Tra i luoghi che, dopo Assisi, meglio ci possono presentare san Francesco nella sua completezza, prima e dopo la conversione, e che ci ripetono maggiori particolari della sua vita e della storia francescana successiva, ha un posto di privilegio Perugia. Posta sull’estremo limite nord della vallata umbra, parrebbe parlare solo di pace e serenità: come i suoi tramonti fascinosi, come la calma idilliaca dei suoi pittori rinascimentali, come le sue piazze, le vie, i palazzi medievali e le chiese, nella cui architettura è temperata la durezza romanica e gotica dalla serena linea del Rinascimento.
Eppure, Perugia fu la città della guerra e dell’odio e sfruttò con atrocia il privilegio di città maggiore in tutta la zona. Uno dei comuni ghibellini più molestati dalla città guelfa fu Assisi. L’antagonismo fra i due comuni confinanti è documentato almeno dal 1054. Fra le varie fasi di guerre e di scaramucce, l’episodio che ha maggiormente richiamato l’attenzione degli storici è quello degli inizi del sec. XIII: perché in quello fu coinvolto il ventenne Francesco di Pietro di Bernardone.
Negli ultimi anni del sec. XII, il popolo di Assisi tentò con ogni mezzo di sopraffare i feudatari, i quali chiesero aiuto alla vicina città nemica. Si arrivò così alla guerra che segnò la sconfitta di Assisi, nel novembre del 1202, a Collestrada: sul confine tra i due comuni. Francesco combatteva fra i cavalieri e cadde prigioniero, quindi, fu rinchiuso a Perugia, nel carcere di Sopramuro. Fu questo il suo primo incontro con la città nemica; ma le fonti ci hanno conservato l’eco della freschezza giovanile con cui Francesco accettò quella prigionia, che ci risulta per altro durissima. Nel carcere di Sopramuro, vediamo per la prima volta questo giovane cantare in mezzo alle sofferenze, e quasi sfidare i compagni di sventura con il grido profetico: «Non sapete dunque che un grande avvenire mi attende e che il mondo intero, un giorno, s’inchinerà davanti a me?».
Altro momento della presenza di Francesco a Perugia, documentatoci dalle fonti, è quello di una predicazione tenuta dal Santo sulla piazza della città. Un altro arrivo del Santo a Perugia, a cui sembra di poter assegnare come data il luglio 1216, ha per motivo la richiesta di conferma della famosa «Indulgenza della Porziuncola». In quei giorni moriva a Perugia Innocenzo III e veniva eletto Onorio III a succedergli. San Francesco e i suoi primi frati furono notati ed ammirati dal clero là convenuto per quegli avvenimenti. Giacomo da Vitry ci racconterà, nelle sue lettere, l’impressione ricevuta da quei frati dediti al disprezzo delle ricchezze e alla ricostruzione spirituale della Chiesa.
Tra l’altro, va ricordata una testimonianza del tempo: nella notte dopo la morte, il corpo di Papa Innocenzo III fu profanato e spogliato delle gemme e dei paramenti sacri: Francesco d’Assisi rivestì con il suo saio il corpo del morto pontefice. Prima che l’assemblea ecclesiastica si sciogliesse, san Francesco aveva ottenuto dal Papa Onorio III, quasi come primo dono del suo pontificato, la conferma per l’indulgenza richiesta in nome del Cristo stesso.
Perugia San Francesco
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