La vigilia del giorno di San Francesco, il rito del transito ha ricordato gli ultimi momenti della vita del poverello di Assisi e del suo incontro con colei che lui chiamò “sorella morte”.
Nella sua riflessione, il Custode di Terra Santa, P. Pierbattista Pizzaballa, ha ricordato la vita del fondatore dei francescani e ha sottolineato che la sua conversione avvenne quando fu lui a permettere che Dio lo trasformasse: “L’unico modo di trasformare la storia è lasciarsi trasformare dal Signore, lasciarsi catturare dalla forza del suo amore, entrare nella logica del suo progetto. Tutto ciò che parte dalla nostra iniziativa, sia essa politica o sociale, muta solo apparentemente la storia, ma non entra in profondità”.
Mentre i francescani hanno ricordato la morte del fondatore, allo stesso tempo hanno celebrato il nascere di nuove vocazioni per il carisma dell’ordine. Così fr. Clóvis Luis, studente di Teologia: “oggi ho fatto professione solenne, per un altro anno, dei voti di castità, povertà e obbedienza, ma soprattutto del voto di vivere la regola di San Francesco, vivere il santo Vangelo”.
Questi studenti sono la prova che, anche dopo ottocento anni, la vita di Francesco continua ad attrarre vocazioni verso la Chiesa, come è stato con il giovane fr. Ayman: “Ho deciso di diventare francescano per due motivi. Il primo è stato avere il vangelo come regola di vita. Questo modo di vivere Gesù Cristo, che si rivela, che affascina, che mi dà gioia e amore ogni giorno. E il secondo motivo è vivere la fratellanza”.
Domenica, giorno di San Francesco, la parrocchia di San Salvatore a Gerusalemme si è riempita di fedeli, autorità e religiosi di Terra Santa. Come da tradizione, la messa è stata presieduta da un rappresentante locale dei domenicani.
La presenza dei francescani in Medio Oriente risale all’inizio del XIII secolo. All’epoca delle crociate, Francesco d’Assisi ebbe un incontro pacifico con l’allora governatore in Terra Santa, sultano Melek Al-Kamel, e riuscì ad aprire le porte alla venuta dei frati.
P. Pierbattista spiega che “i francescani vennero qui seguendo i passi di San Francesco, che volle venire in Terra Santa alla fine del suo itinerario spirituale nell’incontro con Cristo. E da allora i francescani rimasero qui e a poco a poco ricevettero dalla Santa Sede la missione di custodire i luoghi santi”. Oltre a questo, i francescani danno anche sostegno ai cristiani locali, attraverso opere sociali come le scuole e la costruzione di case. Il sogno di Francesco di non dimenticare mai i più poveri: “siamo qui prima di tutto per testimoniare un amore che niente e nessuno potrà sconfiggere“.
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