La proclamazione ufficiale della santità di una persona è un evento molto importante per la Chiesa: si tratta di proporre al popolo cristiano una nuova e perfetta incarnazione della vita del Vangelo.
Chiara di Assisi, già al nascere della sua vocazione, era convinta di star seguendo, in Francesco, un vero imitatore di Cristo: non aveva dubbi. Il ritardo dell’avvio del processo di canonizzazione del Poverello di Assisi avrebbe costituito per lei un ritardo nel riconoscimento della gloria di Dio che opera la santità di una persona.
Da qui il suo “pressing” delicato, ma fermo, su papa Gregorio IX. Su tale tema il P. Rino Bartolini OFM ci propone la lettura di una pagina particolare, sconosciuta ai più, delle Fonti Clariane.
Il P. Giovanni Boccali OFM, deceduto santamente il 30 luglio 2017 (notizia del transito, messaggi di cordoglio e omelia al funerale), ha potuto lavorare a pieno ritmo fino alla fine (la bella età di 89 anni) sulle cose del mondo francescano primitivo, ricercando e pubblicando particolarmente la documentazione riguardante S. Chiara nei primi quattro secoli di vita francescana. Sfogliando le milletrecento pagine delle Fonti Clariane (così si chiama la pubblicazione – delle Edizioni Porziuncola nel 2013 e successivamente ristampate – del ricchissimo materiale) ci si imbatte spesso in materiale nuovo, sconosciuto alle biografie della prima ora, ma che senz’altro attinge a qualche sorgente antica di grande interesse storico e spirituale. È il caso dell’apporto di Chiara alla canonizzazione di Francesco mediante il suo gentile pressing su Papa Gregorio IX, grande amico, per altro, dello stesso Poverello. Si tratta di un episodio riferito dal codice Thennembach 4 (ff. 2-15v della Badische Landesbibliothek Karlsruhe) e riportato dal Boccali ai nn. 1867-1874. Questo episodio fa intravvedere il lavorìo del mondo francescano e della curia pontificia immediatamente dopo la morte di san Francesco in vista della sua canonizzazione.
“Quando il lodevolissimo adoratore e portatore delle stimmate del sommo re Gesù Cristo, il nostro beatissimo padre san Francesco, ebbe lasciato questo mondo e regnava nei sommi cori celesti, la sua santità era già ben nota e palese alla venerabile sposa di Gesù Cristo, la nostra beatissima madre santa Chiara, sua carissima discepola e pianticella.
Avvenne poi che nel Capitolo Generale successivo [1227: anno successivo alla morte del santo] i frati pregassero il signore e papa Gregorio di canonizzare il beato padre san Francesco. Ma non ottennero da lui alcuna risposta. Poi egli venne ad Assisi dalla beata madonna e madre santa Chiara nel monastero di san Damiano e la visitò come soleva fare spesso.
E mentre stava così vicina a lui, tra le altre cose di cui parlavano, la beata madonna santa Chiara incominciò e disse al papa: ‘Signore e santo padre, voi conoscete bene la santità del beato padre Francesco, e non soltanto voi, più ancora tutto il mondo conosce la sua santità, e non soltanto le creature razionali, ma anche gli animali e le creature irrazionali sono testimoni della sua santità. Per questo è cosa degna e giusta che voi lo canonizziate; e a onore del sommo Dio io chiedo e vi prego, santo padre, di volerci fare questa grazia, a giusto onore e dignità per lui, a consolazione dei fedeli, e a gioia particolare di tutti coloro che lo riconoscono’.
E papa Gregorio però, che ascoltava la supplica della beata madonna santa Chiara, non le diede nessuna risposta positiva per la canonizzazione del santo padre san Francesco. E quando il papa se ne fu andato via dalla beata madre santa Chiara, ed era tempo di mangiare, ella convocò tutte le sue sorelle e disse loro alla presenza dei frati, che facevano parte del monastero e stavano presso di lei: ‘ordino a voi tutte - disse - alle sane e alle ammalate, che nessuna di voi oggi mangi né beva, e che con la preghiera e il digiuno bussiate alla misericordia di Dio, perché egli apra misericordiosamente le orecchie del suo vicario, per esaudire il mio desiderio’.
I frati, che sentirono quanto la beata madre santa Chiara aveva ordinato alle sue sorelle, andarono presso la corte del papa e trovarono il papa a tavola e gli riferirono le cose che aveva fatto e richiesto la beata madonna santa Chiara. E quando il papa sentì ciò, disse ‘cos’ è questo? Sento davvero che lei è afflitta?’ E ordinò di preparare i suoi cavalli e venne di corsa e in fretta dalla beata madonna santa Chiara ed entrò in monastero e le disse: ‘Chiara, avete mangiato?’ E lei gli rispose: ‘Santo padre, abbiamo mangiato molte volte’.
Allora il papa disse: ‘mi stupisco che facciate questo’. Allora la beata madre santa Chiara gli rispose: ‘Santo padre, a me stupisce molto di più e grandemente, che il santo e beato padre Francesco vi abbia voluto così bene e voi conosciate molto bene la sua santità e la testimoniate, eppure siete così duro con lui ‘. Allora il papa le disse con grande benevolenza: ‘Chiara, mia carissima figlia, voglio fare quello che desideri e chiedi. Ma tu sai bene che frate Francesco era mio particolare e carissimo amico. Per questo non voglio che tutto il mondo gridi e dica che io gli abbia fatto questo per amore dell’amicizia’.
E poco dopo il papa mandò messaggeri onorevoli e onesti per indagare sui miracoli e i segni che Dio aveva operato attraverso di lui, e ordinò che fossero ascoltati quei cardinali che erano meno favorevoli all’opera della sua canonizzazione. E dopo che essi ebbero fatto ciò diligentemente, furono tutti unanimi e il papa tornò personalmente ad Assisi e con gioia festosa e grande onore e dignità iscrisse il santo padre san Francesco nell’albo dei santi, nell’anno 1228 dopo Cristo, il 16 luglio, una domenica.
Poi nell’anno 1230, il 25 maggio, le sue sante spoglie furono solennemente traslate in occasione del Capitolo Generale. Da ciò la nobile ancella consacrata a Dio, Chiara, e tutti i fedeli ottennero grande gioia e dissero a Dio grande lode e grazie. A Lui sia onore e gloria, nei secoli dei secoli. Amen”.
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