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Lettera del Ministro Generale per la Solennità di San Francesco 02 Ott 2015

Francesco ci invita ad una conversione ecologica

Cari fratelli, il Signore vi dia pace!

Con questo saluto, che Francesco ci ha insegnato, ci rivolgiamo a voi in questa lettera all’inizio del nostro mandato.

Come Definitorio generale vogliamo anzitutto dirvi che intendiamo rispondere con tutte le nostre forze alla chiamata che il Signore e il Capitolo generale ci hanno rivolto, affidandoci questo incarico. Cercheremo di servire la Fraternità universale dell’Ordine svolgendo il nostro compito di animare e guidare i fratelli per una fedeltà sempre più grande a ciò che abbiamo promesso al Signore. Chiediamo la vostra preghiera e il vostro aiuto perché, insieme, possiamo realizzare la nostra comune vocazione.

All’approssimarsi della festa di san Francesco di quest’anno, ci sembra importante riprendere in mano e iniziare una riflessione comune sulla lettera enciclica Laudato si’, che Papa Francesco ci ha indirizzato la scorsa Pentecoste «sulla cura della casa comune». Ci sentiamo chiamati doppiamente in causa: come tutti gli uomini di buona volontà, perché il successore di Pietro si è rivolto a tutti noi, e come francescani, perché il riferimento a Francesco d’Assisi percorre questo testo, fino dal suo titolo. Il Papa stesso giustifica questo riferimento, dicendo: «Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità» (n. 10). Tale idea di “ecologia integrale” percorre tutta l’enciclica e vuole ricordarci che il problema ecologico non è una questione settoriale, limitata al rapporto con l’ambiente inteso in senso stretto, quasi una sorta di “giardinaggio”, ma riguarda un insieme di problematiche ampie, quali la giustizia nei rapporti sociali, l’impegno per la pace, il rispetto della vita, che sono strettamente connesse al problema dell’ambiente.

Rapporti giusti tra gli uomini e i popoli si riflettono in un giusto rapporto con l’ambiente, mentre sfruttamento e ingiustizia nelle relazioni umane generano sfruttamento e inquinamento delle risorse naturali. Quando si parla di “ecologia integrale” si vuole invitare a questo sguardo d’insieme, che veda la profonda relazione che collega inquinamento, questione dell’acqua, cambiamenti climatici e perdita di biodiversità con la degradazione sociale, il deterioramento della qualità della vita umana e l’iniquità planetaria. Il Papa declina la prospettiva integrale di questa ecologia mostrando i diversi ambiti in cui si sviluppa e parlando di ecologia ambientale, economica e sociale, strettamente connesse tra loro, come pure di ecologia culturale, riguardante la vita quotidiana. Il Papa invita in speciale modo i cristiani a una “conversione ecologica”, riprendendo le convinzioni della nostra fede e denunciando che spesso si tratta di una dimensione mancante nella nostra spiritualità. «Manca dunque una conversione ecologica, che comporta il lasciar emergere tutte le conseguenze dell’incontro con Gesù nelle relazioni con il mondo che ci circonda. Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana. Ricordiamo il modello di san Francesco d’Assisi, per proporre una sana relazione col creato come una dimensione della conversione integrale della persona» (nn. 217-218).

Abbiamo ripreso qualche spunto dell’enciclica per stimolare ancora ciascuno di noi, se ce ne fosse bisogno, a rileggerla, meditarla e farla oggetto di discussione fraterna. Si tratta di un tema che ci riguarda davvero, come Frati Minori, seguaci del Signore alla maniera di Francesco d’Assisi.

Francesco ci invita a guardare il creato con occhi spirituali, cioè animati dallo Spirito del Signore e resi occhi credenti, così da vedere meglio tutta la realtà. Un ottimo esempio ce lo dona egli stesso nel Cantico delle creature: per la prima delle creature ricordate, che è il sole. Dice che «ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significazione». Lo sguardo di ogni uomo può dire che il sole è bello e luminoso; ma Francesco aggiunge che esso ci rimanda a Dio, usando l’impegnativa parola «significazione». È bello notare che lo sguardo del cristiano non vede un sole diverso dagli altri uomini: nella medesima realtà che vedono tutti, noi credenti possiamo gettare uno sguardo più penetrante, che va al di là della superficie e ne coglie il più profondo significato (la «significazione», appunto). La fede non ci fa vedere un mondo diverso da quello reale, ma ci fa vedere diversamente lo stesso mondo. Questo sguardo diverso potrà avere un benefico effetto anche nella prospettiva della cura dell’ambiente. A partire dalla fede, noi potremo ricordare a noi stessi e al mondo che le realtà naturali, l’acqua, l’aria, la terra, i boschi, sono anche creature di Dio. Questa osservazione, elementare per ogni credente, ha il benefico effetto di farci uscire da una relazione bipolare uomo-natura, perché inserisce un terzo elemento in questo rapporto che altrimenti rischia di diventare conflittuale: il terzo elemento necessario è Dio. Se nella nostra considerazione esistono solo l’uomo e le realtà naturali, scoppia un conflitto che vuol stabilire chi comanda tra i due; se invece ci ricordiamo che sia noi che la natura siamo creature di Dio, riconoscendo che l’origine di tutto è lui, al di sopra di noi, ritroveremo l’equilibrio di una pacificata relazione.

