Nel 2019 ricorrerà l’ottavo centenario dell’incontro tra Francesco d’Assisi e il sultano Malik al Kamil avvenuto in Egitto nel 1219. In vista del ricordo di tale episodio, dalla grande forza d’attualità, vi sono già diverse iniziative tra cui la pubblicazione del libro di Sergio Ferdinandi, La contea franca di Edessa. Fondazione e profilo storico del primo principato crociato nel Levante (1098-1150) nella collana Medioevo delle edizioni Antonianum (Roma 2017).
Tale testo vuole essere un contributo a vedere l’incontro tra l’Assisiate e il nipote del famoso Saladino “dall’altra parte” ossia considerando il più ampio ambiente orientale in cui si colloca tale avvenimento. Di seguito una sintesi del libro fatta dall’Autore stesso.
Questo studio sul Levante in epoca crociata risponde all’esigenza, già emersa a partire dalla fine del XIX secolo, di una maggiore e più puntuale attenzione alla fondazione e alla straordinaria esperienza franco-armena della Contea di Edessa, sovente relegata ai margini della storiografia crociata.
Il 10 marzo 1098, mentre la grande armata crociata dopo l’attraversamento dell’Asia minore era impegnata nel difficile assedio di Antiochia, Baldovino di Boulogne, fratello cadetto di Goffredo di Buglione, alla guida di uno sparuto contingente di cavalieri provenienti soprattutto dall’area delle Ardenne, fondava la Contea di Edessa, il primo principato franco in Oriente.
Edessa, città Santa della cristianità, oltre a custodire le spoglie degli Apostoli Tommaso e Giuda Taddeo, ospitò fino al 944 il Mandylion, telo con l’immagine acheropita del Cristo, da molti studiosi identificata con la Sindone di Torino.
La costruzione politica della Contea, realizzata in pochi mesi nella regione compresa tra la Siria del Nord e la Mesopotamia a cavallo tra le due rive dell’Eufrate, era stata compiuta con il concorso determinante delle popolazioni e delle élites armene della regione che vedevano nei franchi, “fratelli nella fede”, i liberatori dal duro giogo turco. Si è spesso sottovalutata l’importanza strategica di questo sorprendente quanto repentino successo politico-militare, decisivo nel concorrere all’esito vittorioso della Prima crociata e della storia della presenza latina in Oriente.
La Contea di Edessa, “scudo dei Franchi di Antiochia”, rappresentò il baluardo della latinità più avanzato ed esposto alle offensive musulmane, nonché un vero e proprio laboratorio di coesistenza tra latini, ortodossi, armeni e siriaci, promuovendo una sostenibile convivenza e consentendo un accettabile grado tolleranza nella professione delle diverse confessioni cristiane.
La caduta di Edessa nel 1144 suscitò in tutto l’Occidente una fortissima onda emozionale che, abilmente veicolata dall’appassionata e carismatica predicazione di San Bernardo di Chiaravalle, favorì con la promulgazione della bolla Quantum praedecessores da parte di Eugenio III, l’allestimento della Seconda crociata (1147-1149).
Dopo una tenace lotta sostenuta negli anni 1145-1150, contro le preponderanti forze dei potentati musulmani bramosi di approfittare della debolezza dei franchi, con la scomparsa delle ultime vestigia della Contea, sarebbe progressivamente venuta meno la resistenza crociata verso il mondo islamico che, faticosamente ricompattato dai Zenghidi e dagli Ayyubidi, riuscì infine a trionfare dapprima il 4 luglio 1187 a Karn Hattin e poi con la definitiva espulsione dei latini dalla Palestina seguita alla conquista di San Giovanni d’Acri nel 1291.
Dialogo PUA San Francesco Sultano
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