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Le Regole di frate Francesco 10 Set 2021

Sperimentare il Vangelo - 2/2

Seconda parte (I parte) di un articolo di p. Simone Ceccobao pubblicato sulla Rivista Porziuncola

La proto-Regola
I frati Minori intraprendono un percorso diverso. Aggirate le prescrizioni del Lateranense IV attraverso il riferimento alla conferma orale della primitiva forma vitae da parte di Innocenzo III, viene intrapreso un lungo e intenso processo di sperimentazione. È possibile affermare che quella dei frati Minori è una Regola che fermenta dal basso, dalla vita, dall’esperienza e che solo successivamente riceve una veste giuridica. In questo percorso legislativo che avanza per stratificazioni testuali possono essere individuate tre fasi redazionali tra loro legate secondo uno sviluppo non sempre uniforme: La proto-Regola o forma vitae che risale agli anni 1209 – 1210; La Regola non bollata del 1221; La Regola Bollata del 1223.

Quella che comunemente viene chiamata la proto-Regola è il nucleo redazionale iniziale, germinale, dal quale Francesco parte per dare un essenziale inquadramento evangelico e giuridico alla intuizione carismatica ricevuta dal Signore, come ricorda egli stesso nel suo Testamento: «E dopo che il Signore mi dette dei fratelli, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. E io la feci scrivere con poche parole e con semplicità, e il signor papa me la confermò» (Testamento, 14-15: FF 116).

Questa primitiva forma vitae, fatta scrivere con poche e semplici parole tratte dal Vangelo, non ha vissuto una traditio perché in qualche maniera è andata dissolvendosi tra le disposizioni via via prodotte nei primi anni di vita della fraternitas e confluite dentro il testo della Regola non bollata, una fonte alla quale si perviene per addizioni, per sedimentazioni progressive. Risalire al testo della proto-Regola risulta possibile solo ragionando per ipotesi, per approssimazioni.

Regola e Vangelo
È possibile affermare che la genesi della Regola minoritica trova il suo punto di partenza nell’ascolto del Vangelo che Francesco vive nella piccola e cadente chiesa della Porziuncola, un evento ampiamente narrato dalle fonti agiografiche (cf. 1Cel IX,22: FF 356; 3Comp VIII,25: FF 1427; LegM III,1: FF 1051). Si tratta del punto culminante dell’itinerario iniziale di Francesco, di quel sofferto percorso di ricerca che trova il suo compimento nell’incontro con il mandato missionario che il Signore Gesù rivolge ai discepoli. Parole, quelle di Mt 10,7-10 (Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento) alle quali il giovane Assisiate risponde con un sollecito entusiasmo, come informa la Leggenda dei Tre Compagni: «Fissando nella memoria tutto quello che aveva udito, si impegnò ad eseguirle lietamente» (VIII,25: FF 1427).

A questo primo incontro con il Vangelo ne fa seguito un secondo, fondamentale ai fini della nascita della Regola, che si realizza nella consultazione della Parola di Dio che Francesco fa insieme ai suoi primi compagni Bernardo e Pietro nella chiesa di san Nicolò, vicino al mercato di Assisi. Anche questo è un evento che nessuna delle fonti agiografiche del XIII secolo tace (Cf. 1Cel X,24: FF 360-361; AnPer II,11: FF 1497; 3Comp VIII,2: FF 14319; 2Cel X,15: FF 601; LegM III,3: FF 1054).

Dalle fonti agiografiche si evince che dalla consultazione del libro dei Vangeli i tre assisani ricevettero questi tre testi: Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo e vieni, seguimi (Mt 19,21); Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro e non portatevi due tuniche (Lc 9,3); Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua (Mt 16,24). Con una formulazione pressoché similare questi testi compariranno in Rnb I, assumendo, quindi, un chiaro carattere fondativo (FF 4). La Leggenda dei Tre Compagni ci dà notizia che, a conclusione di questa consultazione, Francesco abbia esclamato: «Fratelli, questa è la vita e la regola nostra, e di tutti quelli che vorranno unirsi alla nostra compagnia» (3Comp VIII,29: FF 1431). Vita et Regula, un binomio inseparabile nel testo del 1221, in quello del 1223 si ridurrà semplicemente a Regula, indizio non di un mero cambiamento semantico, ma di una visione e di un inquadramento del carisma entro parametri marcatamente giuridici.

È possibile affermare con un sufficiente grado di sicurezza che questo nucleo di quattro citazioni evangeliche abbia costituito in sostanza la guida che ha orientato la vita del gruppo dei primi frati. Il passo inizialmente ascoltato da Francesco in Porziuncola, un testo di missione, conferiva la natura essenzialmente apostolica a quella fraternità nascente, mentre gli altri tre, che riferiscono in sostanza dei tre consigli evangelici rapportati alla sequela di Cristo, le donavano l’indole specifica della vita religiosa. Si tratta, quindi, della sezione più antica del testo regolare.

Il Testamento di Francesco, oltre a permettere di ripercorrere, dentro la tensione tra intuizione e istituzione, i punti fermi dell’esperienza delle origini, ai vv.14-15 mostra, da un lato, l’intima convinzione dell’Assisiate sull’ispirazione evangelica della sua vocazione e la corrispondente impronta impressa alla fraternità, dall’altro la necessità di avere un documento, un propositum vitae sufficientemente dettagliato che servisse come punto di riferimento, come linea orientativa, per quel primitivo gruppo. Un’esigenza che si spiega con la rapida crescita numerica della primigenia cellula e con la necessità che non fosse confusa con altri gruppi allora esistenti, di ispirazione similare, ma di carattere eterodosso: da qui l’insistenza sul tema della conferma pontificia.

Il citato passo del Testamento viene assunto da Tommaso da Celano quale fonte per rievocare quei momenti sorgivi e fondativi dell’Ordine: Vedendo che di giorno in giorno aumentava il numero dei suoi seguaci, Francesco scrisse per sé e per i frati presenti e futuri, con semplicità e brevità, una norma di vita o regola composta soprattutto di espressioni del Vangelo alla cui osservanza perfettamente continuamente aspirava, ma vi aggiunse poche altre direttive indispensabili e urgenti per una santa vita in comune (1Cel XIII,32: FF 372). Questi passi confermano, quindi, l’esistenza di un testo scritto, sconosciuto nello stato redazionale originale, non perché semplicemente sia stato smarrito, ma perché è stato assorbito tra le disposizioni che a poco a poco Francesco cominciò ad aggiungere, per normare e regolare una santa vita in comune.

In REGOLA E VITA, a cura di Simone Ceccobao
dal n. 1/2021 della Rivista Porziuncola



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