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Assisi–San Damiano: cinque giovani vestono i panni della prova (sette entrano in Noviziato) 11 Set 2023

“Abita l’abito con cui oggi sei rivestito!”

Chi anche solo una volta è entrato nel chiostro di San Damiano sa della sua incantevole bellezza; chi non vi avesse mai messo piede non tardi a varcare le soglie in pietra rosa di Assisi consumate dal passaggio di migliaia di pellegrini e da decine di generazioni di frati. In quel magnifico quadrato di terra che incontra il Cielo, si è svolto nel pomeriggio dell’8 settembre 2023 l’essenziale ed esclusivo Rito della Vestizione e di accoglienza dei novizi. Questi provengono da tre differenti provincie: Serafica (Umbria-Sardegna), S. Antonio (Nord Italia) e Immacolata Concezione (Spagna-Madrid).

Mattia, Luca, Sabino, Luca e Álvaro hanno ricevuto l’abito francescano mentre, Paolo e Riccardo (che l’hanno ricevuto alcuni giorni fa), sono stati ammessi all’anno canonico di Noviziato e affidati al Maestro Fr. Simone Ceccobao. Ha presieduto il rito il MRP Francesco Piloni, Ministro provinciale di Umbria-Sardegna, affiancato da Fr. Paolo Bergamaschi e da Fr. Josè-Juan Lopez rappresentanti delle rispettive provincia di provenienza.

Le letture proclamate (Colossesi 3, Salmo 90, Giovanni 15 e Trattato dei miracoli) hanno sottolineato più volte le parole spogliatevi, rivestitevi, rimanete in me, amatevi. E nell’omelia il Ministro provinciale ha affermato che “Ogni vestizione comincia ed è possibile solo se accettiamo di spogliarci e di essere spogliati. Ogni vestizione ha senso solo alla luce della spogliazione di Cristo. Il quale non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio ma spogliò se stesso”.

Da qui l’invito accorato e toccante di vestire e abitare l’abito della prova (il saio color terra a forma di croce), rimanendo in Lui, aderendo a Lui: “Rimanete accesi, non come i fuochi di paglia oggi così tanto diffusi e presto spenti. Siate luce. Siate ardenti. Abitate l’abito che oggi vi riveste. L’anno di noviziato, cari giovani, è un tempo di scavo delle fondamenta, un tempo per misurare se il vostro essere cristiani, nel carisma di San Francesco, vi corrisponde ovvero, se vi rende più uomini, credenti, fecondi”.

Al termine dell’omelia, nel silenzio parlante del chiostro (abitato per oltre 40 anni da Santa Chiara), il rito corre bello e veloce verso il termine; il clima è lieto, pervaso di gioia semplice, di gratitudine a Dio Padre; fanno corona gli oltre 50 frati provenienti dalle comunità limitrofe e si sente anche qualche legittima lacrima dei familiari dei 7 giovani presenti. Per un anno questi giovani resteranno dentro gli antichi muri di pietra per cimentarsi ed essere messi alla prova. Chiediamo ad ognuno di unirsi a noi nella gratitudine e nella preghiera affinché sia dato a tutti loro il dono della perseveranza.



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