Durante lo scorso anno, Franciscans International ha continuato a confrontarsi con crisi di vecchia data senza però trascurare alcune situazioni emerse di recente nella regione dell’Asia-Pacifico. Queste includono: uccisioni extragiudiziali, giustizia transizionale, libertà d’espressione, diritti delle popolazioni indigene, e i diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
Filippine
Le Filippine stanno attraversando un periodo di grande violenza perpetuata dal governo contro il proprio popolo. Poco dopo aver preso il potere nel 2016, il Presidente Duterte ha dato il via alla cosiddetta “guerra alla droga”, una serie di politiche draconiane volte a liberare il paese dalle droghe, dagli spacciatori, e dai tossicodipendenti. Finora, questa violenza ha provocato migliaia di vittime, buona parte delle quali sono state causate da uccisioni extragiudiziali eseguite in un contesto di impunità istituzionalizzata. Le vittime di queste esecuzioni sono principalmente abitanti poveri delle città, tossicodipendenti, piccoli spacciatori, e passanti innocenti colpiti dal fuoco incrociato – bambini inclusi.
Franciscans International ha collaborato con partner locali e internazionali per portare la questione delle uccisioni extragiudiziali all’attenzione della comunità internazionale, in particolare delle Nazioni Unite (ONU), e per sostenere le pressioni internazionali sul governo delle Filippine per fermare questo massacro.
Questi sforzi hanno portato, presso il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (HRC), a una dichiarazione congiunta di 39 Stati Membri che chiedono il rispetto dei diritti umani, e a oltre 50 raccomandazioni sulle uccisioni extragiudiziali durante la Revisione Periodica Universale delle Nazioni Unite (UPR) delle Filippine. Inoltre, Franciscans International ha sostenuto l’appello della Conferenza dei Vescovi Cattolici delle Filippine, che ha aderito alla richiesta di fermare immediatamente le uccisioni e di ripristinare i diritti umani nel paese.
Nonostante alcuni cambiamenti superficiali delle politiche del governo delle Filippine, frutto della pressione internazionale relativa alle uccisioni extragiudiziali, la situazione complessiva dei diritti umani nel paese è ancora disperata.
Australia
Nel 2017, Franciscans International è stata impegnata in attività volte a garantire i diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati intenzionati a raggiungere l’Australia.
Negli ultimi cinque anni, l’Australia ha evitato i suoi obblighi internazionali rifiutandosi di proteggere i rifugiati e i richiedenti asilo che arrivavano in barca sulle sue coste. Sulla base di una politica controversa, l’Australia ha trattenuto i richiedenti asilo arrivati via mare in centri sull’isola di Manus, in Papua Nuova Guinea, e a Nauru. La logica alla base di questa politica è quella di scoraggiare il traffico di persone e le morti in mare.
Il Centro di Permanenza Offshore dell’Isola di Manus, che ospita solo uomini, è stato al centro delle discussioni su questa politica. Sono stati più volte denunciati abusi dei diritti umani, come la detenzione arbitraria. Il rispetto dei diritti a cibo, acqua, e igiene, oltre che alla salute sia fisica che psicologica, sembra essere inadeguato. I procedimenti per richiedere lo status di rifugiato risultano, inoltre, poco chiari e confusi.
Dopo che, nel 2016, la Corte Suprema della Papua Nuova Guinea ha deliberato che il Centro di Permanenza Offshore dell’Isola di Manus era anticostituzionale, l’Australia ha chiuso il campo a fine ottobre 2017. In questo processo sono stati segnalati dai media locali e internazionali ulteriori abusi e violazioni dei diritti umani, in particolare il diritto alla salute e al benessere di rifugiati e richiedenti asilo.
Insieme ai suoi partner, Franciscans International ha intrapreso attività di advocacy presso le Nazioni Unite di Ginevra, per far pressione sul governo australiano affinché rispetti e sostenga i diritti umani dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Le osservazioni conclusive della sesta relazione periodica sull’Australia da parte del Comitato per i Diritti Umani hanno incluso proposte presentate da Franciscans International relative al principio di non respingimento e protezione.
