dalla rivista Porziuncola, intervista di Enzo Giovannini
Lunghi, un cognome che alla maggior parte dei nostri lettori forse non dirà granché. Per gli abitanti di Assisi e dintorni, invece, rimanda subito ad una storica Impresa di costruzioni, che fin dal 1966 si occupa del restauro e della conservazione di beni monumentali. Proprio alla ditta Lunghi sono stati affidati i lavori di ripristino statico e di miglioramento sismico della Basilica di Santa Maria degli Angeli: un’imponente opera di consolidamento strutturale – finanziato con fondi pubblici, concessi in seguito ai danni del terremoto 2016 – che prevede, tra l’altro, il rinforzo delle volte e della cupola. Ne parliamo con il dott. Luca Lunghi, direttore tecnico dell’Impresa, che ci racconta questa riqualificazione del “luogo più caro a san Francesco”.
Luca, dopo tanti mesi di lavoro, ti sentirai un po’ come in famiglia…
Sì, ormai da un anno e mezzo la Basilica è diventata la mia seconda casa. Ogni mattina, alle sette meno un quarto, entro in questo Tempio meraviglioso che non finisce mai di sorprendermi. Io sono nato a Santa Maria degli Angeli, e ancora oggi abito con la mia famiglia a pochi passi dalla piazza; eppure, mai come in questa occasione mi sono accorto della forza e del fascino che la Porziuncola ha sulle migliaia di pellegrini che ogni giorno la visitano. È davvero un luogo vivo, dove le persone continuamente entrano, pregano… in estate come in inverno. Noi siamo lì per lavorare, magari presi da tanti problemi… eppure percepiamo – com’è scritto sulla soglia della Porziuncola – che davvero “questo luogo è santo”.
Un progetto ambizioso e anche una sfida per te e per i tuoi collaboratori
Fin dall’inizio abbiamo studiato i vari interventi di restauro non come operazioni a sé stanti, ma come tanti tasselli da armonizzare tra loro: l’obiettivo è sempre stato quello di rendere la Basilica ancora più bella, solida e capace di affrontare le sfide del tempo. Sono state ristrutturate le aree che evidenziavano le maggiori problematiche e abbiamo avviato un sistema di monitoraggio continuo, per tenere sotto controllo tutti i movimenti di una struttura così imponente. Un primo intervento ha riguardato il recupero dei cedimenti e delle lesioni sul lato destro del Tempio, venute alla luce non solo a causa dell'ultimo terremoto, ma anche per la situazione del terreno sottostante che è diversa nelle varie zone e che per questo è stato subito consolidato.
Qual è stato l’intervento più impegnativo?
Certamente il restauro della cupola; se da un punto di vista architettonico presenta caratteristiche uniche – così alta e slanciata è davvero splendida ed è visibile anche a notevole distanza – da quello strutturale mostra invece una grande debolezza. La ragione è semplice: è sorretta da 8 pilastri, con 8 grandi vuoti e 8 grandi finestrature. E lo spessore della cupola, quando curva, è superiore a 1,20 metri di muratura: un peso enorme! Si sono dunque rese necessarie delle perforazioni verticali di 28 mt di lunghezza, per inserire barre di acciaio ad alta resistenza; abbiamo poi realizzato anche 11 cinture orizzontali in modo da cingere la cupola con piastre e fibre d'acciaio, ed evitare così il rischio di spanciamenti laterali.
Nonostante un lavoro tanto complesso, avete deciso di non chiudere le porte ai pellegrini. Perché questa scelta?
In un primo momento era stato ipotizzato di chiudere la Basilica per alcuni mesi, in modo da terminare gli interventi in tempi rapidi e senza alcun tipo di ostacolo. Poi, in accordo con la direzione dei lavori e con i frati, abbiamo deciso di lasciarla sempre aperta e permettere a tutti di visitare la Porziuncola. Per far questo sono state realizzate alcune torri mobili alte 18 metri, che ci hanno permesso di spostarci piuttosto agevolmente in ogni zona della Basilica – navate laterali, navata centrale e transetti, abside… – senza dover realizzare un grande ponteggio interno. Grazie a questi accorgimenti, la presenza del cantiere non è stata particolarmente invasiva e non ha penalizzato il normale flusso dei pellegrini.
Puoi raccontarci di qualche altro intervento particolare?
Abbiamo inserito un sistema di catene – una struttura molto efficace per la prevenzione di danni sismici – che stanno già dando ottimi risultati: il monitoraggio dell’Università di Perugia ci conferma che con questa tecnica i movimenti della Basilica si sono praticamente bloccati. Temevamo che fossero troppo invasive, al punto da rovinare l’estetica della Basilica… Invece le abbiamo verniciate dello stesso colore delle pareti e… sono scomparse alla vista! Abbiamo inserito centinaia di metri lineari di catene, ma chi entra in Basilica non le nota.
