Il 7 febbraio prossimo, la liturgia propone di ricordare la vita edificante di Santa Colette, la “piccola ed umile ancella del Signore”, per renderne grazie al Signore, e perché sia ancora oggi stimolo e attrazione verso la santità a cui Dio chiama gli uomini e le donne di ogni tempo.

Come ogni anno, il Pastore della Chiesa locale, S.E. Mons. Domenico Sorrentino Vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, presiederà – nella domenica successiva alla festività – una santa eucaristia. La celebrazione, per chi vorrà unirsi alle sorelle clarisse colettine, si terrà nella cappella del Monastero Santa Colette, in Borgo San Pietro 3 ad Assisi, domenica 11 febbraio alle ore 11.15.

Durante la celebrazione, una preghiera speciale sarà rivolta a Santa Colette per le mamme in dolce attesa e per quelle che desiderano avere un bambino. Dopo la Santa Messa seguirà un momento di fraternità.

Per informazioni, visita il sito del Monastero Santa Colette di Assisi.

“Ho sempre visto e intravisto in lei il buon desiderio di essere serva delle sorelle e caritatevole. Anche quando fu abbadessa di un convento di Borgogna chiamato Poligny, compi l’ufficio di abbadessa con umiltà e si teneva umilmente soggetta, facendo la cucina; lavava i piati dicendo i sette salmi e la litania; insegnava le novizie e le giovani suore con grande fervore ad amare e a temere il nostro Signore ed a custodire purezza, chiarezza di cuore, di corpo e di coscienza. E parimenti, in tutte le lettere che scriveva, non ho visto né saputo fintanto che ho conversato con lei che non abbia intitolato le sue lettere così: «Indigne serviteresse et inutille orateresse» [serva indegna e orante inutile].

Ed altrettanto, nelle ordinanze che ha fatto per custodire meglio il nostro santo stato, si chiama: «Soeur Colette, petitte et humble ancelle et indigne serviteresse de nostre Seigneur, povre et inutile religieuse de madame saincte Clare» [Suor Colette, piccola ed umile ancella ed indegna serva del nostro Signore, povera ed inutile religiosa di madonna santa Chiara].

All’inizio della riforma, i frati la chiamavano col nome di madre, e anche in una orazione che avevano adattato per pregare per lei, la nominavano madre; ma non lo soffriva affatto, si faceva nominare e chiamare umilmente e semplicemente col nome di sorella”.

(Estratto dalla vita di Santa Colette – Quaderno di Suor Perrine n. 8)