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Un uomo sapiente innamorato di Gesù Crocifisso che ha sperato in Dio e sperando in Dio, ha sperato Dio, ha desiderato Dio. 28 Ago 2024

Un incontro per Padre Bernardino Maria De Vita

Nel pomeriggio di una calda domenica di Agosto, presso il Refettorietto di Santa Maria degli Angeli, si è tenuto un bellissimo incontro sulle virtù eroiche del Frate Minore padre Bernardino Maria De Vita, per molti anni amatissimo e stimatissimo confessore presso la Basilica di Santa Maria.

A dare il saluto iniziale ai presenti e a presentare la relatrice ospite suor Roberta Vinerba, è stato padre Francesco De Lazzari, postulatore per la causa di padre Bernardino.

Suor Roberta ha magistralmente guidato l’assemblea in un percorso teologico-spirituale che ha rivelato la portata e lo spessore della vita cristiana di Padre Bernardino Maria, dicendo: “Per prima cosa occorre sapere che non tanto di singole virtù intendo oggi trattare, ma della personalità virtuosa di padre Bernardino: la virtù rende buono l'uomo e buono ciò che compie. Si tratta di un habitus, di una seconda natura che altri non è che la piena cristificazione”.

Diceva in uno dei suoi scritti padre Bernardino: «Lo sforzo di fedeltà al Signore Gesù, tanto più nelle circostanze difficili, ti farà vedere meglio la tua debolezza, ti renderà più umile e nel medesimo tempo ti farà esercitare un Amore più intenso per il Signore e per il tuo prossimo vicino e lontano. E per questa strada alla sequela di Gesù, attraverso il Santo Vangelo potrai raggiungere non solo il tuo normale dovere sacerdotale-religioso, ma anche tanti, e tanti atti eroici. Ed è proprio quello che Dio vuole da te» (27 agosto 1979).

In seguito suor Roberta ha presentato alcune caratteristiche del Frate uomo e confessore:

Bernardino è stato un uomo sapiente: Sapiente perché si è nutrito della Parola di Dio. I suoi scritti sono esplicitamente o implicitamente, tessuti dalla Sacra Scrittura.

Bernardino è stato uomo perseverante: Ciò che colpisce nei suoi scritti, che non possono certo fregiarsi del titolo di diari, ma essendo scritti scarni, essenziali, con pochi fronzoli, chiamati con buona ragione Appunti spirituali, è che siamo davanti ad un uomo che non ha mai smesso di fare i conti, di ragionare con l'essenziale, al risparmio, con quella sapienza di chi la povertà l'ha conosciuta ed ha rispetto dei beni e del denaro. E così i suoi appunti sono continuamente ritmati da rimandi a cose già scritte. L'offerta di sé per la Chiesa, per il Santo Padre, la consacrazione e alla Mammarella, una volta scritte, non vengono nuovamente riproposte con parole nuove. Semplicemente annota la pagina del quaderno dove aveva scritto l'atto e dice: vedi pagina. Nell'intelligenza spirituale e morale questa fermezza, questo restare saldi, l'avere una sola parola che è non è modificata dalle circostanze si chiama perseveranza, virtù parte della virtù cardinale della fortezza. Non si tratta di una "vampata" di buoni propositi o di esaltazione spirituale, quella di padre Bernardin o è stato un orientamento stabile della propria libertà al dono di sé a Dio, in offerta sacrificale.

Bernardino è stato uomo di perfetta speranza: Questo orientamento della libertà, stabile e determinato al dono di sé, affonda le radici nella speranza. Non tanto le piccole speranze, pur nobili e necessarie, ma quella grande, quella speranza che spera Dio, che spera e desidera Dio, che è più e differente dallo sperare in Dio che pure è stata la potenza, la dinamis della personalità spirituale e morale di Bernardino. Ha sperato in Dio e sperando in Dio, ha sperato Dio, ha desiderato Dio. In lui si è realizzato quanto afferma l'Autore della Lettera agli Ebrei: «Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento» (Eb 12, 1-2)

Bernardino uomo affidato: La corsa di Bernardino, è stata, in realtà, uno stare. Si è disteso sulla Croce e li è rimasto. Il suo martirio è consistito in questo, in questa lotta per non abbandonare il «letto d'amore dove ci ha sposato il Signore» (Melitone di Sardi). Ed è in questo contesto che vorrei inserire la differenza tra fidarsi ed affidarsi. La fede è sì, fiducia in Dio, certamente. Ma è anche, soprattutto qualcosa di più: è affidamento a Lui, abbandono a Lui «a Dio che si rivela è dovuta "l'obbedienza della fede" (Rm 16,26; cfr. Rm 1,5; 2 Cor 10,5-6), con la quale l'uomo gli si abbandona tutt'intero e liberamente prestandogli "il pieno ossequio dell'intelletto e della volontà"» (DV 5). Una fede veramente francescana, che si nutre di semplicità e di umiltà, quella virtù realista, realista perché sa misurare l'uomo così come egli è.

La serata è continuata con Celebrazione Eucaristica presieduta da Padre Francesco De Lazzari che ha concluso la sua omelia con delle toccanti parole per padre Bernardino:

“Padre Bernardino ci insegna che il Pane è solo Gesù Signore che ci sazia nella frequente adorazione Eucaristica e ci attira sempre più nella intimità della sua amicizia. Padre Bernardino ci insegna a morire. La frase più presente nelle sue labbra, che esprimevano quanto aveva nel cuore, è stata "Maranathà, Vieni; Signore Gesù", vieni, ti aspetto in vigilante attesa. Ci insegna a vigilare, ad attendere la chiamata finale del Signore. Lui era pronto. Poche ore prima del suo passaggio da questo mondo al Padre, ero al su fianco. Fissava lo sguardo in alto. Sembrava in estasi. Attendeva il Signore che si fece presente per dirgli. "Vieni Bernardino servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore!". Lo pensiamo lì. Interceda per noi presso il Padre e la Madre della Misericordia”.

 

 



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