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Omelia del Ministro provinciale 12 Ago 2016

Celebrazione al Protomonastero di Santa Chiara d’Assisi

SOLENNITA’ DI SANTA CHIARA D’ASSISI

- Assisi, Basilica di S. Chiara, 11 agosto 2015 -

 

È bello poter celebrare la grande festa della grande Santa di Assisi proprio nel Giubileo Straordinario della Misericordia, indetto da papa Francesco.

Chiara, come Francesco ha conosciuto Dio nella sua Misericordia, come Colui che sta all’inizio della sua vita così come di tutta la creazione; che sta all’inizio della sua salvezza così come dell’opera della redenzione del mondo; all’inizio della sua vocazione così come della santificazione del mondo intero.  È la Trinità santissima che Francesco e Chiara contemplano come mistero d’amore infinito, mistero che, volgendosi verso di noi, prende la forma della misericordia: amore che si china, amore che perdona, amore che ricrea.

Nel suo Testamento, Chiara eleva un inno alla misericordia di Dio:

Tra gli altri benefici, che abbiamo ricevuto ed ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore, il Padre delle misericordie, per i quali siamo molto tenute a rendere a Lui glorioso vive azioni di grazie,  grande è quello della  nostra vocazione. E quanto più essa è grande e perfetta, tanto maggiormente siamo a lui obbligate…. Il Figlio di Dio si è fatto nostra via; e questa con la parola e con l'esempio ci indicò e insegnò il beato padre nostro Francesco, vero amante e imitatore di lui. Mentre infatti, lo stesso Santo, che non aveva ancora né frati né compagni, quasi subito dopo la sua conversio­ne, era intento a riparare la chiesa di San Damiano, … in un trasporto di grande letizia e illuminato dallo Spirito Santo, profetò a nostro riguardo ciò che in seguito il Signore ha realizzato….

Chiara riconosce la grazia del Signore e desidera vivere solo per lui, secondo quella forma di vita – la vita di Maria –  che lo Spirito Santo le ha donato tramite il padre Francesco. La fede di Chiara è una risposta viva a Dio che si rivela nella sua vita e nella storia dell’umanità.

Anche ai tempi di Francesco e Chiara Dio faceva paura, era diventato un Dio insensibile, punitivo, terribile, vendicativo. Nell’uomo segnato dal peccato originale è stato deformata l’immagine di Dio… infatti, quando Adamo, dopo il peccato, sentì il passo di Dio nel giardino, corse a nascondersi, perché, disse, aveva avuto paura. Poi quando Dio gli chiese: che hai fatto? Perché voleva perdonarlo, commentavano i rabbini, lui comincia a ingarbugliare le cose, a mentire, a scaricare la colpa su Eva e in definitiva su Dio stesso… La donna che tu mi hai messo accanto mi ha dato del frutto. Da allora tutto è andato male, con queste lenti deformanti che sono poste negli occhi e sul cuore dell’uomo.

Gesù è venuto proprio a rivelare il vero volto di Dio, a manifestare il volto misericordioso del Padre, mentre lo Spirito santo cerca continuamente di convincere il nostro spirito che siamo figli di Dio e continuamente ripete: Abbà, Padre. Nella vera fede è bandita la paura, perché Dio è amore.

Quello che Papa Francesco sta facendo con questo Anno Santo Straordinario della misericordia è un’operazione grandiosa, portare il lieto annuncio di questo amore, un amore che accoglie, che perdona sempre, che va a cercare ciò che era perduto e ridar vita a ciò che era morto.

Anche il movimento evangelico di Francesco e Chiara ha promosso una giusta visione di Dio. La religiosità naturale tende sempre a deformare l’immagine di Dio, la religione fai da te – a quel tempo erano gli eretici – proponevano sempre una visione tremenda di Dio, un Dio castigamatti, un Dio troppo vicino e invadente; oppure al contrario un Dio troppo lontano e indifferente…

Francesco e Chiara ci riempiono di fiducia in Dio, e ci insegnano che di Dio ci si può fidare: infatti,  è provvidenza; a lui ci si può avvicinare senza paura, perché è perdono e benevolenza… Anzi a dire il vero è Lui che si è fatto vicino a noi, nel mistero dell’incarnazione del Figlio e della sua Passione, si è fatto prossimo a noi, come buon Samaritano dell’umanità.