Sri Lanka
Un altro tema affrontato durante lo scorso anno dall’ufficio dell’Asia-Pacifico è la situazione della giustizia transizionale in Sri Lanka. Nonostante gli impegni presi dal governo dello Sri Lanka nei confronti delle Nazioni Unite fin dal 2015, ci sono serie preoccupazioni relative all’inadeguatezza dell’applicazione di questi obblighi, relativi alla promozione della riconciliazione, della responsabilità, e dei diritti umani.
I nostri partner sul campo hanno sottolineato come il governo non abbia affrontato le denunce delle vittime, e come non siano state ascoltate le proteste dei familiari degli scomparsi, dei senza terra, dei disoccupati, dei lavoratori, e di altri ancora.
Franciscans International ha incentrato il suo impegno di advocacy sia a livello nazionale che internazionale. Nello Sri Lanka, abbiamo sostenuto una consultazione di organizzazioni ecumeniche tesa a sottoporre un rapporto alla Revisione Periodica Universale (UPR) del paese stesso. Presso le Nazioni Unite a Ginevra, abbiamo partecipato al processo della UPR—enfatizzando l’impatto della forte presenza militare nel nord del paese sulla giustizia transizionale—oltre che al Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione delle Donne (CEDAW). Inoltre, Franciscans International e i suoi partner hanno organizzato un evento collaterale alla trentaquattresima sessione del Consiglio per i Diritti Umani, concentrandosi su questioni come le esecuzioni extragiudiziali, le sparizioni forzate, la restituzione delle terre, la discriminazione etnica, linguistica e religiosa, e la violenza sessuale contro donne e bambine.
Okinawa, Giappone
Okinawa è una delle isole più meridionali del Giappone dove la popolazione parla una lingua diversa dal giapponese. L’isola è abitata principalmente dalla popolazione indigena Ryukyuana e da coloni giapponesi. Quasi il 30% delle sue terre sono occupate da basi militari degli Stati Uniti, e ospita quasi il 70% del personale militare americano presente in Giappone. Okinawa ha affrontato svariate sfide ai diritti umani, principalmente concentrate attorno alla presenza di strutture militari americane, e in particolare in relazione ai diritti delle popolazioni indigene e alla libertà d’espressione.
Informata dalla testimonianza dei partner locali e rafforzata dal rapporto del Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla promozione e protezione del diritto alla libertà d’opinione ed espressione, Franciscans International ha lavorato intensamente per portare la situazione di Okinawa all’attenzione del resto del mondo. A questo scopo, insieme ai nostri partner abbiamo documentato gli episodi di violazioni che hanno coinvolto a giornalisti, manifestanti pacifici, e la sistematica discriminazione nei confronti del popolo Ryukyu. Nello specifico, Franciscans International ha seguito con attenzione il caso del difensore dei diritti umani e attivista Hiroji Yamashiro, leader del movimento di protesta non violenta contro una base militare degli Stati Uniti. Arrestato nell’ottobre del 2016, Yamashiro ha trascorso cinque mesi in detenzione ed è stato rilasciato in seguito a pressioni nazionali e internazionali.
Franciscans International ha sostenuto la libertà d’espressione e i diritti delle popolazioni indigene all’interno delle sessioni pre-UPR e della UPR stessa. Abbiamo presentato due successive relazioni al Relatore Speciale delle Nazioni Unite, riguardanti la promozione e protezione del diritto alla libertà d’opinione e di espressione, e sottoposto dichiarazioni riguardanti questi problemi al Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. Insieme a rappresentanti della società civile di Okinawa, abbiamo anche organizzato un evento collaterale al trentacinquesimo Consiglio per i Diritti Umani, dove partner locali, tra cui Yamashiro stesso, hanno riflettuto sulle sfide affrontate dalla popolazione di Okinawa. Come risultato, diverse proposte di Franciscans International sono state riflesse nelle indicazioni della UPR al Giappone, soprattutto quelle relative alla libertà d’espressione e ai diritti delle popolazione indigena Ryukyuana.
Per ulteriori info:
Ginevra:
37-39 rue de Vermont, P.O. Box 104, CH-1211 Ginevra 20, Svizzera, T +41 22 7 79 40 10,
F +41 22 7 79 40 12, geneva@fiop.org
New York:
246 East 46th Street #1, New York, NY 10017-2937, Stati Uniti,
T: +1 917 675 1075, newyork@fiop.org
www.franciscansinternational.org
Diritti umani Filippine Franciscans International Giustizia Libertà Nazioni Unite Rifugiati
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