondo. La domenica è il giorno della Risurrezione, il “primo giorno” della nuova creazione, la cui primizia è l’umanità risorta del Signore, garanzia della trasfigurazione finale di tutta la realtà creata. Inoltre, questo giorno annuncia «il riposo eterno dell’uomo in Dio».
In tal modo, la spiritualità cristiana integra il valore del riposo e della festa. L’essere umano tende a ridurre il riposo contemplativo all’ambito dello sterile e dell’inutile, dimenticando che così si toglie all’opera che si compie la cosa più importante: il suo significato. Siamo chiamati a includere nel nostro operare una dimensione ricettiva e gratuita, che è diversa da una semplice inattività. Si tratta di un’altra maniera di agire che fa parte della nostra essenza. In questo modo l’azione umana è preservata non solo da un vuoto attivismo, ma anche dalla sfrenata voracità e dall’isolamento della coscienza che porta a inseguire l’esclusivo beneficio personale.
La legge del riposo settimanale imponeva di astenersi dal lavoro nel settimo giorno, «perché possano godere quiete il tuo bue e il tuo asino e possano respirare i figli della tua schiava e il forestiero» (Es 23,12). Il riposo è un ampliamento dello sguardo che permette di tornare a riconoscere i diritti degli altri. Così, il giorno di riposo, il cui centro è l’Eucaristia, diffonde la sua luce sull’intera settimana e ci incoraggia a fare nostra la cura della natura e dei poveri.
In chiusura dell’enciclica, per tutti papa Francesco aggiunge un suggerimento essenziale e forse inatteso: il riposo. «L’essere umano tende a ridurre il riposo contemplativo all’ambito dello sterile e dell’inutile, dimenticando che così si toglie all’opera che si compie la cosa più importante: il suo significato. Siamo chiamati a includere nel nostro operare una dimensione ricettiva e gratuita, che è diversa da una semplice inattività. Si tratta di un’altra maniera di agire che fa parte della nostra essenza. In questo modo l’azione umana è preservata non solo da un vuoto attivismo, ma anche dalla sfrenata voracità e dall’isolamento della coscienza che porta a inseguire l’esclusivo beneficio personale» (LS 237).
In una chiave oggi radicalmente controculturale, il riposo significa impegnarsi a creare uno spazio dove possano emergere le domande di senso e dove possiamo affrontarle insieme. È questa la base dell’ecologia di papa Francesco, ed è anche la meta al cui raggiungimento la fede e le religioni possono dare il loro contributo più importante.
Giacomo Costa - Paolo Foglizzo
PREGHIERA
Donaci Padre di saper vivere un sano riposo, quel riposo che ci svuota da ogni attivismo e voracità, quel riposo che ci rimette in ascolto di te, di noi stessi e degli altri, quel riposo che ci aiuta a riscoprire ogni giorno il senso del nostro agire a favore degli uomini, che è anzitutto permettergli di esistere davanti a noi.
Photo credit: Emma Frances Logan on Unsplash
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