Se leggiamo gli scritti di Francesco e Chiara, le loro preghiere, impariamo prima di tutto la fiducia e l’abbandono,  l’adorazione, la lode, l’azione di grazie, il giubilo, il canto. Il fare dell’uomo non serve per acquistare meriti davanti a Dio, per comprarsi o meritarsi il suo amore: serve solo – come abbiamo sentito dalle parole di Santa Chiara – a rispondere con amore all’amore. Quando eravamo tutti peccatori Gesù è morto per noi, e noi siamo nati da quella morte: prima di tutto c’è sempre quello che ha fatto lui; e quello che possiamo fare noi, per pura grazia di Dio, è di cercare di rispondere, di corrispondere a tanta magnanimità e misericordia.

Questa nuova esperienza di Dio – come amore, riconciliazione, perdono, pace, senso della vita – cambiava le persone perché cambiava i cuori, ma cambiava anche le relazioni e piano piano anche le istituzioni. La Chiesa aveva assorbito molto la mentalità del mondo, proprio perché l’uomo religioso, se non è continuamente evangelizzato, pensa e si struttura secondo il mondo. Così la Chiesa aveva assunto in buona parte un assetto feudale, che rischiava di velare anziché manifestare la freschezza e la bellezza del Vangelo.

La comunità di Francesco è un po’ come quella dei cavalieri della tavola rotonda, dove tutti sono fratelli e si servono e si obbediscono reciprocamente e insieme servono e obbediscono al loro Re e Signore, Gesù Cristo. Anche nella comunità di Chiara a San Damiano sono abolite tutte le distinzioni tra nobili e popolane, tra ricche e povere, perché i criteri sono totalmente cambiati: la nobiltà consiste nella bontà, la ricchezza consiste nella carità, i veri titoli consistono nella fede e nello spirito di preghiera.

Sempre nel Testamento, Chiara scrive:

Ammonisco ed esorto nel Signore Gesù Cristo tutte le sorelle, presenti e future, che si studino sempre di imitare la via della santa semplicità, dell'umiltà e della povertà, ed anche l'onestà di quella santa vita, che ci fu insegnata dal beato padre nostro Francesco fin dal principio della nostra conversione a Cristo. Per mezzo di queste virtù, e non per i nostri meriti, ma per la sola misericordia e grazia del Donatore lo stesso Padre delle misericordie, effondano sempre il profumo della loro buona fama su quelle che sono lontane, come su quelle che sono vicine. E amandovi a vicenda nell'amore di Cristo, quell'amore che avete nel cuore, dimostratelo al di fuori con le opere, affinché le sorelle, provocate da questo esempio, crescano sempre nell'amore di Dio e nella mutua carità. 

È descritta qui la vita nuova nello Spirito Santo, che nasce dall’ascolto obbediente del Vangelo e dalla disponibilità a convertirsi dalla mentalità di questo mondo alla grazia di Cristo Signore. Ancora vivente Chiara, erano già decine e decine i monasteri sorti in moltissimi centri d’Italia e d’oltralpe, là dove in genere i frati si insediavano e raccontavano della Pianticella del Padre San Francesco e della sua comunità di San Damiano. Fu una Primavera dello Spirito.

Anche per la nuova Fraternitas era così… grazie alla predicazione di Francesco e dei suoi frati, si componevano le liti, si superavano le divisioni, si riconciliavano le fazioni, addirittura si arrivava a modificare gli Statuti delle città.

Concludiamo con le parole di papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo della Misericordia:

La Chiesa ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo, che per mezzo suo deve raggiungere il cuore e la mente di ogni persona…. È determinante per la Chiesa e per la credibilità del suo annuncio che essa viva e testimoni in prima persona la misericordia. Il suo linguaggio e i suoi gesti devono trasmettere misericordia per penetrare nel cuore delle persone e provocarle a ritrovare la strada per ritornare al Padre.

La prima verità della Chiesa è l’amore di Cristo. Di questo amore, che giunge fino al perdono e al dono di sé, la Chiesa si fa serva e mediatrice presso gli uomini. Pertanto, dove la Chiesa è presente, là deve essere evidente la misericordia del Padre. Nelle nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimenti, insomma, dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia. Vogliamo vivere questo Anno Giubilare alla luce della parola del Signore: Misericordiosi come il Padre.

E, con l’aiuto di santa Chiara, così sia.



Claudio Durighetto Ministro provinciale Omelia Protomonastero Santa Chiara

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