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Un suggestivo viaggio tra fede e archeologia 22 Set 2018

L’antica Cesarea di Filippo, luogo in cui Gesù affidò a Pietro le chiavi del Regno dei Cieli

Il paesaggio sorprende per la fauna, la flora e l’abbondanza di acque, che formano una serie di bacini idrografici all’ interno del Parco Nazionale di Banias, uno degli emissari del Fiume Giordano, e una cascata di 10 metri, la più grande di Israele. Le numerose ricchezze naturali hanno fatto di Banias un luogo di culto pagano, soprattutto del dio “Pan”, da cui deriva il nome del luogo: “Panias”, in arabo “Banias”, dato che in questa lingua non esiste la lettera “P”.

L’archeologo del parco nazionale di Israele, Ben-Yosef, spiega come gli scavi abbiano avuto inizio il secolo scorso. Nel 1988 furono scoperti resti di epoche romana e bizantina. Scoperte archeologiche e testimonianze di diversi periodi storici tra cui la Battaglia di Banias, quando l’attuale territorio della Terra Santa fu assoggettato al dominio dei seleucidi. Trent’anni più tardi, il tentativo di introdurre i costumi della cultura ellenistica fece scoppiare la rivolta dei maccabei.

Il Dr. BEN-YOSEF, Archeologo Parco Nazionale di Israele afferma: “Circa 200 anni prima di Cristo, la città fu teatro di una grande guerra di popoli venuti dalla Grecia. Una guerra tra il casato dei seleucidi e quello dei tolomei. Dopo questa guerra, la città venne conquistata dall’impero dei seleucidi. Vennero iniziate molte costruzioni, alcune delle quali in onore di dei della cultura ellenistica, come Pan.”

Nell’era ellenistica la città visse momenti di prestigio. Qui Erode costruì un tempio in onore dell’imperatore Cesare Augusto e, prima di morire, suddivise il suo regno tra i tre figli. Banias fu destinata a Filippo, che ne fece la capitale del suo regno dandole il nome di “Cesarea di Filippo” per distinguerla da Cesarea Marittima, sulla costa del Mar Mediterraneo. Durante il suo dominio, la regione si sviluppò economicamente e culturalmente: furono coniate monete, e furono costruiti templi, bagni, teatri e altri edifici pubblici. Qui avvenne un fatto importante per il cristianesimo. Gesù passò di qui e chiese ai discepoli come fosse percepito dalla gente, fino a chiedere la stessa cosa direttamente a loro: “E, voi, chi dite che io sia?”. A partire da lì, la bella risposta di Pietro e la rivelazione della sua missione.

 

Fr. GIUSEPPE GAFFURINI, ofm della Basilica del Santo Sepolcro: “Pietro risponderà con la sua professione ispirata e il Signore Gesù risponde con la missione di Pietro: ‘Tu sei Pietro e su questa Pietra edificherò la mia Chiesa’.” Gesù lasciò la Giudea e la Galilea, andò fino ai confini della Terra Promessa, quasi tra i pagani, e lì fece quella domanda perché la sua identità non fosse confusa con il messianismo del suo tempo. A partire dal momento in cui Pietro riceve la rivelazione del Padre, Gesù capisce che il Padre lo ha scelto tra i fratelli come prima pietra su cui la Chiesa sarà costruita.

“Il Signore Gesù desiderava che la sua identità di Messia non venisse confusa e voleva sapere come la gente e i pagani lo identificavano. Ovvero, sarebbe stata una Chiesa aperta, con un’identità aperta di Gesù e un’identità di Pietro e della Chiesa stessa, molto aperta. Questi due temi, la divinità di Cristo e il primato di Pietro, sono oggi i termini di discussione del dialogo ecumenico tra le confessioni cristiane e del dialogo interreligioso con altre confessioni religiose, disposte a riconoscere in Gesù un profeta, un messia, ma certamente non la sua divinità”.

Il sito archeologico si trova ai piedi del Monte Hermon, sulle alture del Golan, in prossimità della frontiera con Siria e Libano. Chi lo visita ha la possibilità di vedere le rovine di epoche differenti, antiche strutture di palazzi, un vecchio mulino ad acqua in funzione, la Grotta di Pan e anche toccare le rinfrescanti acque del Fiume Hermon. Ma, soprattutto, il luogo segna il momento in cui vennero comprese l’identità di Cristo e la missione di Pietro. 

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