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I gesti e simboli nella liturgia 30 Dic 2022

Gloria in excelsis Deo

Il Gloria è un antico inno di lode, una forte acclamazione in cui si esalta la grandezza e la misericordia di Dio Padre e del Figlio nell'unità dello Spirito Santo. Esso risale al secolo IV, ma entra nella Messa romana soltanto all'inizio del VI, utilizzato dapprima solamente nella Messa di mezzanotte di Natale, poi tutte le domeniche e nelle feste dei martiri; più tardi fu riservato al papa, poi ai vescovi.

Oggi si recita, si dialoga o si canta il Gloria tutte le domeniche, in tutte le Solennità e Feste, eccetto in Avvento e Quaresima.

Il Kyrie (Signore, abbi pietà di noi), era come abbiamo visto, l'Avvento, il Gloria invece è il Natale. L' Avvento è seguito immediatamente dal Natale e questo non solo nel ciclo dell'anno liturgico, ma anche nella celebrazione di ogni Messa, perché essa è una piccola festa natalizia. Come a Natale, il Figlio di Dio, sotto le sembianze di un bambino è sceso sulla terra, è stato avvolto in panni dalla Madonna e riposto nel Presepio, così avviene in ogni Santa Messa: infatti il Figlio di Dio scende sotto le specie del pane e del vino: la tovaglia di lino si può paragonare alle fasce e l'altare al presepio.

Vediamo quindi che belle relazioni passano fra il Natale e la Messa: ecco perché il Kyrie è seguito da un inno natalizio, il Gloria in excelsis Deo.

Questo inno, è quello che gli Angeli, alla nascita di Gesù, hanno cantato sopra la sua culla, e sopra la pianura di Betlemme: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che Egli ama».

Che cosa hanno voluto significare gli Angeli con queste parole? Essi hanno espresso il programma del Redentore: Egli è disceso sulla terra. Egli si è fatto uomo. Egli è salito sulla croce per un duplice fine: prima di tutto per restituire al suo Eterno Padre l'onore che gli era stato tolto dal peccato e poi per riconciliare l'uomo con Dio ed apportargli la pace.

L'onore quindi di Dio e la pace degli uomini sono stati lo scopo di tutta la Redenzione e sono pure il fine della Chiesa, il nostro e quello della S.Messa. Noi infatti celebriamo il Santo Sacrificio per rendere a Dio l'onore che gli è dovuto ed anche per assicurarci la pace, cioè il perdono dei peccati, la grazia della Redenzione.

Dobbiamo, però, osservare che questo è anche il contenuto della bella preghiera che la Chiesa ha composto, amplificando l' Inno Angelico e che dice: Sia gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace sulla terra agli uomini che Egli ama.

Il Gloria che recitiamo nella Messa si compone di un'introduzione e di tre parti.

La prima di essa è una lode e nel medesimo tempo un ringraziamento al Padre celeste: osserviamo come la Chiesa cerca e sceglie le parole più adatte per esprimere la magnificenza di Dio, ma, malgrado i nostri sforzi, il nostro linguaggio è sempre troppo povero.

Attiro la vostra attenzione soprattutto su questo versetto «Ti ringraziamo per la tua gloria infinita»: in generale noi ringraziamo per un favore ricevuto, qui invece siamo grati di poter partecipare alla grandezza e magnificenza di Dio, di poterlo lodare. 

La seconda parte è rivolta al Figlio divino e non è più lode, ma una domanda di pace. In realtà la parola pace non è neppure pronunciata, ma noi sappiamo che significa «Redenzione» ed è questa che chiediamo al Figlio. Fra gli altri titoli di gloria, noi lo chiamiamo l'Agnello di Dio come l'ha designato Giovanni Battista: «Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo». Egli è il vero Agnello pasquale che è stato immolato per noi e che ci ha apportato così la pace.

 Nel Gloria noi pronunciamo tre volte questa domanda di redenzione e la rivolgiamo al Signore che siede alla destra del Padre. Terminiamo questa seconda parte con una lode a Cristo che è il solo Santo, l'Altissimo.

In ultimo brevemente viene nominato lo Spirito Santo e precisamente in relazione con le due altre divine persone. L'inno di lode è quindi un omaggio alla SS. Trinità.

Tutte le volte che cantiamo il Gloria siamo trasportati in cielo e partecipiamo al culto divino come l'ha descritto S. Giovanni nell'Apocalisse. Gli Angeli cantano il Gloria intorno al padre celeste,assiso sul suo trono, avente davanti a lui lo Spirito Santo.

L'agnello divino con il libro su cui sta scritto «Gloria et Pax» cioè onore e pace: questo è il senso profondo dell'opera della Redenzione.

Se ci chiediamo ora quale sia il significato del Gloria nello svolgimento della Messa, possiamo dire che è la preghiera mattutina e solenne della Chiesa, il saluto e la lode alla SS. Trinità, è la lieta risposta alla supplica del Kyrie, è l'allegro canto di redenzione dei figli di Dio.



Liturgia Natale Stefano Orsi

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