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di Umberto Occhialini 18 Nov 2016

Sacramento: abecedario dello spirito

Alcune parole del lessico adoperato dai cristiani non sono come le altre. Vorremmo passarne in rassegna alcune per comprendere meglio il loro uso secondo il modo di intenderle e usarle: da cristiani, appunto!

Solo nel linguaggio cristiano il termine sacramento ha assunto una diffusione e un significato di grande rilievo.

In latino sacramentum significava giuramento, servizio militare, pegno, ma i cristiani di lingua latina lo usarono per tradurre il greco mysterion con cui nel Nuovo Testamento si indicava il disegno di salvezza di Dio, rimasto nascosto nei secoli, poi attuato e rivelato con l’incarnazione del Figlio, Gesù Cristo.

Fino al Medioevo furono chiamati sacramentum diverse realtà sacre, come la Sacra Scrittura, le memorie liturgiche degli eventi salvifici di Cristo, il battesimo, l’eucaristia . Poi si sentì la necessità di restringere il concetto di sacramento a sette particolari riti, nei quali si verificavano tre condizioni: essere un segno sensibile, istituito da Cristo e che conferiva la grazia.

Si riservò allora questo termine a sette riti: battesimo, cresima, eucaristia, penitenza, unzione degli infermi, ordine, matrimonio. Il magistero della Chiesa confermò che tutti e solo questi sette sono propriamente sacramenti.

Ogni sacramento dona una grazia particolare: il battesimo cancella tutti i peccati, ci rende figli di Dio, ci incorpora alla Chiesa; la cresima infonde in noi un particolare dono dello Spirito Santo che ci fortifica nella fede e ce ne rende testimoni; l’eucaristia è presenza del sacrificio di Cristo nel pane e nel vino diventati suo corpo e suo sangue, cibo per far crescere Cristo in noi e creare l’unità della Chiesa; la penitenza ci ridona la grazia battesimale se l’abbiamo perduta con peccati gravi e ci purifica da ogni colpa; con l’unzione degli infermi la grazia viene in nostro soccorso nella situazione di seria malattia, sia per guarirci che per accompagnarci nel passaggio alla vita eterna; il sacramento dell’ordine, nei tre gradi di diaconato presbiterato e episcopato, conforma i consacrati a Cristo buon pastore e dà loro il potere di amministrare i sacramenti; il sacramento del matrimonio dona agli sposi le grazie necessarie per vivere uniti, nella dedizione e fedeltà reciproca e per amare ed educare saggiamente i figli.

Tutti i sacramenti vengono amministrati con un segno sensibile che in qualche modo ne manifesta la grazia particolare, come l’acqua del battesimo che lava le colpe o il pane eucaristico che nutre l’anima.

Così pure ogni sacramento viene conferito da un ministro che ha l’autorità per farlo. Tuttavia il ministro rappresenta Cristo che è l’autore della grazia. È Cristo quindi che battezza, che assolve, che consacra il pane e il vino, e così per ogni sacramento. Ed è lui che dona la grazia, non chi amministra o riceve il sacramento.

In ABECEDARIO DELLO SPIRITO, di Umberto Occhialini
dal n. 1/2016 della Rivista Porziuncola



Abecedario dello Spirito Rivista Porziuncola Sacramento Umberto Occhialini

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