Per le perforazioni non abbiamo potuto utilizzare l'acqua, tradizionale strumento di raffreddamento. Era infatti necessario salvaguardare le zone affrescate: se gli intonaci esistenti si fossero bagnati, sarebbero nate zone di umidità e muffe. Come risolvere il problema? In collaborazione con un’azienda austriaca abbiamo messo a punto un innovativo sistema che ci ha permesso di fare le perforazioni immettendo e aspirando aria. Ha comportato tempi più lunghi e maggiori difficoltà operative però… abbiamo vinto la nostra sfida.
Cosa ci dici della Porziuncola?
La Porziuncola è stabile come una roccia! Non ha avuto bisogno di alcun intervento dal punto di vista strutturale. Sono stati realizzati solo alcuni restauri pittorici – il più importante ha riguardato la Pala d'altare che riproduce l’Annunciazione – e sono stati monitorati gli affreschi della zona dell'abside. Per salvaguardare la piccola cappella cara a san Francesco, ne abbiamo circondato il perimetro con un ponteggio di protezione; una struttura tecnologicamente innovativa che non parte da terra, ma è sospesa a 28 m, dove si trova il ballatoio. Non va dimenticato che al di sotto della Porziuncola c'è un’intera zona archeologica: il pavimento – che poggia su tralicci molto semplici – può certo sostenere il flusso di tante persone, ma i rischi aumenterebbero nel caso di una impalcatura dal peso di centinaia di quintali. Questo ponteggio completamente sospeso ci ha permesso di lavorare con continuità e di mettere in totale sicurezza la Porziuncola, permettendo allo stesso tempo il regolare flusso dei pellegrini.
E per quanto riguarda il campanile?
Trattandosi di una struttura molto alta, vi abbiamo concentrato gran parte dei lavori: le campane in movimento, infatti, generano forti vibrazioni e l’antico sistema di catene risultava lesionato dai precedenti terremoti e dunque inagibile. Abbiamo creato un sistema di incatenamento, adottando la stessa tecnica applicata alla cupola: all’interno di 4 lunghe perforazioni che attraversano tutto il campanile, sono state inserite alcune barre di acciaio con lo scopo di contenere l’intero impianto architettonico.
Quando è prevista la conclusione dei lavori?
Il nostro obiettivo era riconsegnare la Basilica, completamente restaurata, a Natale dello scorso anno. Purtroppo, sono state necessarie alcune varianti in corso d’opera. Un esempio su tutti: abbiamo dovuto rimuovere dalla cupola tutte le lastre in piombo; erano state poste in loco solo agli inizi degli anni ’80 e per questo speravamo che fossero in buone condizioni. In realtà, dopo un’attenta analisi, ci siamo accorti che non sarebbe stato possibile riutilizzarle. Parliamo di blocchi dal peso di oltre un quintale l’uno! Siamo subito corsi ai ripari: sei persone, ogni giorno per un periodo di 6-7 mesi, hanno lavorato per smontare queste lastre, piegarle, batterle a mano una alla volta, per poi ricollocarle al loro posto… Un fatto che ha comportato un inevitabile ritardo nella tabella di marcia. Oggi posso affermare con quasi assoluta certezza che la zona del campanile e quella absidale verranno completati entro la Pasqua di quest’anno. Un successivo intervento riguarderà la facciata – che evidenzia un ribaltamento verso valle – ma farà parte di un lotto di lavori che ci auguriamo partirà nel 2026.
Sono ormai quasi due anni che lavori in questo cantiere: cosa ha significato per te, che impatto ha avuto nella tua vita?
È stata davvero una grande esperienza dal punto di vista tecnico, ma soprattutto umano. Con i frati abbiamo condiviso gioie e fatiche di questo lungo percorso e ormai tra loro mi sento in famiglia. Ho sentito di essere parte di un evento storico: poter restituire ai fedeli una Basilica ancora più bella e sicura, è per me motivo di grande soddisfazione. Quello che più ha colpito in questi mesi è stata però la partecipazione della gente. Quando al mattino vado al bar a prendere un caffè, c’è sempre qualcuno che mi chiede: Allora, come sta andando? Come procedono i lavori? Qualche giorno fa un signore mi ha detto: ho visto tracce di umidità sulla parete. Siamo andati a vedere e abbiamo trovato davvero un'infiltrazione d'acqua su cui siamo subito intervenuti. C'è un vivo interesse per il nostro impegno, segno che la Porziuncola è davvero un luogo a cui tutti vogliono bene.
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