Si è svolta ieri, giovedì 6 maggio al Seminario Regionale di Cagliari, la conferenza stampa di presentazione del pellegrinaggio che vedrà la Sardegna, in rappresentanza di tutte le regioni d’Italia, offrire l’olio che arde sulla tomba e sul luogo del Transito di San Francesco.
Nell’intervento introduttivo, il presidente della Conferenza Episcopale Sarda, mons. Antonio Mura, ha sottolineato l’importanza di avere uno sguardo comune per camminare insieme come fratelli. Mons. Roberto Carboni, Arcivescovo di Oristano e Amministratore apostolico di Ales – Terralba, ha ripercorso le precedenti occasioni in cui l’isola è stata protagonista dell’offerta dell’olio: nel 1948, nel 1963, nel 1981 e nel 2001.
Il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, e Emiliano Deiana, presidente Anci Sardegna, hanno sottolineato come questo pellegrinaggio sia un’occasione di rinascita. «La luce – ha detto Deiana – è l’elemento che può aiutarci nel tempo della rinascita. Mi auguro che la luce della lampada possa ispirare una rinascita collettiva della Sardegna ma anche di tutti i comuni d’Italia».
I custodi delle Basiliche di Assisi, p. Marco Moroni e p. Massimo Travascio, hanno presentato il programma delle celebrazioni, ribadendo come anche in Assisi l’attesa sia fervida di poter accogliere nuovamente i pellegrini. Il grafico Mauro Morittu di Alghero ha offerto alcune indicazioni sul logo da lui creato: «Il logo “Lughe-S” è immediato e molto versatile. Unifica il Tau francescano in maniera dinamica e intrecciata con varie simbologie. La S alla base rappresenta l’iniziale della Regione Sardegna che si trasforma in una strada, simbolo del pellegrinaggio e della comunità sarda. Al centro la fiamma che rappresenta la luce di Assisi, si trasforma nel pellegrino che in pieno spirito francescano vuole rendere omaggio al Santo Patrono d’Italia».
I Vescovi sardi, infine, hanno voluto scrivere un messaggio per l’occasione:
Fratelli e Sorelle,
con grande gioia vi annunciamo che il 3-4 ottobre prossimo la Sardegna avrà l’onore per la quinta volta di offrire l’olio – secondo una tradizione che si ripete ormai da 82 anni – per alimentare la lampada che arde perennemente ad Assisi dinanzi alla tomba del Patrono d’Italia. L’evento racchiude in sé molteplici significati religiosi, sociali, storici e culturali e vuole stimolare la significativa partecipazione delle nostre comunità insieme all’impegno della Conferenza Episcopale Sarda, la Regione Sardegna e l’ANCI Sardegna. La Sardegna, secondo alcune testimonianze, ha accolto la presenza dei figli di san Francesco quando il Poverello era ancora in vita, ospitando all’inizio piccole fraternità francescane che rapidamente hanno diffuso nell’isola la spiritualità del Santo di Assisi, suscitando testimonianze di santità che hanno coinvolto religiosi e laici. La santità semplice e umile, vicina alla gente di sant’Ignazio da Laconi, continuata poi nel beato Fra Nicola da Gesturi; la presenza caritatevole di san Salvatore da Horta e la testimonianza martiriale del beato Francesco Zirano, solo per citarne alcuni. A essi si aggiungono le Clarisse, che hanno seguito e seguono l’esempio di santa Chiara di Assisi, la pianticella del Padre Francesco, come ella amava definirsi, e di tanti laici e laiche, fra cui la beata Edvige Carboni, che hanno vissuto e vivono la loro vita cristiana attingendo dalla spiritualità dell’Ordine Francescano Secolare. Nonostante la distanza storica che ci separa da san Francesco, egli è ancora un santo attuale, un modello di riferimento a cui guardare oggi, come ci ha ricordato più volte Papa Francesco. (continua a leggere)
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