Bandeko ba bolingo, Mokonzi apesa bino boboto!
(Carissimi fratelli il Signore vi dia pace!)
Questo è il saluto che fra Michele Impagniatiello, frate minore della provincia Umbra e missionario in Congo per 10 anni, ha rivolto ai frati minori della Provincia Serafica come testimonianza in occasione della festa della vocazione Francescana il 18 febbraio 2012.
Fra Michele è deceduto il 2 luglio 2013 dopo una improvvisa e dolorosa malattia, nella quale ha dato testimonianza della sua fede semplice e granitica, che gli ha permesso di accogliere quel tempo faticoso come una offerta in unione alla passione redentrice di Gesù, come lui stesso scrive, “fa’ o Dio, che l’OFFERTA DELLA MIA SOFFERENZA sia sostegno per il cammino della Chiesa e per quanti soffrono nel corpo e nello spirito”.
In questo giorno speciale nel quale la Chiesa ci invita a fare memoria di tutti i nostri fratelli defunti e all’indomani dalla solennità di “Tutti i Santi” vogliamo condividere una parte della sua testimonianza per ringraziare Dio per i fratelli che ci ha donato, “i santi della porta accanto”, e come ha scritto Papa Francesco, per lasciarci anche noi entusiasmare e incoraggiare per dare tutto noi stessi, e per crescere verso quel progetto unico e irripetibile che Dio ha voluto per ciascuno di noi da tutta l’eternità.
Dalla testimonianza di fra Michele Impagniatiello ai confratelli della Provincia Serafica in occasione della festa della vocazione francescana e degli anniversari, S.Maria degli Angeli, 18 febbraio 2012
“Il tempo della CONTINUITÀ. Sorella infermità
In 10 anni vissuti in Congo il Signore mi ha dato la grazia di vivere pienamente la mia vocazione francescana e il mio sacerdozio, facendomi sperimentare le mie povertà e scoprire i miei talenti, facendomi incontrare un’altra cultura e parlare altre lingue, facendomi incontrare i volti di tanta gente: i poveri nei quartieri, i bambini, i saggi tradizionali, le tante mamme che tornavano stanche dai campi. Un tempo dove ho percorso in lungo e in largo i vari sentieri della foresta con la mia bicicletta per incontrare e salutare la gente nei villaggi. Attualmente, come tutti già sapete, la mia vita è segnata da “sorella infermità”, una bicicletta che sto imparando a pedalare giorno dopo giorno nella continuità della vita missionaria. Il movimento è lo stesso, pedalare sempre in avanti; lo zaino è lo stesso, il Vangelo; lo spirito è lo stesso, la gioia di annunciare; il sentiero è identico: piano, stretto, faticoso, in salita; la meta è la stessa, i volti della gente. Sto vivendo questa continuità della vita missionaria a braccetto di “sorella infermità”, sull’esempio della vita del Signore, che dopo aver insegnato nelle sinagoghe, annunciato il Vangelo ai poveri, guarito gli infermi, espulso i demoni, ha accolto il cammino della croce e dell’offerta nella continuità feconda della sua vita missionaria. Così oggi vivo questo tempo della sofferenza offrendola per il bene della Chiesa, della missione in Congo e della nostra Provincia”
Fra Michele Impagniatiello
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