“Sembra proprio che il nostro Dio, che ci ha scelti e ci ha portati sul monte, non voglia farci mancare nulla”. Ha iniziato così l’omelia, tenuta durante la celebrazione eucaristica del mattino, p. Salvatore Morittu Custode dei Frati Minori di Sardegna, motivando la gratitudine con la ricchezza di testimoni (che la Liturgia da modo di celebrare in questi giorni di Capitolo, oggi in particolare con San Luigi Gonzaga) e soprattutto di Parola, che è luce per il cammino dell’uomo, permettendo a ciascuno di realizzare e vivere la propria santità, non fermandosi ad una sterile, seppur eroica, imitazione di così luminosi esempi.
“Ognuno di noi è, pertanto, innanzitutto la terra chiamata ad accogliere in modo fecondo la Parola di Dio – ha aggiunto p. Salvatore –, ma siamo anche invitati a seminare con gioia e con abbondanza quella stessa Parola nel terreno di questo mondo. La semina, poi, sia fatta con fiducia, perché Dio solo sa come e quando porterà frutto; Lui che, come suggeriva il brano evangelico, non si ferma alle apparenze ma guarda alle intenzioni del cuore (dei nostri digiuni, delle nostre preghiere e di quelli che dovrebbero essere atti di carità), smaschera le eventuali ipocrisie e ricompensa largamente chi dona con generosità”.
Davanti ai frati riuniti tutti in Sala capitolare per la prima sessione di lavoro, p. Francesco Piloni ha introdotto il tema della terza giornata di Capitolo, l’appartenenza, presentando una sintesi del cammino fatto nell’ultimo triennio attraverso le assemblee provinciali centrate sul tema della perseveranza, considerata non solo come un “rimanere” ma anche, in positivo, come un desiderio di perseverare nel bene. P. Francesco, ponendo assieme l’appartenenza e la perseveranza, ha proposto una riflessione su questi temi a vari livelli, sempre più ampi, come in una serie di cerchi concentrici.
I frati si sono così suddivisi in gruppi, dislocati nei vari locali del Convento di Montesanto, per condividere sul tema del giorno, come suggerito, sia a livello personale, ma anche in relazione alla propria Comunità locale, all’intera Provincia, all’Ordine e alla Chiesa. Come è più facile che accada nei gruppi più ristretti, i capitolari hanno avuto modo di raccontarsi ampiamente, aprendo con fiducia il cuore ai fratelli, ciascuno a partire dal proprio vissuto. Tranne una breve pausa, questi confronti hanno occupato il resto della mattinata fino all’ora di pranzo.
Dopo la preghiera dell’Ora Nona, i frati si sono ritrovati nell’Aula capitolare per riportare in assemblea una sintesi dei lavori fatti nei cinque gruppi. È seguito un confronto fra tutti i presenti su quanto ascoltato, un tentativo di scendere ulteriormente in profondità di quanto evidenziato dalle singole sintesi, o da quelle suggerite. Un tempo di dialogo già in sé stesso espressione di fraternità e di appartenenza, ma anche un modo di tracciare nella storia, un passo dopo l’altro, il cammino della Fraternità provinciale.
Appartenenza Francesco Piloni Perseveranza Salvatore Morittu
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