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Santa Maria degli Angeli in festa: la solenne apertura interdiocesana dell’Anno Giubilare alla Porziuncola 29 Dic 2024

Il Giubileo guarisce le ferite dell’anima anticipando la gioia del paradiso

Una domenica di festa e letizia, in pieno spirito francescano: nel pomeriggio del 29 dicembre nella Basilica di Santa Maria degli Angeli Mons. Domenico Sorrentino ha aperto l’Anno Giubilare delle diocesi sorelle di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno.

A partecipare alla celebrazione, oltre ai tanti fedeli e pellegrini, numerose confraternite e presbiteri delle due Diocesi: tra i concelebranti principali, il Vicario generale della Diocesi di Assisi-Nocera U.-Gualdo Tadino e Foligno don Giovanni Zampa, il Ministro Provinciale dei Frati Minori di Umbria e Sardegna fr. Francesco Piloni OFM, il Ministro Generale dei Frati Minori Conventuali fr. Carlos Alberto Trovarelli, i Vicari episcopali fr. Marco Moroni OFMConv per la Basilica di San Francesco di Assisi e fr. Massimo Travascio OFM per la Basilica di Santa Maria degli Angeli. Presenti anche la neopresidente della Regione Umbria Stefania Proietti insieme ai sindaci dei vari comuni delle due diocesi e alle autorità civili e militari.

«È con grande gioia che oggi accogliamo il nostro vescovo Domenico Sorrentino – ha dichiarato fr. Massimo Travascio, Vicario episcopale per la Basilica di Santa Maria degli Angeli e Custode della Porziuncola dove è avvenuta l’apertura interdiocesana del Giubileo –. Il Giubileo è un tempo per tutti, un tempo, come ha ricordato il Papa, per riscoprire la gioia dell’incontro con il Signore e per impegnarsi nella trasformazione del mondo e seminare speranza ovunque».

Pellegrini e fedeli hanno iniziato a radunarsi già nel primissimo pomeriggio sul sagrato della Basilica: alle ore 15.45 è cominciata la liturgia di benedizione e apertura dell'Anno Santo con una solenne processione.

Dio si fa medico

«La Porta Santa si è aperta. Lo yobel ha suonato! – ha esordito il Vescovo Sorrentino nell’omelia –. Con l’apertura della porta santa a Roma comincia l’anno giubilare anche delle nostre Chiese sorelle di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, come avviene in tutte le Chiese sparse nel mondo. Ci viene offerta l’indulgenza, e cioè la certezza che Dio non solo ci abbraccia come un padre, come nella parabola del figliuol prodigo, quando ritorniamo a lui dopo il nostro peccato, ma si fa anche medico delle conseguenze che il peccato ha prodotto in noi».

Mons. Sorrentino ha continuato con parole semplici ma profonde: «La Chiesa ci offre con il Giubileo una medicina che, se assunta davvero – cosa non scontata – guarisce le ferite dell’anima anticipando per noi su questa terra la gioia del paradiso. Francesco, per i pellegrini di questa Porziuncola, la annunciò così: Voglio mandarvi tutti in paradiso. La festa odierna della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe ci illumina, ci invita a fissare lo sguardo sulla santità della famiglia di Nazaret. Una proposta quasi provocatoria, nel tempo in cui la famiglia è così provata e il matrimonio perde sempre più terreno nella nostra coscienza, nella cultura, nella legislazione, gettando i semi di un futuro da incubo. Il giubileo è stato incardinato sulla speranza, ma questa è efficace e non illusoria se torniamo ad essere famiglia, dalla famiglia fondata sul matrimonio, alle famiglie spirituali che si ritrovano intorno al vangelo come avvenne per Francesco e i suoi frati formati all’ombra di questa Porziuncola».

Porziuncola luogo amato e privilegiato

«Dio Padre da sempre ha riversato la grazia del perdono sul Suo popolo – ha dichiarato al termine della celebrazione fr. Massimo Travascio – e ritrovandoci oggi qui alla Porziuncola, non possiamo non ricordare che nel 1216, Papa Onorio III aveva accolto la supplica di San Francesco che chiedeva l’indulgenza per quanti l’avrebbero visitata nei primi due giorni di agosto (Spes non confundit, 5). Successivamente i Sommi Pontefici offrirono particolari segni della propria munificenza verso la Porziuncola facendo comprendere il proprio singolare amore per questo luogo e, a merito di ciò, fu concessa l’Indulgenza quotidiana in perpetuo».

Il dono dell’Indulgenza “permette di scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio”, ha ricordato il Papa nella Spes non confundit, 23. I termini «misericordia» e «indulgenza» sono dunque interscambiabili, proprio perché intendono esprimere la pienezza del perdono di Dio che non conosce confini.

Come ottenere l'indulgenza

Per ottenere l’indulgenza plenaria giubilare, strumento privilegiato sono i pellegrinaggi. Ma oltre le mete di pellegrinaggio di Roma, l’indulgenza si può ottenere anche partecipando alla Messa, al Rosario, alla Via Crucis e ad altre celebrazioni in un pellegrinaggio «verso qualsiasi luogo sacro giubilare» o «in altre circoscrizioni ecclesiastiche».

Per le diocesi di Assisi e per la diocesi di Foligno i luoghi sono: la cattedrale di San Rufino in Assisi; la concattedrale di Santa Maria Assunta in Nocera Umbra; la concattedrale di San Benedetto in Gualdo Tadino; le Basiliche Papali di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli in Assisi; il Santuario della Spogliazione in Assisi; la chiesa cattedrale di San Feliciano in Foligno; la chiesa di Sant’Agostino – Santuario della Madonna del Pianto in Foligno; la chiesa di San Francesco – Santuario Sant’Angela da Foligno in Foligno; il Santuario della Madonna delle Grazie di Rasiglia in Foligno.

Nel decreto di individuazione delle chiese giubilari, monsignor Sorrentino ha ricordato anche che «le stesse Indulgenze sono concesse alle medesime condizioni, a quanti non potranno partecipare alle solenni celebrazioni, ai pellegrinaggi e alle visite per gravi motivi (monache di clausura, anziani, infermi, reclusi, come pure coloro che in ospedale o altri luoghi di cura prestano servizio continuativo ai malati). L’Indulgenza giubilare si potrà acquistare con le opere di misericordia e penitenza indicate dalle norme: la partecipazione alle missioni popolari, a esercizi spirituali o ad incontri di formazione sui testi del Concilio Vaticano II e del Catechismo della Chiesa Cattolica, preparati a livello parrocchiale o diocesano; le opere di misericordia corporali e spirituali; la visita per un congruo tempo ai fratelli che si trovino in necessità o difficoltà (infermi, carcerati, anziani in solitudine, diversamente abili…); le opere di penitenza; le opere di carattere religioso o sociale».



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