Uno dei protettori dell'Anno Santo della Misericordia, che si aprirà il prossimo 8 dicembre, sarà San Leopoldo Mandic, cappuccino, un umile frate confessore, pioniere dell’ecumenismo che pregava per la piena unità fra la Chiesa d'Oriente e Occidente.

Un frate umile, piccolo di statura, povero e di salute cagionevole, ma forte nello spirito, capace di aprire le coscienze di molti alla grazia e alla conversione. Nato nel 1866 in Dalmazia, allora Impero austriaco, ha vissuto nel silenzio, nella riservatezza e nell’umiltà 52 anni di vita sacerdotale.

Durante l’omelia per la sua canonizzazione, il 16 ottobre 1983, San Giovanni Paolo II aveva ricordato che padre Leopoldo era sempre “pronto e sorridente, prudente e modesto”.

Un “confidente discreto”, un “maestro rispettoso” e un “consigliere spirituale comprensivo e paziente”.

Le sue erano confessioni brevi.

“La misericordia di Dio - diceva - è superiore ad ogni nostra aspettativa”.

Confessa fino a poche ore prima della morte, avvenuta il 30 luglio del 1942. Leggi di più su colui che l’amico medico definì “assediato, seguito e invocato da folle di tutti i ceti” nel suo confessionale di Padova.

Il suo ministero, inoltre, è stato sempre animato dal desiderio ardente dell’unità di tutti i cristiani.

È il Santo della riconciliazione e dell’ecumenismo spirituale, sottolinea fra Flaviano Giovanni Gusella, rettore del Santuario di San Leopoldo Mandic a Padova, nel servizio di Amedeo Lomonaco che potete leggere o ascoltare integralmente sul sito News.va.