E' iniziato ieri sera, all'interno dei Vespri, il Triduo in preparazione della Festa di Sant'Antonio da Padova. La preparazione è stata affidata alle Riflessioni di p. Stefano Orsi che, in tre tappe, ci introdurrà alla santità, fortezza e servzio del cristiano e di sant'Antonio. Riportiamo il testo della riflessione.
La figura di Antonio di Padova presenta molti aspetti che si illuminano e si completano a vicenda. Basta leggere una qualsiasi biografia del Santo per trovarvi dentro i tratti del predicatore, taumaturgo, pacificatore, riformatore di costumi, contemplativo e un lottatore contro le eresie. Dunque, per meglio prepararci alla festa del Santo durante il triduo ci raccoglieremo per meditare i principali aspetti della sua vita.
Chi avrà la bontà di seguire con impegno tutto il triduo potrà dire alla fine: «Antonio è veramente un “campione” che ben merita stima, amore e gloria!». La luce che più rifulge in Antonio è la luce della Santità: il segreto di questa luce va ricercato nel suo grande amore per Gesù.
Gesù ha presentato al mondo il codice della Santità, il programma della santità: ha insegnato il dovere, la necessità, le virtù che erano del tutto o in parte sconosciute prima di lui; virtù talvolta ardue a praticarsi, ma sempre e quanto mai benefiche per l’individuo e la società. Ma non è stato soltanto il Maestro della santità, è stato anche il suo Modello.
Ed Antonio è un santo proprio perché, innamorato di Gesù, ascolta quel programma e imita quel modello senza escludere un solo punto, senza trascurare una sola virtù. Antonio ha imitato Gesù Cristo continuamente, per tutta la sua vita. In lui non ci sono ritardi come nei convertiti che debbono esclamare con Sant’Agostino: «Troppo tardi ti ho conosciuto, troppo tardi ti ho amato, o bellezza sempre antica e sempre nuova». In Antonio non ci sono crisi, cedimenti, smarrimenti. La sua vita è un torrente di luce che ingrossa amano a mano che avanza verso la pace.
Sotto il profilo cronologico, la vita di Antonio ha tre tappe ben distinte:
- 1195 - 1210: sono gli anni della sua giovinezza trascorsi a casa nella città natale, a Lisbona
- 1210 – 1220: è religioso dei Canonici Regolari Agostiniani; attende alla sua formazione spirituale e culturale; si prepara al sacerdozio; viene ordinato sacerdote.
- 1220 – 1231: è Frate Minore. E’ l’infaticabile apostolo. E’ lo stupendo taumaturgo che i contemporanei applaudirono e il mondo ancora ricorda.
Tre tappe: ma un solo impegno, in sostanza: la santità!
Tre tappe: ma tappe che Antonio percorre sulla medesima strada: la via della perfezione, la via dell’amore di unione e di imitazione di Gesù Cristo. E’ un cammino limpido, dal ritmo mai stanco, dal ritmo in crescendo giorno dopo giorno, ora per ora, col crescere in lui dell’amore verso Gesù. Antonio ha imitato le virtù di Gesù fino all’eroismo. Si, la santità è eroismo autentico: impegna tutto l’uomo. Lo impegna nella vita privata e nella vita pubblica.
E’ olocausto consumato per motivi soprannaturali, è un olocausto consumato per Dio e offerto a Dio. E’ prerogativa di Gesù Cristo quella di aver creato nelle anime una grande passione: la passione ardente per lui. Si, Cristo e soltanto Cristo ha potuto dire: «Amatevi» rivolgendosi agli uomini di tutti i tempi, di tutti i luoghi, di tutte le condizioni sociali.
Cristo e soltanto Cristo ha avuto la legittima pretesa di chiedere un amore incondizionato, generoso, costante. Un amore superiore a quello naturale che si nutre per i propri figli, per i propri genitori: «Chi amerà il padre o la madre… più di me non è degno di me…».
Cristo è soltanto Cristo, ha creato in migliaia, in milioni di anime… quel amore che fa esclamare con san Paolo: «Chi ci separerà mai dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione o l’angustia, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la spada?... Ma in tutte queste cose noi stravinciamo per mezzo di colui che ci ha amato».
Dal canto suo, Antonio insegna: «Impara o cristiano, ad amare Gesù, ed allora troverai la sapienza, la fortezza, l’intelligenza, la vita».
«Quando con l’occhio della fede io vedo il mio Dio, il mio Gesù, che pende dalla croce, trapassato dai chiodi, abbeverato di fiele e di aceto, coronato di spine, impallidisce ogni bellezza, ogni gloria, ogni onore, e sono considerato da me un nulla». Proprio così! Gesù per Antonio è tutto, è la somma di ogni bene, è la sorgente di tutti i tesori. Accostarsi a Gesù, per studiarlo; studiare Gesù, per capirlo; capire Gesù per amarlo; amare Gesù per imitarlo. Ecco la strada percorsa dai santi; ecco il metodo che Antonio ha usato per diventare santo. Percorriamo la strada dei santi, usiamo il metodo di Antonio e avremo adempiuto al più grande dei doni: la nostra santificazione.
Si, dovere è la santità: verso Dio, verso il prossimo – verso se stessi.
Porziuncola Sant'Antonio Santità Stefano Orsi Triduo
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