Altre considerazioni possono nascere da uno sguardo all’esperienza spirituale di Francesco d’Assisi: il suo invito alla povertà diventa modello di una sobrietà nell’uso delle risorse, che oggi è sempre più indispensabile e che dovrebbe contrassegnare il nostro stile di vita. Il suo rapporto fraterno non solo con le persone, ma anche con gli animali e le cose ci potrà insegnare una diversa maniera di entrare in relazione con la vita, con coloro che incontriamo e con le cose che usiamo. Sarebbe così bello diventare “fratelli universali”, come Francesco ci insegna e come la nostra vocazione di Frati Minori ci chiede!

Questa consapevolezza ecologica si è fatta strada nella nostra coscienza di Frati Minori, in questi ultimi decenni. Il nostro Capitolo generale del 2003 modificò il testo del primo articolo delle nostre Costituzioni generali, là dove si descrive la nostra identità fondamentale, aggiungendo alla fine del paragrafo 2, che già parlava di «predicare, con i fatti, riconciliazione, pace e giustizia», l’espressione «manifestando sommo rispetto verso il creato». Fu il riconoscimento che la cura della casa comune fa parte essenziale del nostro carisma. Può essere utile forse ricordarlo oggi, dodici anni dopo, per chiedersi che cammino concretamente abbiamo compiuto da allora. Sappiamo tutti che anche il cambiamento del testo delle Costituzioni, come tante dichiarazioni, potrebbe restare sulla carta: si tratta di cambiare anche le pratiche della nostra vita.

Molte altre riflessioni potremmo fare, e ci auguriamo che vengano fatte sia personalmente che comunitariamente, nei nostri incontri fraterni. Vorremmo però anche invitare tutti noi a cercare di tradurre queste riflessioni in decisioni che siano anche scelte concrete. È vero che una buona teoria è necessaria per una buona pratica, ma è altrettanto vero che, senza la pratica, la teoria rimane sterile. Francesco ci ricorda che non è sufficiente “avere lo Spirito del Signore”, ma che è necessaria anche “la sua santa operazione”. Prendere coscienza che l’acqua è un bene prezioso dovrà dunque manifestarsi anche in una disciplina personale e comunitaria che cerchi di evitare gli sprechi inutili di acqua, che in alcuni paesi possono facilmente avvenire. Le riflessioni sugli eccessivi consumi energetici, fonte di inquinamento, dovranno anche influire sull’utilizzo, personale e comunitario, dell’elettricità, del riscaldamento, dell’aria condizionata o degli apparecchi di refrigerazione. Le informazioni sul problema dell’accumulo di rifiuti, soprattutto di plastica o non biodegradabili, e sul loro smaltimento dovranno orientare i nostri comportamenti nell’utilizzo dei detersivi e nell’accumulare rifiuti, che possano essere smaltiti in maniera adeguata. Anche come consumatori (visto che anche noi inevitabilmente lo siamo) dovremo imparare a scegliere i nostri acquisti considerando anche altri elementi di carattere etico, oltre alla convenienza economica e alla comodità. Si tratta di considerazioni molto pratiche, che potrebbero continuare. Come Definitorio generale vogliamo che questa consapevolezza si traduca in un rinnovato stile di vita, nella nostra casa generalizia e in tutte le fraternità dell’Ordine.

Il nostro fratello San Francesco ci aiuti e ci accompagni in questo cammino di conversione, cui Papa Francesco ci richiama con forza e urgenza. Facciamo tutto quanto è in nostro potere di fronte al grave pericolo in cui si trova il Creato e alle necessità di tanti fratelli e sorelle che richiedono la nostra solidarietà e accoglienza. Saremo allora, costruttori di un futuro di pace, sostenibile e fraterno, per la nostra Casa comune e per tutti noi.

La benedizione del Signore scenda sulle nostre Fraternità e su ciascuno di noi come segno della sua presenza di comunione e di amore.

Roma, 17 settembre 2015
Festa delle Stigmate di san Francesco

I vostri fratelli del Definitorio generale:

Fr. Michael Anthony Perry, ofm (Min. gen.)
Fr. Julio César Bunader, ofm (Vic. gen.)
Fr. Caoimhín Ó Laoide, ofm (Def. gen.)
Fr. Ignacio Ceja Jiménez, ofm (Def. gen.)
Fr. Nicodème Kibuzehose, ofm (Def. gen.)
Fr. Lino Gregorio Redoblado, ofm (Def. gen.)
Fr. Ivan Sesar, ofm (Def. gen.)
Fr. Lóránt Orosz, ofm (Def. gen.)
Fr. Valmir Ramos, ofm (Def. gen.)
Fr. Antonio Scabio, ofm (Def. gen.)
Fr. Aidan McGrath, ofm (Seg. gen.)

Scarica la lettera in formato pdf, in lingua italiana o in altre lingue, dal sito dell’Ordine dei Frati Minori.



Cantico delle Creature Conversione Ecologia Lettera Michael Perry San Damiano

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