Giungendo dall’esterno si poteva incontrare dapprima il cielo plumbeo, minaccioso quasi e, quindi, entrando, la musica dell’organo, il vocio e i volti della gente, l’illuminazione dei giorni di festa (rimirare tra l’altro i magnifici e scintillanti lampadari donati nel 1926 per il Centenario della morte di San Francesco, è sempre uno spettacolo), la concitazione dei preparativi. Fin dall’entrata dunque si respirava che qualcosa di importante, raro, solenne stava per avvenire.
E infatti: tre giovani Frati minori, Simone Lunedei, Francesco Maria Sorice ed Emanuele Micheletti, al termine del cammino formativo, hanno infatti emesso la loro Professione dei voti (povertà, castità e obbedienza) nell’Ordine dei Frati Minori. Ha presieduto l’Eucaristia Fr. Francesco Piloni Ministro provinciale.
Il rito della professione solenne dei voti religiosi si svolge all’interno della S. Messa (in questo caso delle XXIV^ Domenica del Tempo ordinario) e si articola in alcuni momenti peculiari: l’appello, dopo la proclamazione del Vangelo, l’interrogazione dei candidati, la prostrazione durante il canto delle litanie dei santi, la professione vera e propria nelle mani del Ministro provinciale, la preghiera di benedizione dei neoprofessi
Le letture (tratte da Siracide 27, Salmo 102, Romani 14 e Matteo 18) hanno suggerito al Ministro di incentrare l’omelia attorno ad alcuni verbi portanti: “Voi siete amati, salvati e perdonati: se siete consapevoli di questo tutto diventa differente. Dio è il grande Elemosiniere a cui, in realtà, mai potremo restituire il debito che ci ha cancellato. Noi saremo sempre debitori: eppure… siamo amati, salvati e perdonati”
Nelle sue appassionate parole, riecheggianti quelle del Vangelo (in cui si racconta di quel re che volle regolare i conti e fu capace di condonare lo stratosferico debito di diecimila talenti), ha incoraggiato i tre giovani frati ad essere uomini pronti al pentimento. E, inevitabile conseguenza, di essere uomini che non tacciono la misericordia da Lui ricevuta: “Non si può mettere il silenziatore alla misericordia che Dio Padre vi ha offerto: il fatto che innumerevoli volte ha avuto pazienza con voi, con me, con tutti noi. Non si può!”.
Al termine della celebrazione i tre, prendendo ognuno la parola: hanno avuto parole di ringraziamento per il dono della vita (ricevuto dai genitori e dalle famiglie), per quello della formazione alla vita francescana (avuta nei diversi anni trascorsi dal loro ingresso in convento) e per Dio Padre per il dono della fede, della speranza, dell’amore.
I tre neo-professi si erano preparati a vivere questo momento la sera precedente con la Veglia di preghiera presieduta da fr. Andrea Dovio, Segretario provinciale. Rivolgendo loro la parola, ha suggerito che: “Sempre necessario, soprattutto nei momenti importanti della vita, è custodire e coltivare la memoria della nostra storia di amicizia. di amore con Gesù, e in particolare la memoria degli inizi della nostra sequela. Importante è anzi tutto non dimenticare, ovvero ricordare, riportare al cuore eventi e parole. Ricordare gli inizi”.
E, infine, ha rivolto loro tre preziosi consigli: 1. Stare con Gesù. 2. Lasciare l’iniziativa a Gesù; 3. Gettare le reti sulla sua parola, e non sui nostri progetti e le nostre idee”.
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